Devil May Cry 5 - Recensione




Piattaforme: PC(Giocata)/PS4/Xbox One Data di Uscita: 08/03/2019
11 anni dopo l'uscita di Devil May Cry 4, Capcom riposta alla luce la sua saga di hack & slash. DmC fatto dai Ninja Theory non conta nel calcolo, sia chiaro. Con al timone Hideaki Itsuno, Capcom ne imbrocca un'altra. Jackpot.





Io sono una schiappa totale nei giochi Hack & Slash. I miei riflessi sono quelli di un bradipo, mentre la mia coordinazione muscolare sui controller è a tratti imbarazzante. Ma questo non mi ha mai fermato dal giocare questo genere di giochi, fermandomi ai livelli di difficoltà più bassi semmai.
Perché? Perché quelli fatti bene, ti fanno sentire un pheego della madonna, a menare mostri nel modo più cool possibile. E questo ci riesce. Alla grande.




I 3 STILI DI GAMEPLAY

Uno dei problemi principali nel realizzare un gioco action hack & slash è quello di creare un buon sistema di combattimento. Che sia semplice da prendere in mano, ma sia abbastanza profondo da rendere possibile alti livelli di gioco. Capcom è riuscita nell'impresa nel portare alla luce 3 diversi personaggi, tutti unici, in un unico gioco. Tutti con la loro profondità e sostanzialmente diversi.
Possiamo dire che Capcom è partita un po' avvantaggiata perché due di questi erano già stati delineati in DMC 4 : Nero e Dante.

Nero è molto semplice e lineare da usare e sarà il primo sul quale metteremo mano. La sua spada ha poche semplici combo, il suo braccio meccanico ha una funzione di gancio ed un attacco speciale che dipende dal modello equipaggiato e Nero ha solo un'arma da fuoco: un revolver.
La complessità nasce da due fattori: il saper ruotare tra questi tre elementi in modo efficace, il caricare la propria spada con benzina per sferrare attacchi più potenti con il giusto tempismo e gestire il ciclo di rottura delle braccia meccaniche. Alcune sono assolutamente fantastiche. Il razzo pugno è pura libidine, così come il braccio trivella.
Nero, con un lounge terrestre, uno aereo e con la possibilità di arpionare i nemici, ha sempre un modo per rincorrere i nemici e tende ad essere molto aggressivo.



V è l'esatto opposto. Non credo di aver mai visto l'archetipo del summoner realizzato con così tanta cura in un gioco action. Il vostro corpo è fragile e non ha la minima capacità offensiva. Per combattere dovrete affidarvi agli attacchi delle creature evocate. Un falco che genererà attacchi elettrici a distanza ed una pantera che invece sferrerà attacchi corpo a corpo. All'inizio è molto straniante. Invece di essere nel mezzo dell'azione e capire come arrivarci, dovrete stare il più lontano possibile, gestendo con il lock on l'attacco delle proprie creature. La loro posizione non è comandata dal giocatore e pertanto potrebbe essere difficile gestirne la portata degli attacchi, ma l'IA del gioco è molto brava a minimizzare ogni problematica. Infatti con V basta di solito spammare i tasti di attacco e si faranno bei punteggi in battaglia. Ovviamente a difficoltà basse. Anche il suo devil trigger è interessante. Invece di trasformarsi e diventare più forte, V evocherà un mostro gigantesco che inizierà a menare i nemici su schermo a scazzottoni o con potenti raggi laser esplosivi. Da vedere è impressionante ed il campo di battaglia con V può diventare molto acceso. Per evitare però di giocare completamente rimosso dalla battaglia, V deve dare il colpo di grazia ai nemici di persona.

Trovo l'introduzione di questo personaggio molto importante da un punto di vista del gameplay perché insegna al giocatore meno navigato una cosa molto importante: la visione di insieme del combattimento. Gli altri, con il loro stile più personale, visto che devono avvicinarsi al nemico, spesso finiscono col non notare il resto della composizione nemica. V deve avere l'occhio su tutti, sempre. Secondo me è un ottimo modo dare questa prospettiva prima di passare ad usare Dante.



Dante è la meglio della sua forma. Ritorna come ce lo ricordiamo da DMC4, quindi con i suoi 4 stili di : Swordmaster, Gunslinger, Tricker e Royalguard, liberamente intercambiabili con la pressione di una delle direzioni del D-pad. Inoltre ritorna la sua funzione di arsenale vivente. Con 4 armi da corpo a corpo cambiabili al volo e altrettante da tiro, Dante è più complesso rispetto agli altri due. O almeno, è molto semplice da giocare da nabbo, ma un vero pro ha davvero tanti strumenti a sua disposizione per fare cose spettacolari. Saltare da un'arma all'altra, da uno stile all'altro è l'essenza di un buon Dante e quello che si riesce a mettere in piedi è un vero spettacolo. La moto che diventa due motoseghe, Cavaliere, è qualcosa di assolutamente fantastico. Era pheega nei trailer, è amore nel gioco vero e proprio.

Quando altri giochi, anche di estrema qualità, come Bayonetta o God of War, ti danno un personaggio, uno stile, un sistema, DMC 5 te ne da 3. Diversi ed ognuno spettacolare a suo modo.


LA GRAFICA

Devil May Cry 5 sfrutta il RE Engine. A quanto pare questo motore grafico è più versatile di quel che sembra. Ad oggi ha dato i natali ad un horror in prima persona, ad uno in terza ed ad un hack and slash. La qualità è molto elevata e così sono anche le performance. I 60 fps sono mantenuti il 100% del tempo durante il gameplay senza grosse pretese dalla mia configurazione a dettagli massimi.
Quel che stupisce di più è il salto qualitativo che la serie ha compiuto. Rispetto ai suoi contemporanei non è mai stata impressionante graficamente. Se la cavava con lo stile. Invece ora può contendersela con altri prodotti AAA multipiattaforma. Certo, non siamo in un mondo open world e non dobbiamo muovere tantissimo dettaglio su schermo, ma la qualità generale è di alto livello. I modelli dei protagonisti e mostri sono dettagliati, il mondo ha più elementi interattivi e fisici di quanto ci si possa aspettare (i complimenti a chi ha programmato gli scaffali con i libri distruttibili, sul serio), le animazioni sono fluide e interpolate in modo elegantissimo, gli effetti particellari convincenti. Un lavoro sopraffino.



Unico difetto, per così dire, è che le cutscene usano effetti più pesanti rispetto al gameplay. Il che è un bene per massimizzare l'impatto grafico delle sequenze animate in tempo reale e lasciare il gameplay il più leggero possibile, ma su PC avrei gradito la possibilità di ottenere parità visiva tra i due mondi.

 IL FANSERVICE

I riferimenti al resto della saga in questo episodio si sprecano. Hanno ripreso molte cose date per perse. Morrison e Patty sono presenti dall'anime, anche se il primo ha cambiato razza nel frattempo a quanto pare, la costruttrice di Ebony e Ivory è rinominata e ricanonizzata. Ci sono tanti documenti visionabili nella galleria interna del gioco, tutti che donano spessore al mondo di gioco ed i suoi personaggi e cercano di rimettere un attimo in senso il background narrativo.
Anche frasi e scene richiameranno tanti episodi accaduti negli scorsi episodi del franchise.
Se siete fan di lunga data, c'è solo ancora di più da amare.

LO STILE

Una cosa che io ho apprezzato molto di questo DMC è lo stile complessivo. Perché non è stupidamente esagerato. Io ho sempre trovato God of War troppo volutamente violento, mentre Bayonetta troppo assurdo. Non mi porta ad odiarli o a non farmeli piacere, li trovo semplicemente meno affini. Devil May Cry è comunque giapponesi, ha i suoi momenti esagerati, senza dubbio, ma in questo capitolo sono molto più eleganti e meno senza senso. Tutto il design del gioco è improntato a dare una svolta un po' più realistica. Le animazioni stesse ne sono l'indicazione, molto meno giocose e più integrate con il resto del mondo che circonda i personaggi. E questa nuova direzione mi piace molto.
Poi eh, parliamo sempre di un gioco dove uno dei protagonisti può lanciare il suo razzo pugno contro i nemici e farci surf sopra.




LA STORIA


La storia in giochi del genere non deve ricoprire chissà quale ruolo importante. Per me deve giusto essere di aiuto al gameplay. Il giocatore deve voler giocare per scoprire nuove mosse e nuovi nemici, per menare nuovi boss. Però riuscire a legare anche un minimo emotivamente, rende il viaggio molto più bello. E diciamo che questo DMC fa un buon tentativo, ma non riesce bene del tutto. Usa una struttura narrativa a salti, andando a narrare in maniera discontinua gli eventi, saltando da un personaggio all'altro, dandoci le prospettive diverse sulla vicenda. Alcuni passaggi sono gestiti molto velocemente e sembra che il gioco necessiti di un paio di missioni in più sul finale per spiegare meglio alcune evoluzioni dei personaggi.

LA MUSICA

Devo essere sincero, non ho trovato tracce particolarmente belle o interessanti a parte Devil Trigger. E no, non mi sto lamentando perché sono nabbo e non raggiungo mai il rango SSS per sentire le musiche in tutto il loro splendore visto che le tracce complete si sentono solo da S in poi.
Le ho ascoltate le tracce. Semplicemente non sono il mio genere e non le tropo particolarmente ispirate. Nell'edizione deluxe è possibile cambiare i temi di battaglia generici dei protagonisti e così ho fatto. Dante con la sua musica di DMC3 e V con la musica di Nelo Angelo. Molto meglio dei loro pezzi di DMC 5. Un peccato perché davvero, la musica degli altri DMC la trovavo davvero, davvero più ispirata.
Nulla di brutto eh, assolutamente, però si poteva fare di più secondo me. Forse con altri artisti.


AMBIENTAZIONI


Un altro punto un po' basso diciamo del gioco sono le ambientazioni. Sono di ottima fattura e generalmente ispirate, nel senso che vendono benissimo l'atmosfera. Ma sono in generale: ripetute un po' troppo e poco uniche. A livello di trama hanno senso. Ci troviamo in una città devastata da una piantona demoniaca. Quindi città distrutta in rovina. E la piantona demoniaca ha il classico stile da interno semi vivente pieno di sangue. Solo che su 20 livelli, la varietà cala e non c'è molta differenziazione. Considerando la buona realizzazione, mi sarei aspettato di più. Per certi versi, DMC4, con tutto il suo backtracking, offriva ambientazioni più diverse.
Tra l'altro, si è perso totalmente lo stile gotico presente nei precedenti. Dove sono finite le cattedralone?
Un po' mi mancano.




Il miglior Devil May Cry di sempre? Discutibile, ma senza ombra di dubbio un gioco grandioso. Gameplay sopraffino, presentazione ad altissimi livelli. C'è molto da amare per i veterani della serie ed i neofiti si potrebbero trovare un po' spaesati dalla storia. Però quando finisci un gioco e l'unica cosa che ti rimane è la sensazione di volerne ancora di più, beh, vuol dire che ci han preso davvero in pieno.




Stay Classy, Internet

Nessun commento:

Posta un commento

01 09 10