Mad Max Fury Road- Recensione

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Data di uscita: 14 maggio 2015
Il mondo del cinema hollywoddiano d’azione oramai si può dividere in due grosse categorie. Quella dei supereroi e quella dei remake dagli anni ’80. Così siamo inondati da roba Marvel e DC, ma anche da Stallone & co che cercano di riproporsi come star d’azione in film simpatici ma spesso solo mediocri, mentre il resto cerca di riportare sul grande schermo idee vecchie raccontate di nuovo. Per ogni discreto A-Team ci ritroviamo con pessimi Robocop, Total Recall e via dicendo.
Ora non più. Ora i film sono appena stati riclassificati. Ci sarà Mad Max Fury Road e i film NON Mad Max Fury Road.
I am the road warrior
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Un piccolo excursus va fatto un attimino sulla figura di George Miller, regista, sceneggiatore e visionario dietro a Mad Max. Questo è un uomo che ha iniziato la sua carriera con il primo Mad Max, da noi conosciuto come Interceptor, poi ha continuato con dei sequel… e poi ha fatto Babe il maialino coraggio so ed i due Happy Feet. Insomma, il suo ritorno alla sua visione del futuro distopico post guerra atomica che tanto ha influenzato ogni altra opera del genere dagli anni ’80 in poi, era per certi versi inaspettato anche se era sempre un po’ nell’aria. Può ancora dire qualcosa il 4° film di una serie vecchia come il cucco, a 30 anni di distanza dall’originale in questa era di riproposizioni di idee trite e ritrite?
Porca puttana se può.
Il film è una continua accelerata e può essere riassunto come un’ininterrotta corsa con l’acceleratore al massimo, con un paio di brevissime soste per fare rifornimento. Questo sia metaforicamente che letteralmente.
Il film ha un intreccio molto semplice, facile da seguire. Dalla cittadella distopica capeggiata dal brutto e malvagio Immortan (Hugh Keays-Byrne), una delle sue imperatrici, Furiosa (Charlize Theron) decide di fuggire e portare in salvo un gruppo di generatrici usate come mezzo per generare figli da Immortan. Il nostro… “eroe” diciamo, Max Rockatansky (Tom Hardy) si ritrova veramente per caso imbrigliato in tutto questo, essendo prima catturato dai ragazzi della guerra, pazzi scatenati a servizio di Immortan e poi portato sul campo di battaglia in modo forzato e per una motivazione così assurda che non voglio spoilerarla. Questa folle corsa a tutta velocità non finirà se non alla fine del film. Qualche breve spazio per riflettere sugli eventi, per creare più world building e per farci assorbire meglio i personaggi e poi si riparte.
I personaggi parlano il giusto e la maggior parte della comunicazione dei sentimenti è lasciata agli sguardi, con quelli della Theron in grado di bucare lo schermo. Il vero punto di forza del film è nella descrittività intrinseca di quello che si vede. Il mondo di Mad Max ha una sua mitologia, i suoi luoghi caratteristici, le sue culture e queste si presentano in modo indiretto allo spettatore e vanno a delineare un mondo complesso, strano, distorto ai limiti della ragione ma variegato e pieno di personalità. Quando l’auto del capo di Bullet Farmer è interamente ricoperta di proiettili, si capisce istantaneamente come può vivere una comunità specializzata nella produzione di proiettili per tutti quanti gli altri. Così ogni gruppo etnico, ogni famiglia, ogni sopravvissuto all’apocalisse, tutti estremamente caratterizzati e vividi senza spendere una parola più del necessario.
Straordinario come un film con un’idea così semplice, la fuga da un nemico, e con un solo scenario desertico riesca a non annoiare neanche per un nanosecondo, risultando un’esperienza estremamente coinvolgente da mozzare il fiato.
Ammirami
doof wagon
Il film è una gioia audiovisiva senza eguali. I primi Mad Max furono fatti con molti prop e con budget irrisori. Qui abbiamo ancora prop e cose costruite a mano, ma la computer grafica arriva in aiuto quando si può, ma mai in modo troppo invasivo e si vede che c’è stato un budget più grosso dietro la sua realizzazione.
La regia delle scene d’azione è perfetta, ogni frame è pieno di dettaglio e tutto è volutamente esagerato. Il veicolo che più è rappresentativo del film è il sistema “bardico” dell’armata da strada di Immortan. Un gigantesco carro con 6 grandi tamburi martellati di continuo sul retro ed un insieme di amplificatori maestoso sul davanti, collegati ad una chitarra elettrica a doppio ponte con lanciafiamme integrato, che suona per dare il ritmo all’armata. Fottutamene epico.
Ogni veicolo è pura poesia, sia quelli più semplici, come simil dune buggy con motore V8 gigantesco con presa d’aria fuori dal cofano, sia delle strane accozzaglie di auto berline con camion con ruote da trattore con boh.
La colonna sonora realizzata da Junkie XL è martellante, potente ed accompagna alla perfezione la grande velocità del film ed il roboante ruggito di tutti i motori. Avrei personalmente voluto sentire in modo un po’ più potente il carro mettallaro dei cattivi, casomai con una traccia metal ad hoc, ma va bene anche così, usando lo stile un po’ più hollywoodiano classico per così dire.
Di solito qui su Checkpoint non sono solito dare voti ai film, ma credo che in questo caso farò un’eccezione.
Voto: 15/10
Si, completamente fuori scala. VA VISTO a meno che non siate delle persone estremamente noiose. Anzi, no anche in questo caso, che vi desterà. Un’esperienza unica, identica ma estremamente diversa allo stesso tempo dagli originali, Mad Max al 100% nella sostanza, al 1000% nella potenza, su schermo ed in termini di cavalli motore. *rombo di motore a nitrometano*
Stay Classy, Internet

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