Fire Emblem Three Houses - Recensione



Piattaforme: Nintendo Switch  Data di Uscita: 26 luglio 2019

Il primo Fire Emblem "Next Gen", sviluppato da Intelligent System insieme a Koei Tecmo. Primo gioco acquistato per Nintendo Switch, OVVIAMENTE. Dopo un bel po' di ore, sono pronto a dire la mia.






Fire Emblem è una serie di giochi strategici a turni con elementi da giochi di ruolo. Le sue unità in campo sono rappresentati da personaggi unici, ognuno con la sua storia e background. La loro morte sul campo di battaglia sarà inoltre permanente. Serie nata nel 1990 su Famicom, rimane confinata in oriente per molti anni fino ad approdare da noi. Se volete avere informazioni più complete sulla serie, ho realizzato ben due retrospettive. Una testuale qui sul blog ed una video per NintendOn.




LORE



La prima cosa secondo me azzeccata di questo Fire Embelm è che perde tempo per costruire un background a tutto il mondo di gioco, non solo nell'intorno del giocatore. I m realtà, questo è sempre stato un tratto abbastanza distintivo della serie, che ha sempre visto i protagonisti viaggiare in lungo e largo. Purtroppo, con Awakening e soprattutto con Fates, questi aspetti sono venuti a mancare in modo molto vistoso. Echoes era intrappolato nel suo ruolo di remaster di un gioco davvero vecchio.
Quindi fa piacere vedere che esistono tante macronazioni, tante culture diverse e come queste interagiscono tra di loro. Anche le leggende costruite del mitico passato sono interessanti al punto giusto.

Il vero cambio di rotta che ho apprezzato è come sia tutto grigio. I ruoli di buoni e cattivi non sono divisi nettamente come al solito, risultato in un mondo più credibile e vissuto. E forse un po' più adatto a noi adulti. Potrei andare più a fondo, ma evito di fare spoiler.


I PERSONAGGI


Fire Emblem ha sempre avuto un problema irrisolvibile causato dal suo design. Siccome i vari personaggi reclutati possono tutti morire e non tornare più, la narrativa deve poterne fare a meno, per una questione id costi e praticità di realizzazione. Abbiamo quindi sempre avuto il lord, la qual morte portava al game over, e qualche consigliere che invece di morire si ritirava e non combatteva più a reggere le fila. In Three Houses invece sono molto più presenti.
In ogni cutscene relativa alla storia, tutta la classe sarà presente ed i vari membri avranno qualcosa da dire molto spesso. Tra una missione e l'altra, hanno tantissimo testo volto a commentare sugli avvenimenti o semplicemente esprimere le loro personalità.
Alcuni di loro mostreranno anche una crescita durante il gioco e ci sono numerose permutazioni di personaggi ed eventi che arriveranno a mostrare nuovi lati del loro carattere.

Altro punto a favore del gioco è il contesto scolastico col in quale è racchiuso l'incedere degli eventi. Il protagonista. Byleth, è un'insegnante all'accademia del monastero di Garreg Mach e seguirà una tra tre classi di alunni. L'incedere dei mesi vi farà interagire con essi in molti più modi rispetto ai vecchi Fire Emblem. Le conversazioni di supporto, dialoghi atti a rinforzare i legami, sono sempre presenti e numerose.

Questa maggiore partecipazione rende il tutto estremamente più gradevole ed a conti fatto, il cast di Fire Emblem Three Houses è uno dei migliori dell'intera saga. Anche se i personaggi aderiscono in pieno ai loro cliché e ci saranno pochissime sorprese nel cast.

INTRODUZIONE DEI CAPITOLI


Adoro le narrazioni precapitolo. Quelle di Path of Radiance e Radiant Dawn erano oro puro. Le seconde erano anche doppiate in italiano. Qui ritroviamo dei bellissimi dipinti in stile medievale che ci spiegano molta della lore del mondo, aiutandoci a scandire il tempo. Nella fase avanzata di gioco invece, andranno ad aiutarci a guardare dall'alto i piani di battaglia. Ottimi e sentivo la mancanza dai precedenti capitoli per 3DS.

TRE STRADE BEN REALIZZATE


Il punto forte di Fire Emblem Three Houses è quello di offrire tre linee narrative diverse. Anzi, per dovere di completezza mi scuso dello spoiler, le strade sono quattro. Tutte ben distinte in tono, obiettivo finale, evoluzione dei personaggi e informazioni che il giocatore acquisisce.
Se i Leoni Blu sono il "classico Fire Emblem", quello più legato alla narrativa classica, le Aquile Nere invece tendono a sovvertire molti dei cliché e delle aspettative classiche. I Cervi Dorati sono gli estranei, il jolly. Il vostro protagonista è l'ago della bilancia. La sua presenza altererà evoluzioni psicologiche e l'andare degli eventi. Una volta finita una storia, vorrete vedere l'altra. Per sapere di più, per accoppiare altri personaggi e provare nuove "build".

Il tutto con doppiaggio a tutto spiano, filmati in computer grafica per accentuare i momenti più epici del gioco. E tutto acquistando un solo gioco. Non tre. Se volete vedere tutto, vi aspetteranno centinaia di ore di gioco.

Puntualizzo giusto una cosa: questa diversificazione si ha nella seconda parte della narrativa. Per la prima ne parlo nella sezione successiva.

NEW GAME PLUS


L'aggiunta migliore che si potesse fare in un gioco del genere è il New Game Plus.

La vostra prima run sarà spesa cercando di imparare come funziona il tutto. Inoltre, sarete molto focalizzati sul costruire tutte le vostre statistiche. Durante la parte scolastica, avrete un pool di azioni limitate che aumenterà progredendo nel gioco. Con il New Game Plus potrete portare con voi le competenze ed i dialoghi di supporto acquisiti nel tempo, permettendo di velocizzare enormemente le run successive.




PRIMA PARTE DELLA STORIA


La storia di Fire Emblem Three Houses è divisa in due parti distinte. La prima è quella più problematica. Non abbastanza da distruggere l'esperienza, ma sufficiente da lasciare un po' l'amaro in bocca. Fortunatamente la seconda parte dell'avventura è molto più interessante e vi accompagnerà fino al finale Il ricordo del gioco sarà estremamente positivo perché finisce su una nota alta.

Devo dire che la prima parte la si guarda in modo diverso a seconda se sia la prima run o siamo ad una delle successive. Il problema che si presenta fin da subito è di tipo narrativo: gli eventi sono in generale poco interessanti ed hanno un ritmo lento. Non c'è urgenza, sempre tutta routine. Ci saranno un paio di punti interessanti, ma difficilmente vi faranno appassionare alla storia. Molti elementi sono introdotti ed eliminati alla velocità della luce. Ad un certo punto, in una delle ultime missioni uno dei personaggi dice: "ah, ma tu sei X, uno di Y". Ed io ero perplesso. L'avevo già incontrato prima? Sta dicendo qualcosa che dovrei sapere? Mi sembra davvero abbozzata e frettolosa in tanti punti.

La struttura generale non aiuta affatto questo. Il tempo di gioco è suddiviso in mesi. Inizierete davanti ad un menu testuale dal quale potrete scegliere le attività da fare la domenica. L'unica che vi farà uscire nel monastero di  Garreg Mach è "esplora". Qui avrete un sintomo di comunicazione col mondo esterno, ma poi si tratta di navigare tra menu ed effettuare battaglie per racimolare esperienza. Intervallate in momenti critici, ci saranno filmati con vari personaggi, ma sempre a ridosso degli avvenimento importanti di fine mese. Questo lascia lunghi vuoti.

Nella prima run potrete fare poco, state imparando le meccaniche, ci si fa poco caso. Per certi versi è un bene che il resto sia così poco interessante, sarebbe stato un sovraccarico. Poi però fate un'altra run. E vi accorgete che gli eventi sono gli stessi per tutte e tre le classi. Ve lo dico, i Leoni Blu sono quelli più collegati a livello personale agli eventi del gioco nella prima parte, ce li si gode di più, ma in linea di massima, è una palla ripetere il tutto.

Come ho detto in precedenza, il new game plus aiuta tantissimo a velocizzare il processo, ma ad ogni nuova giocata ci si accorge sempre più dei limiti della prima parte del gioco.

PROTAGONISTA


Non sono rimasto particolarmente contento da Byleth, l'avatar del giocatore in Fire Emblem Three Houses. In primis perché ritengo che "teacher" come soprannome vocale sia davvero pessimo da sentirsi dire, specie nella seconda parte del gioco o durante dialoghi seri, epici e gloriosi. In secondo luogo perché provo in genere dispiacere per personaggi costruiti come lui.

Abbiamo l'impossibilità di scegliere l'aspetto, possiamo solo decidere sesso, nome e data di nascita. Poi vive nel limbo dell'indecisione. Nelle battaglia è doppiato e le sue frasi post vittoria o alla salita di livello lasciano intendere una personalità. Che però nei dialoghi è molto poco presente. Al giocatore a volte saranno presentate scelte di dialogo, ma quasi sempre tra 2 opzioni che non cambiano il corso della storia. Altrimenti ci ritroveremo con una sola opzione da scegliere. E qui il doppiaggio non c'è minimamente.

Un'occasione sprecata per tirar fuori un personaggio da gioco di ruolo vero. Ma immagino aggiunga un layer di complessità che in Intelligent System non sono ancora pronti a gestire. Sembra sia costruito come il protagonista di Xenoblade Chronicles X. Io preferisco protagonisti con personalità e ruoli ben più definiti, come già erano Corrin e Daraen. Per quanto Corrin fosse un palo nel culo. Così com'è Byleth, è difficile calarsi nei suoi panni.


SISTEMA PROGRESSIONE 


Questo Fire Emblem basa la sua progressione non tanto sulle classi ed i livelli, ma sulle competenze. Ogni arma usabile dai vari personaggi ha associato un livello di competenza. È sempre stato così in Fire Emblem, solo che ora è al centro della progressione e non un extra. Questa competenza aumenta quando si combatte e durante le lezioni al monastero. Ogni personaggio ha accesso a tutto e quindi si può plasmare la propria squadra in ogni modo. Una volta raggiunto un livello di personaggio e competenze minime, è possibile sostenere un esame e cambiare classe.

Questo, unito alla progressione slegata del livello, che può arrivare al 99°, evita tutto il fenomeno di grind selvaggio di Awakening. Fin qui tutto bene, ma perché è in "meh" ? Perché C'è una meccanica che mi ha dato molto fastidio. Ogni classe ha dei punti classe che vengono accumulati ad ogni battaglia. Una volta portati al massimo, si impara un'abilità speciale che potrà essere usata dal personaggio. Il problema è che con le classi degli ultimi due tier, occorre un numero spropositato di battaglie. Roba che uno deve mettersi e grindare appositamente. Fa passare la voglia. Questa singola cosa, ha buttato questo elemento di gioco in Meh.

RESA GRAFICA


Il gioco risulta essere un po' mediocre dal punto di vista visivo. Le animazioni di battaglia non sono male, tutto il resto lascia un po' a desiderare. I modelli dei personaggi sono ben realizzati, mentre gli ambienti risultano molto spogli e privi di personalità, così come le mappe.

Credo che sia dovuto all'utilizzare il motore grafico di Koei Tecmo, che non ha mai brillato per qualità tecniche. È un peccato perché i Fire Emblem per 3DS erano delle meraviglie per la console sulla quale giravano. Siamo comunque a livelli migliori rispetto a quanto fecero con Radiant Dawn.

DESIGN MAPPE


Qui siamo di fronte ad un altro Fire Emblem dal design delle mappe davvero sottotono.
Giusto per mettere le cose in chiaro subito.
I Fire Emblem con le mappe migliori sono: The Binding Blade, New Mistery of the Emblem, Fates: Conquest e Trachia 776. Quattro di questi, non sono usciti dal Giappone. E me ne rendo conto solo ora che l'ho scritto. Quindi noi occidentali siamo abituati alle mappe... cesse.
Le peggiori ce le hanno Fire Emblem Gaiden ed il suo remake Echoes Shadow of Valentia. Gli altri sono un po' episodi di mezzi, con alti e bassi.

Three Houses ha mappe anonime, che non si distinguono. Layout generici, estetica generica, nessuna tattica avanzata da usare, nessuna necessità di capire la mappa. L'obiettivo principale è sempre: uccidi tutti o il capo. Il gioco prova a fare qualcosa di interessante solo su 2-3 mappe. Senza contare poi che le mappe delle battaglie extra sono poche e le rivedrete all'infinito.






DIFFICOLTÀ


Il gioco è di una facilità disarmante. A difficoltà facile è una barzelletta pura. Non offre alcuna sfida.
A difficile, sul finire di gioco ci saranno alcuni aumenti di difficoltà e sezioni più ostiche, ma nulla di veramente ostico. Inoltre per il 90% dell'avventura, siamo a livelli tali che è "impercettibile" da facile. Anche perché il gioco ha una meccanica di riavvolgi tempo molto, ma molto potente e flessibile, quindi anche piccoli sbagli possono essere rimediati con facilità, in modo più marcato di quanto non permettesse di fare Echoes.  È stato il primo Fire Emblem che ho finito senza sentirmi soddisfatto della sfida. No, non è vero, esistono Awakening e Fates, ma onestamente da questo mi aspettavo un po' di più.

È stata aggiunta una difficoltà aggiuntiva via patch, ma è la classica difficoltà tosta perché è numericamente eccessiva, che a me non fa impazzire. Davvero calibrato male. Se siete veterani, vi consiglio di iniziare a difficile. 


NIENTE "SHIP LOCK"


Questo è forse il problema più grave. Allora, ho apprezzato molto che questo Fire Emblem non sbatta in faccia le romance come i precedenti, anche se TUTTI i dialoghi A sono una dichiarazione d'amore o superamicizia tra i personaggi, fermando quindi i supporti interessanti al grado C e B.
Però in questo gioco non esiste la possibilità di chiudere una romance, una coppia. Posso avere accoppiamenti di livello A con tutti e poi il gioco deciderà lui in base a criteri che ancora non ho colto. Voglio avere la possibilità di chiudere le coppie come dico io senza perdere i benefit del supporto A.




Facciamo quindi un sunto della situazione. Questo Fire Emblem è valido o no?
Sono molto contrastato a livello personale, ma mi sento di dargli un 8 tondo.
In fondo la prima esperienza con il gioco è ottima.
Impostando a difficoltà difficile fin da subito minimizza l'effetto coltello caldo nel burro. 
Il gioco sa prendere con la sua storia, i suoi personaggi anche se siamo nella terra dei cliché, perché sono usati bene. Non c'è più quel buonismo di Fates, qui c'è la dura realtà che colpisce un po' tutti. Ci si appassiona alle proprie unità alle proprie build, si si impegna per costruire il team perfetto, si vuole scoprire tutto di tutti e quindi ci si impegna nel fare tutte le altre run. La musica è più che buona, con alcuni pezzi meravigliosi, le performance degli attori anche, si vede che è un gioco fatto a modo. 
Ed è un buon Fire Emblem alla fine. Strano vederlo fatto da Koei, tra tutti gli sviluppatori che esistono sulla faccia della terra, ma ehi, se il risultato è questo, ben venga.



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