La bellezza della one shot fatte durante il periodo delle
festa, in terronia. Quando il sottoscritto non fa il master, ma finalmente il
giocatore. Quindi ve la racconterò da giocatore e non da master, in un modo per me abbastanza nuovo.
Le regole di gioco sono quelle di Pathfinder. Eravamo in 4
giocatori, masterati dal mio buon amico nerdone “Arhen”. Eravamo personaggi di
primo livello, quindi il combattimento è estremamente letale, e tutti possiamo
morire da un momento all’altro. La tradizione vede la morte che colpisce tutti
o quasi i PG quindi io metto il massimo impegno per evitare tale sorte.
Il mio personaggio è un Gunslinger Bolt Ace, che mette danni
a distanza con una bella balestra a ripetizione pesante perfezionata. In
squadra avevamo un fattucchiere con la maledizione del sonno, un guerriero a
due mani con un falcione ed un druido con una tigre bengala come compagno
animale. Ed ora… preparatevi ad un racconto in prima persona, in personaggio.
Vediamo come vien fuori va’!
<<Mi sveglio come se lo stia facendo per la prima
volta nella mia vita. La testa è pesante, il mio corpo è indolenzito e la vista
è sfocata. Di fianco a me vedo altre tre persone, intorno a noi ci sono molti
infermieri. Un dolce calore si diffonde sul mio corpo dalle mani di uno dei
curatori ed il dolore svanisce. Magia curativa. L’ho sempre amata in tutti
questi anni di…… di……. Di cosa? Grande Evoig, non…. Non ricordo nulla…. Chi
sono queste persone di fianco a me? Chi è questa gente? Perché non ricordo
nulla? Queste persone di fianco a me sono sensibilmente scosse e spaesate,
sembra che anche loro abbiano il mio stesso senso di smarrimento.
“Bensvegliati! È passata una settimana dalla vostra presa
della porta Est, eravamo preoccupati di avervi perso, ma ora che siete qui tutto
andrà per il meglio!”. Queste parole si scontrano con gli sguardi vuoti e
dispersi di tutti noi. “Come scusi?” chiede uno dei miei vicini. I nostri
interlocutori sembrano essere spaesati come noi di questa nostra reazione.
Passiamo le prossime ore a fare un condensato di quello che è successo negli
ultimi giorni. A quanto pare io dovrei essere il principe di una nazione che
sta cercando di conquistare un gruppo di isole e questa si sta dimostrando
particolarmente ostica. La città di Aiort è piena di trappole magiche e noi non
siamo in grado di espugnarle perché non abbiamo le contromisure adeguate.
Abbiamo provato ad attaccare frontalmente la loro porta est, a quanto pare una
mia idea, e l’abbiamo sfondata, ma il contrattacco è stato furioso e siamo
dovuti indietreggiare e le abbiamo prese parecchio. Ora dobbiamo capire come
prendere la città. Le persone con me sono un conte del regno, che è anche un
mago, e due compagni di avventure del me medesimo principe, un guerriero
nerboruto con un falcione gigante ed un druido con una tigre di dimensioni
generose. Io ho una balestra a ripetizione pesante e la maneggio con grande
perizia, ma non riesco a ricordarmi come l’ho ottenuta o se l’ho costruita io
se per questo, e da quanto tempo la uso. Per essere un’amnesia da post trauma
da battaglia, sembra essere estremamente selettiva. Tutti gli avvenimenti della
mia storia da quando sono nato sono stati rimossi eppure le mie conoscenze ed
abilità sono tutte intatte. La faccenda mi puzza un po’, ma non è che abbia
molte alternative.
Passiamo un paio di giorni ad analizzare la situazione. Su
mare il nostro regno fa schifo ed il vero punto di forza della città è il suo
porto, che è pesantemente difeso e garantisce rifornimenti e viveri dalle altre
isole. La caduta di Aiort è fondamentale per prendere il resto dell’arcipelago.
Bisogna pensare ad un piano, non troppo complicato ma d’impatto. Ho perso il
conto delle ore passate a discutere di come diavolo prendere questa dannata
città, ma alla fine sembra che il mio piano si sia imposto su quelli proposti
dagli altri.
L’idea è semplice: abbiamo già preso la porta Est, non
importa quanto l’abbiano rifortificata, sarà comunque indebolita rispetto a
prima. Abbiamo 5000 uomini a disposizione. Saranno divisi in 5 battaglioni da
900 uomini, impiegati in un attacco diviso. 3 battaglioni assalteranno la porta
est, per 3 ore di battaglia, ruotando gli uomini al fronte ogni ora e
rimpinguando le perdite quando un battaglione scende sotto il 75% della propria
forza combattiva. Se questo dovesse cadere sotto il 50%, ritirata forzata,
meglio non perdere più uomini del dovuto. Un quarto battaglione funzionerà da
“trappola”. Si farà vedere in lontananza dal campo di battaglia, come altro
battaglione di ricambio, ma non entrerà mai in battaglia, serve solo a dare
l’impressione che stiamo attaccando con il grosso dei nostri uomini. Intanto il
5° battaglione assalterà le mura da un’altra postazione dopo un’ora dall’inizio
della battaglia sul fronte principale e compirà un attacco a tenaglia se
possibile o combatterà in modo frontale. I 100 uomini mancanti da ogni
battaglione saranno assegnati alla difesa dell’accampamento.
Noi quattro, insieme a degli uomini, ci infiltreremo nel
bosco per arrivare alle mura. Il bosco è pieno di trappole magiche e non, ma
alcuni dei nostri esploratori sono arrivati fino alle mura e tornati indietro.
Un esercito non passerebbe mai, ma una ventina di uomini potrebbero passare.
Decido di prendere 4 esploratori, 5 guerrieri con scudo, 5 arcieri ed un
guaritore e prendere quanta più roba per appiccare il fuoco. Abbiamo delle
guardie corrotte che ci faranno entrare. Andremo al porto, incendieremo tutto e
poi fuggiremo indietro o ci uniremo alla battaglia. Sarà la quinta volta che
ripasso mentalmente i dettagli del piano. Speriamo.
L’assalto comincerà al calar della notte, meno visibilità
per tutti e maggior potenziale di richiamo dei fuochi appiccati.
Il bosco è mediamente fitto, ora che sono qui di persona
posso capire come un esercito possa far fatica a passare. L’intero bosco emana
un’aura di invocazione, almeno così dice il mago, quindi ci aspettiamo il
peggio. Avanziamo facilmente, ma dopo una decina di minuti due alberi crollano
ed uccidono due dei miei esploratori. Una trappola particolarmente non magica dire.
Poi il dolore. Il giaco di maglia che fallisce e non mi protegge. La testa
gira, i miei occhi si riempiono di rosso, perdo i sensi. Mi risveglio dopo
poco. Sopra di me riconosco il volto del guaritore, ha in mano una boccetta
vuota, e sento del liquido fresco sulle mie labbra, probabilmente mi avrà
somministrato una pozione. Mi rimetto in piedi e vedo gli altri in posizione da
battaglia che puntano degli alberi. Un nemico è su uno di essi ed uno è a
terra. Malgrado le ferite si siano rimarginate sono ancora indolenzito, prendo
la mia balestra e la punto ai nemici. Il druido spara con la sua balestra al
nemico sull’albero che cade rovinosamente dopo il colpo, morendo. “No!! Potevano
esserci utili per individuare le trappole!” dice qualcuno. Io direi meglio
morti. Ci rimettiamo in marcia ed arriviamo alle mura. In lontananza si sente
il rumore della battaglia che imperversa, ma si confonde con il rumore delle
frasche mosse dal vento, in un insieme di suoni che risulta stranamente
rilassante.
La porta ci viene aperta da una guardia, di basso rango. Ci
indica la strada e ci scorta. Durante il breve tragitto mi faccio dire che
effettivamente ci sono poche guardie in giro perché stanno chiamando più gente
possibile al fronte principale. Ottimo. Usciamo e siamo all’interno della
città. Ora dobbiamo dirigerci al porto. Metto gli uomini in formazione ed
avanziamo. Non siamo proprio silenziosi, ma non vestiamo in modo diverso dai
loro soldati possiamo passare per una pattuglia locale. Una voce alle nostre
spalle ci intima l’alt. “Dove state andando? Ci serve aiuto al cancello Est,
dobbiamo fermare l’attacco!”. “Ci hanno detto che c’erano attività sospette in
zona, stavamo facendo un giro di perlustrazione”, gli dico subito, sicuro di
me. “Chi vi ha dato l’ordine?” “Non un ufficiale, è stata una segnalazione
delle forze di pattuglia locale, hanno contattato direttamente noi che eravamo
vicini” “Sovrascrivo l’ordine, venite con noi, ora!” Mi vedo costretto a dire
velocemente e con fermezza: “Va bene, vi seguiamo”. Il tempo di aspettare che
tutti loro si siano girati e messi in posizione di corsa ed io sollevo la mia
balestra ed attacchiamo. Il nostro guerriero si butta in mezzo, aiutato dalle
guardie. Fanno una strage. Niente urla, niente dolore, è un massacro
unilaterale. Io punto direttamente al capo che mi ha dato gli ordini. Un colpo
sicuro, preciso: due quadrelli lo colpiscono alla testa e lo mettono a terra.
Ci siamo liberati dell’imprevisto nel modo più veloce ed efficiente.
Le persone si riversano sulle strade, attirate dallo
scontro. Il Druido farfuglia qualcosa di strano: “LORO, TRADITORI, NOI VOGLIAMO
PROTEGGERE VOI…..EEEEEH……”. Intervengo pronto: “Cittadini, potete stare
tranquilli. Ci erano stati segnalati dei traditori nella zona, li abbiamo
intercettati ed eliminati. Vi consiglio di rientrare nelle vostre case e
rimanerci, c’è un duro combattimento in atto e chiediamo che le strade siano
sgombere”. Il cuore smette di battere per qualche istante. I miei uomini non
hanno una postura da combattimento ma vedo le loro mani che si stringono sulle
loro armi. La popolazione ci ringrazia e se ne va. Tiriamo tutti un sospiro di
sollievo. Io controllo i soldati che abbiamo appena sconfitto. Il capoccia ha
una targhetta di riconoscimento. Antonio. Mah, che nome. Meglio staccarla, così
che non possano riconoscerlo subito.
Ci avviamo per il porto. Non ci esponiamo direttamente ma ci
affacciamo leggermente a scrutare la zona. Guardie ovunque. Una struttura in lontananza
è particolarmente ben difesa. Sarà con tutta probabilità il magazzino ed è uno
dei nostri bersagli. Il problema è come approcciarsi alla situazione. Considero
velocemente tutte le possibili opzioni e metto in atto un piano, simile a
quello che già è in corso ora: dividi et impera. Mando un nostro esploratore a
dar fuoco ad un edificio isolato, senza guardie. Questo causa una certa confusione
e disperde le unità di pattuglia. I moli rimangono guardati, ma da meno gente,
mentre le guardie intorno al magazzino non si muovono. Mando i due esploratori
rimasti ad incendiare edifici a caso in modo da attirare l’attenzione di quanti
più soldati possibili. Gli do un punto di rendevouz, ma so che potremmo non
esserci se la situazione si fa pesante.
I moli sono protetti ora solo da due guardie. Io ed i miei
compagni prendiamo di mira una e gli arcieri l’altra. Cadono nell’acqua
trafitti dai nostri dardi. Il rumore ed il caos generale fa passare i loro
tonfi nell’acqua come rumore di sottofondo. Prendiamo le frecce incendiarie e
diamo fuoco a due navi. Ci rifugiamo nei vicoli dopo ogni sparata per spostarci
e rendere più difficile l’individuazione della nostra posizione.
Le cose non stanno andando come sperato. Una cinquantina di
guardie arrivano al porto di corsa e si mettono sulle nostre tracce. Il
magazzino non è colpito, ma stiamo spostando uomini su questo fronte ed il
danno è comunque consistente. L’idea è chiara: dobbiamo ritirarci. Ritorniamo
di volata alle mura, bruciando edifici mentre ci allontaniamo. Intanto gli
esploratori stanno facendo casino: vediamo nuovi fuochi ogni qualche minuto.
Alle mura bussiamo alla porta di servizio, ma prendiamo
precauzioni. Un paio di soldati normali si presentano, mentre io e gli arcieri
siamo in posizione di tiro. In effetti apre una guardia che non avevamo visto
prima. “Ah finalmente dei rinforzi! Abbiamo catturato dei ribelli che avevano
fatto passare degli agenti nemici, dobbiamo trovarli”. Il povero soldato viene
crivellato di frecce e gli altri miei compagni caricano dentro eliminando altre
due guardie all’interno. Siamo senza esploratori per rientrare attraverso il
bosco e siamo senza più alleati. Cerchiamo quindi di riunirci al fronte
principale. Saliamo il torrione per uscire sulle mura.
Due uomini ci vedono e ci intimano l’alt. Uno lo secco con
la mia balestra, mentre l’altro sembra non subire gli attacchi magici del
nostro mago. Incomincio a dubitare della sua effettiva potenza.
Di fianco al nemico c’è un gong d’allarme. Non deve suonarlo.
Sparo. Un terribile rumore proviene dalla mia balestra e sento degli ingranaggi
che si criccano. Merda, NON ORA, NON ORA. Il mago si sposta dalle scale ed
incanta dei versi ma ancora una volta non fa nulla. Il gong viene suonato.
Merda, merda che diavolo fare ora? Non ci voleva proprio. Il guerriero carica,
mi supera in velocità, ma si sbilancia, inciampa e si ritrova vicino al nemico
pronto per essere spinto giù. Prendo un sacchetto di triboli e lo lancio con
tutta la mia forza al nemico. Lo prendo in piena faccia, il sacchetto si rompe
ed i triboli gli si conficcano nel volto. Un colpo di balestra di qualcun altro
e muore. Per certi versi abbiamo scongiurato il peggio, anche se l’allarme è
stato lanciato. Vediamo in lontananza una catapulta. Non sta venendo usata, è
troppo lontana dal fronte per essere utile, ma per noi può essere
un’opportunità. Ci incamminiamo.
Nel tragitto rimetto in sesto i meccanismi della mia
balestra a ripetizione e la tengo puntata in avanti. Dinanzi a noi ci si parano
dei soldati. Un paio di uomini con gli scudi, altra gente dietro ed un’aura
magica. Probabilmente c’è un incantatore dietro tutto quel metallo. Ottima
tattica, simile alla nostra per avanzare, ma non sono un tiratore scelto per niente……
o forse non lo sono? Ah, non ricordo più nulla, ma so che per quanto
un’armatura possa coprire un corpo od una postura difensiva essere ben pensata,
ci sono sempre dei punti deboli. Un paio di colpi nei posti giusti ed una
guardia cade a terra, rivelando il mago.
Proviamo a sparare ed a caricare ma i nostri sforzi sono
vani: le frecce vengono deviate e chi ha caricato è scivolato male. Qualcosa
sul terreno? È buio non si vede molto bene. Di sicuro opera della magia. Lancio
triboli addosso al mago aspettando una loro mossa, una loro avanzata, ma non si
muovono di un millimetro. Cosa aspettano? Forse che qualcuno arrivi dalle
retrovie? Mi giro velocemente e noto che abbiamo perso i nostri uomini dietro.
Gli altri erano tutti focalizzati avanti, anche se avevo detto di lasciare
almeno qualche occhio per le nostre spalle. E sta avanzando gente. Ancora una
volta butto triboli, ma a che pro? Siamo circondati…. Pensa, Pensa, PENSA
DANNAZIONE. Intorno a me qualcuno inizia a prendere parte della stoffa che
avevamo portato per facilitare l’incendio ed a legarla per fare una corda per
scendere dalle mura…….. posso provare a prendere tempo o ad uscire da questa
situazione.
“Tu, mago, o qualcuno di rango più alto, ascoltatemi un
attimo, possiamo uscire da questa situazione. Ho con me un corno, posso
richiamare l’assalto. So che sembra stano da credere ma a quanto pare io dovrei
essere il principe del regno che vi sta attaccando e….” “Si, va bene, ed io
sono il re, tuo padre” “Neanche io sono sicuro di questa cosa, mi sono
svegliato senza memoria e questo è quanto mi hanno detto e ci credo fino a
mezzogiorno. So che avete degli ottimi maghi, quindi vi chiedo questo: io
chiamerò via l’attacco e voi in cambio mi lascerete andare o mi aiuterete a
capire se io sia veramente il principe e qualora lo sia, potrete anche usarmi
come merce di contrattazione con l’impero. Fatemi avvicinare alla battaglia e
suonerò il corno, se non accadrà nulla potrete uccidermi in quel momento”. Il
mago avversario non sembrava voler cedere, non si fidava. Faceva bene, neanche
io mi sarei fidato ed in ogni modo era tutta una scusa per prendere tempo per
escogitare qualche cosa di ancora più folle per uscirne vivi… Il mago con un
colpo di mano scaglia un fiotto d’acido sulla corda che stavano preparando i
miei compagni, distruggendola. Idea del cazzo, non gli avevo neanche detto di
farlo, fanno di testa loro e va tutto in vacca. Un sibilo nell’aria sorprende
tutti ed il mago cade, crivellato da due frecce. Dalle case della città sotto
di noi si vedono i due nostri esploratori, che ci hanno appena salvato la
pelle. Frecce si levano contro di loro, ma non sembrano ferirli. Io imbraccio
velocemente la mia balestra e secco l’ultima guardia corazzata davanti a noi.
Iniziamo ad avanzare, a passo svelto per raggiungere la catapulta.
Dietro di noi spargiamo triboli e teniamo i nemici sotto pressione con i nostri
arcieri che sparano salve a cadenza regolare per costringerli a stare con gli
scudi alzati così che non possano usarli per evitare i triboli.
La catapulta è di piccole dimensioni, ma ha una buona
gittata. Ha 4 munizioni e possiamo facilmente renderle incendiarie con i nostri
equipaggiamenti. Tutti intorno a me sono spaesati, non sanno manovrarla.
Neanche io, ma in fondo si tratta di fare qualche calcolo geometrico e tarare
la catapulta di conseguenza. La porta Est sta tenendo l’assalto. Il primo colpo
della catapulta si infrange sulle fortificazioni nemiche dietro la porta. Il
secondo colpo invece finisce sul tetto del magazzino del porto. Non avrei mai
pensato di attaccare il nostro obiettivo principale in questo modo. Purtroppo
il terzo colpo non parte. Carico male la catapulta e si rompe il meccanismo di
lancio. Non c’è tempo per ripararlo, dobbiamo abbandonarla.
Decidiamo di riunirci all’esercito principale, quando in
effetti ci accorgiamo di trovarci nella zona dove doveva iniziare l’assalto il
quarto battaglione. Non ci sono nemici. Ci affacciamo e vediamo i nostri
uomini. Salgono senza problemi. Siamo in 900 con loro e possiamo avviare una
tattica a tenaglia e conquistare definitivamente questa città. Ci dirigiamo
verso la porta Est.
La testa si fa improvvisamente pesante, non sento più le
gambe, cado. Magia….? O………..
Quanto sarà passato? La testa è pesantissima e mi rialzo a
fatica…. Ci sono ancora gli uomini vicino a noi, quindi il blackout è stato
veloce….. e mi ricordo tutto, tutto. Non sono un principe, ma la cosa sembrava
abbastanza ovvia, era tutto troppo conveniente. Ero… o meglio sono ancora un
abitante di Aiort. La città è protetta da un incantesimo di interdizione
particolare. Ci può entrare solo chi “invitato” o riconosciuto come nativo.
Avevano bisogno di persone interne alla città per abilitare l’assalto sulle
mura. Ne han presi quattro e ci hanno fatto un lavaggio della memoria…..
I miei compagni sembrano spaesati quanto me. Guardo la mia
città. In preda alle fiamme, morte e distruzione che dilagano su di essa. E
sono stato io a portarle. Guardo al lavoro fatto questa notte. Un assalto
eseguito con perizia e grande capacità. Il comando di uomini. Sono “felice ed
orgoglioso” di quel che ho fatto. Mi avvicino al druido, prendo il mio corno e
glielo consegno “Se vuoi suonarlo per segnalare la ritirata fallo pure, oramai
tanto vale andare fino in fondo”. Mi dirigo verso la porta Est per porre fine
alla battaglia, I miei compagni mi seguono.
L’impero conquistatore si dimostra magnanimo e comprensivo:
malgrado avessimo riacquistato la memoria, abbiamo deciso di restare e
combattere per loro. Diventammo comandanti effettivi e formammo la nostra unità
speciale per eseguire altri assalti di questo tipo in tutte le altre isole,
fino alla conquista dell’intero arcipelago.>>
E con questo le miranti peripezie del mio Bolt Ace
finiscono!
Un’altra One-Shot dove non muore nessuno di noi, causa di
una mia giocata tatticamente solida e dei tiri assolutamente orribili del
master. Spero vi sia piaciuta raccontata così, anche se è un po’ lunghetta.
Alle prossime cronache, con la nuova campagna di GURPS in polentonia!
Stay Classy, Internet.
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