XCOM: Chimera Squad - Recensione

 

Piattaforme: PC Data di Uscita: 24 Aprile 2020.

XCOM:Chimera Squad è uno di quei giochi che fa parte della categoria che in termine tecnico si definisce “peto improvviso”. Non te lo aspetti, ma si fa sentire e ti cambia il clima. Annunciato il 14 aprile, rilasciato il 24 aprile su Steam, ad un prezzo budget di 20€ con uno sconto del 50% per il lancio. Firaxis lascia al giovane designer Mark Nauta il compito di cambiare le carte in tavola ed offrire un’esperienza XCOM diversa da tutte le altre


Cooperare è sempre difficile ma qualcuno deve mostrare la via

Uno dei punti di forza dei nuovi giochi XCOM, da Enemy Unknown a War of the Chosen, è quello di aver umanizzato la serie e migliorato la sua presentazione cinematografica, inserendo personaggi non giocanti con personalità pungenti, una trama vagamente articolata e cutscenes. Ma molto lavoro è stato fatto nella realizzazione del mondo di gioco, creando un background sufficientemente forte da prendere vita da solo. Così, in XCOM 2, dopo aver rispedito gli Anziani a casa loro, ci si è ritrovati con un pianeta Terra cambiato. I resti degli eserciti alieni si sono trovati naufragati su un pianeta a loro alieno, la ADVENT, organizzazione costruita per tenere a bada l’umanità, è stata smantellata ma tutte le persone coinvolte, tra soldati ibridi ed umani, sono ancora vivi e devono trovare posto nella nuova società.

Tutte i personaggi e scene d’intermezzo sono realizzati con uno stile fumetto. Ho apprezzato molto questa deriva e non mi dispiacerebbe fosse adottata anche per la serie principale.


Ecco quindi che XCOM: Chimera Squad ci porta a 5 anni dalla fine della liberazione, in un mondo che sta cercando di far convivere insieme tutte le specie. Città 31, si non sono riusciti a trovarle un nome migliore, è una sorta di città modello, intenso che sta funzionando come esempio di sistema dove far coesistere tutte le varie razze, includendo un sistema industriale ed agricolo autonomo. In realtà ci sono molti disturbi e lotte interne e pertanto XCOM, ancora viva ed impegnata a gestire il nuovo pianeta Terra, invia una sua squadra di pronto intervento multirazziale: La Squadra Chimera. Al loro arrivo, il sindaco della città verrà ucciso e loro sarà il compito di ristabilire l’ordine.

Tutta la narrativa diventa molto più personale e va ad espandere di molto la lore del mondo. Il direttore delle operazioni è Jane Kelly, unica sopravvissuta della prima missione tutorial di XCOM 2, che arriva quindi a sopravvivere nel canon. La Squadra Chimera è composta da personaggi distinti e non personalizzabili, ognuno con la propria personalità. Un netto cambio di tono, ma è funzionale al racconto che vogliono tessere. I continui scambi di battute nella base ed in missione, le numerose clip audio di radio, televisioni e pubblicità, aiutano a creare un’atmosfera completamente diversa dal solito e che funziona nel tono leggero che il gioco prova ad offrire.

Quel che si nota molto è come sia tutto molto limitato. I personaggi seguono i loro stereotipi abbastanza bene, non c’è nessuna evoluzione, rimangono comunque ai lati del gioco, non ne sono mai i protagonisti centrali. E va benissimo in un’ottica di spin-off a basso budget. Però c’è molto potenziale, che se sostenuto dalla produzione principale, può tranquillamente trasformare la serie da X-COM a Fire Emblem, se mi passate il paragone. In quest’ottica, la rimozione del permadeath ha senso. Se uno dei vostri uomini muore sul campo, in Chimera Squad, si dovrà ripetere la missione.

L’ordine dei turni è chiaramente evidenziato sulla destra e vi troverete spesso in situazioni di inferiorità numerica soverchiante. Le missioni hanno obiettivi molto vari.

Strategico con iniziativa alla D&D?

XCOM: Chimera Squad non si limita a cambiare tutto l’approccio alla narrativa, ma anche al gameplay, andando a scardinare numerose fondamenta della serie. Il cambio più drastico è nella struttura dei turni. Gli XCOM precedenti erano titoli che seguivano la logica I GO YOU GO (IGOUGO), ovvero tutte le unità di uno dei giocatori agiscono nella loro interezza prima di passare il turno al secondo giocatore. XCOM : Chimera Squad fa uso dei turni interlacciati, Interleaved Turns in inglese. Il turno globale intreccia quindi le azioni dei nemici a quelli della propria squadra. Questo cambia enormemente l’intero approccio tattico, in quanto la priorità dei bersagli non è più solamente chi può causare il maggior danno, ma anche chi può agire prima. Inoltre abilità di supporto, tra cura e manipolazione del campo di battaglie e dei nemici, assumono un’importanza decisamente maggiore.

Il nuovo ritmo che si viene a creare funziona molto bene, grazie principalmente al ridimensionamento degli scontri, che ora avvengono in mappe molto piccole rispetto ad XCOM 2, ed alla divisione netta dei personaggi in classi distinte, ognuna con i propri punti di forza e debolezze. Altro elemento che ho trovato molto ben riuscito è quello dei Breach: ora ogni incontro inizia con la propria squadra che irrompe nell’area del combattimento.

Se un proprio agente viene abbattuto sul campo nel mezzo della missione, al successivo incontro è possibile sostituirlo con un robot.

In un gioco IGOUGO su mappe di larga estensione, si utilizza a proprio vantaggio la nebbia di guerra o la semplice estensione territoriale per limitare il vantaggio del primo turno che avrebbe il giocatore rispetto all’IA nemica. XCOM: Chimera Squad grazie ai Breach, permette di creare uno standoff iniziale, che mette il giocatore in vantaggio, in quanto può aprire il fuoco con tutta al squadra sui nemici. Questi si troveranno in tre diversi stati di allerta: sorpreso, allerta e aggressivo. I nemici aggressivi spareranno sulla squadra del giocatore dopo la fine del momento d’ingresso e pertanto sono obiettivi prioritari. Un buona riuscita di questa fase può dare un grande vantaggio per tutto il resto dell’incontro, oppure rendere la situazione più difficile del previsto qualora le cose vadino male. Ogni punto di ingresso da bonus specifici alla propria squadra ed attraverso equipaggiamento specifico è possibile applicare ulteriori buff o debuff.

Compatto ma ripieno di sfida

La storia vi porterà a combattere contro tre fazioni diverse, concentrandovi su una sola alla volta. L’ordine con le quali le affronterete ne altererà le missioni principali ed anche la loro potenza in campo. Il che si presta ad eventuali replay della storia. Ognuna di queste fazioni ha un’identità visiva molto forte ed offre una sfida diversa da affrontare. Gray Phoenix ha molti alieni ed armi della guerra, The Progeny fonda la sua forza su unità psioniche in grado di colpire in modo infallibile e causare ogni sorta di buff e debuff e la Sacred Coil fa ampio uso di forze robotizzate. Dovrete adattare le vostre tattiche soprattutto nella composizione della squadra, ferma sempre a quattro agenti, dato che alcune abilità risulteranno più o meno utili in base al nemico affrontato.

Le risorse sono 3: Elerium, Intel e Crediti. La più importante è la seconda che permette di potenziare le squadre sul campo e comprare oggetti speciali al mercato nero.

Va detto che a livello di bilanciamento degli uomini della propria squadra non è stato fatto un lavoro egregio, con alcuni palesemente troppo importanti. Terminal è l’unica guaritrice e la sua presenza è fondamentale nelle missioni da 3 incontri, grazie alla sua cura disponibile ogni singolo round. Blueblood, il pistolero, parte non così eccelso ma al livello massimo è in grado di ripulire intere stanze in un sol turno. Così come Patchwork, la specialista improntata all’hacker, contro la fazione che fa uso di mech è esponenzialmente migliore.

Quel che è stato alleggerito enormemente rispetto ad XCOM 2 è tutta la parte pre-missione. Chimera Squad non ha bisogno di dover partire da 0, di addestrare uomini incapaci o di dover combattere per racimolare ogni minima risorsa. Diciamo che però non si trova in una situazione proprio rosea, avendo una base molto sottodimensionata, con equipaggiamenti vecchi e non compatibili con le risorse inviate dal quartier generale. Quindi il giocatore sarà chiamato a gestire delle semplici ricerche che vanno a sbloccare miglioramenti importanti ma non così drasticamente alteranti, allenamenti per migliorare la presenza fisica dei propri soldati e delle operazioni segrete per recuperare più velocemente risorse sul campo.

Un Punto di Breach con Terminal che usa l’abilità di cura per far recuperare vita a tutta la squadra in vista del prossimo incontro.

Gestione ridotta per azione fulminea

La mappa cittadina presenta un altro layer di controllo. Dovrete piazzare squadre operative nei vari distretti di diversa natura. In base al loro livello e caratteristiche, ogni venerdì vi riempiranno di risorse e potranno offrire bonus alle operazioni effettuate in città. Il Game Over si ha se l’anarchia cittadina raggiunge il limite, valore che cresce mano a mano che i distretti della città sono in crisi nera. Le missioni prioritarie richiederanno tempo per essere investigate a dovere e nel frattempo dovrete aiutare le forze locali o seguire indizi per scoprire quanto il più possibile sulla vostra preda corrente, andando a privilegiare tra le missioni disponibili in base a possibili disagi nei distretti o in base alle ricompense.

Fluisce tutto il modo molto veloce, senza intoppi ed il gioco è una concatenazione veloce di combattimenti brevi. Il ritmo generale è molto diverso da XCOM 2, dove invece una missione poteva durare molto ed essere estenuante, quasi come un lavoro. Qui è tutto digeribile anche in pochi morsi alla volte. La campagna principale richiede una quindicina di ore per essere completata.

Una mappa molto funzionale e di facile lettura.

Dal lato tecnico, il motore è lo stesso di XCOM 2, ma il gioco gira infinitamente meglio per virtù del numero di IA ridotto e per li scenari molto più piccoli. Il collo di bottiglia che si creava sul processore qui non esiste. Purtroppo nel gioco sono presenti alcuni bug, come alcune apparizioni e sparizioni di oggetti nell’inventario e qualche modello 3D che durante le battaglie arriva a fluttuare. Nulla di game breaking, ma tenete un paio di salvataggi di riserva che male non fa mai male.

XCOM : Chimera Squad è un esperimento interessante. Andare a cambiare così tanti elementi di una serie portante può incorrere in passi falsi e iree di fan di ogni tipo. Farlo in uno spin off, dal prezzo giusto, è stata un’ottima idea. Il combattimento costruito in questo modo mi piace molto e lo preferisco all’IGOUGO. Senza dubbio da non farsi sfuggire per i fan della serie e ottimo anche per tutti gli amanti dei giochi di strategia.


Stay classy, Internet.

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