Piattaforma: PC (giocata)/Xbox One/ PS4. Data di uscita: 23/10/2015 (consoles) – 19/11/15 (PC)
Anno nuovo Assassin’s Creed nuovo. Almeno fino al 2015, quest’anno Ubisoft ha deciso di non pubblicare il nuovo AC, passando forse ad una produzione biennale. Come si comporta quindi l’ultimo capitolo fatto con lo stampino in catena di montaggio per uscire ogni anno nello stesso periodo?
The Order 18….. ah no
L’ambientazione scelta per questo capitolo è Londra, nel 1868, in pieno periodo vittoriano. I protagonisti delle vicende sono Evie e Jacob Frye, due fratelli assassini, entrambi giocabili. Le loro personalità sono semplici ma piacevoli, con Jacob più caciarone ed impulsivo ed Evie più fredda e calcolatrice. I loro battibecchi sono abbastanza naturali, così come le interazioni con tutti gli altri personaggi. La premessa della storia è molto semplice: Londra è in mano ai Templari ed i due fratelli vogliono porre rimedio a questa cosa. Mentre Jacob sarà impegnato ad eliminare personalmente i sottoposti per arrivare poi dal gran capo per liberare Londra, Evie sarà concentrata sulla raccolta dati per ritrovare un artefatto dell’Eden, la Sindone, per non farlo cadere in mano templare. Le vicende sono volutamente semplici da seguire, niente più cose strane a caso e “complicate” come nei precedenti capitoli. Alla storia nel passato si unisce quella nel presente, sviluppata in maniera minima ma che questa volta riesce ad arrivare ad un punto di svolta sul finale che preannuncia possibili novità in capitoli futuri. La locazione della Sindone nel passato serve per ritrovarla nel futuro. Il collegamento è chiaro e la rivelazione finale apre effettivamente uno spiraglio verso una possibile rinascita della narrativa del presente in un futuro capitolo. I personaggi storici sono presenti e sono trattati con un po’ più di giustizia rispetto a Unity. Dickens, Carl Marx, Graham Bell, Darwin sono solo alcune delle personalità con le quali il giocatore interagirà. Ognuno di essi avrà qualcosa da fare nella storia principale, per poi offrire una pletora di quest secondarie a tema. Le storie di fantasmi di Dickens sono state le missioni extra che mi hanno più divertito perché integrano un po’ di gameplay investigativo e tendono a sorprendere il giocatore. La narrativa principale vi terrà occupati per le solite 15 ore, ma questa volta sono largamente più piacevoli e saltare da Evie a Jacob durante le varie missioni aiuta ad alleviare un po’ l’effetto routine. L’ambientazione è sfruttata adeguatamente, ma qualcosa manca. La prostituzione. Stranamente presente in tutti gli altri Assassin’s Creed in un modo o nell’altro, è un cliché tipico della società vittoriana… qui assente. Troppo perbenismo ha fatto desistere i creatori del gioco? Probabile.
Ctrl C – Ctrl V
Oramai lo sappiamo bene, il ciclo annuale della saga lascia poco spazio ai cambiamenti drastici, ma non si può dire che non ci provino, come in Black Flag. In questo caso ci troviamo con un gioco molto simile ad Unity per impostazione. Il movimento è mutuato da quest’ultimo e così le meccaniche di combattimento, la grafica, la fisica e la gestione della folla e dell’attività cittadina. La struttura base rimane la stessa: mappa sandbox da esplorare piena di collezionabili, di eventi dinamici, di attività secondarie e di persone che assegnano quest principali e secondarie. Tra i passatempi offerti dalla Londra Vittoriana troviamo gare con le carrozze e scontri di pugilato. E le prime sono una novità importante per la serie. Londra è una città moderna, con carrozze ovunque pronte per essere rubate dal giocatore ed usate per navigare l’ambientazione. Si dimostrano un ottimo cambio al solito correre in giro ed arrampicarsi e per i viaggi brevi sono sicuramente più veloci. Un altro modo che gli sviluppatori hanno trovato per velocizzare l’attraversamento della città è dato dall’uso di un rampino. Questo permette di scalare in pochi secondi ogni parete verticale e non solo: può essere sparato anche su tetti di palazzi di fianco così da permettere finalmente al giocatore di poter viaggiare da tetto a tetto, evitando totalmente le strade qualora lo desideri. L’attraversamento dell’architettura ora è veloce ed è molto più piacevole che in passato.
Evie e Jacob Frye hanno un albero delle abilità mutuato da quello di Arno in Assassin’s Creed Unity, ma questa volta è ampliato ed ha un impatto maggiore. Le abilità a disposizione dei due fratelli sono molte e l’idea di base è che Evie è più brava nello stealth, mentre Jacob è il migliore in combattimento. Questa differenza però si traduce sono in un numero limitato di abilità finali, quindi per la maggior parte del gioco l’abilità e l’inclinazione dei due fratelli dipenderà esclusivamente da quali abilità prenderete per prima. L’equipaggiamento ritorna ma la sua progressione è largamente incrementale, con variazioni minori e quindi non c’è il concetto di build del personaggio come nel titolo precedente. L’unica cosa che conta veramente è il proprio livello, che avanza dopo aver speso un certo numero di punti abilità. A questa meccanica è legata la difficoltà incrementale del gioco: ad ogni nemico è associato un livello e qualora voi ne affrontiate uno che vi supera di un paio di cifre, ogni errore in combattimento sarà fatale e saranno molto più spugna del solito. Viceversa, potrete brutalizzare senza il minimo pensiero ogni nemico che sia di livello più basso.
L’altra meccanica base del titolo è la liberazione della città. Londra è occupata da una gang di malviventi comandata da Templari alla quale voi vi sostituirete. La città è divisa in sezioni, ognuna delle quali ha al suo interno una particolare tipologia di missione che dovrà essere compiuta per essere liberata. Salvare bambini dal lavoro in fabbrica, uccidere un templare, catturarne uno vivo, distruggere una loro base…. Ogni distretto liberato porterà quella zona ad essere popolata con i vostri uomini, che possono essere assoldati ed usati in combattimento. Un richiamo a Assassin’s Creed Brotherhood, ma in questo caso l’implementazione è molto, molto semplice e si tratta solo di uomini usati come combattenti e nessuno può avere i ruoli più tattici visti in Assassin’s Creed Brotherhood.
Le missioni più interessanti sono quelle degli assassinii dei capi templari. Queste vi offriranno diversi approcci al vostro bersaglio, dai più diretti ai più defilati. Purtroppo il gioco guida davvero molto il giocatore anche in questi frangenti, offrendo un aiuto via HUD non indifferente. Avrei apprezzato molto un approccio più in stile Hitman, cosa che potenzialmente sarebbe possibile, ma non rientra nell’ordine delle idee degli sviluppatori. Un peccato ma gli assassinii rimangono il punto più alto del gioco. Tutto sommato ci si ritrova con il solito mix di cose da fare della saga, a questo punto o piace o no, c’è poco da dire.
Meno boiate tecniche
A livello tecnico il gioco è più stabile di Unity, ma è anche meno ambizioso. Londra è il 30% più grande di Parigi, ma ha meno parti interne di edifici, meno passanti per le strade e le nuvole non generano più ombre dinamiche. Insomma, hanno capito che per farlo girare decentemente anche su console, dovevano abbassare il tiro. La città rimane comunque fantastica ed è piena di vita. In giro vedrete postini intenti a consegnare lettere, bambini che vendono giornali, gente che fa fotografie, chi gioca con la palla, chi mangia, chi beve, chi fa compere, treni e stazioni affollate e tanta gente in giro per le carrozze. La simulazione regge benissimo al passare veloce del giocatore e la cura nel dettaglio è come sempre molta. Una GTX 970 riesce a mantenere i 60fps a dettagli alti, ma ha bisogno di un processore i5 di ultima generazione veloce o di un i7 di generazioni più vecchie: il mio i5 2500k ha mostrato cenni di cedimento ed è diventato il collo di bottiglia ai 60fps. Oppure si può optare per giocare a dettagli ultra ma a 30fps stabili. Il gioco si presta ad un range di performance e scalabilità buono, ma è comunque pesante in quanto la simulazione della città è sempre presente ed è il cuore dell’esperienza Assassin’s Creed. La colonna sonora anche fa il suo lavoro ma non ci sono pezzi indimenticabili come quelli di Jasper Kid in passato.
Ubisoft è riuscita a proporre un gioco ad impostazione classica, diretta, semplice e godibile, con un cast di protagonisti questa volta simpatico e sopportabilissimo ed ad aggiungere giusto quelle due o tre nuove meccaniche che migliorano l’esperienza a tal punto che immaginarsi un AC senza di esse sarebbe difficile. Ma siamo sempre nella routine. Spero davvero che questo anno sabbatico aiuti tutti i team coinvolti a reinventarsi un po’ ed a proporre qualcosa di diverso per il prossimo capitolo.
Stay Classy, Internet
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