Warcraft: L’inizio - Recensione



La Blizzard ha sempre prodotto cinematiche per i suoi giochi di prim’ordine. Tutti sempre a pensare: eh, dovrebbero farci un film intero. Non si sa bene come e perché, ma dopo anni di lavoro, sul grande schermo è arrivato il film di Warcraft, che si propone come riadattamento cinematografico del primo gioco della saga. Più o meno.


Beautiful, ma Fantasy.
Durotan lupo
I migliori orchi di sempre
Iniziamo subito col dire cosa non va con il film. Non è un prodotto per chi non conosce Warcraft. Nel film vengono introdotti troppi personaggi, vengono fatte vedere molte location con attaccato solo un nome e ci sono tantissimi personaggi di background che sembrano stare lì senza fare nulla. Chi sono i cattivi? Perché? Quando? Come? Sono tutte domande lecite al quale il film risponde in maniera sommaria. Se invece si è fan del gioco e si sono seguite le vicende sia nei prodotti videoludici, sia nei libri che nei fumetti rilasciati negli anni, allora si ha una visione dell’insieme ed un attaccamento emotivo ai personaggi che trascende quello che si può far vedere in 123 minuti di film e si coglieranno gli infiniti rimandi. Mi sarei aspettato onestamente un progetto più simile a quello della Marvel, che ha praticamente introdotto al pubblico da zero i suoi personaggi ed ha creato una continuità tra le sue opere. Warcraft ha in effetti un quantitativo di storia di background notevole ed è peggio della famosa serie “biutiful” per quanto riguarda gli intrecci dei personaggi.  Abbiamo qualcosa come una decina di personaggi che competono per lo spazio di protagonista ed il film è costretto a saltare da una parte all’altra per starci dietro. Ancora, Civil War della Marvel può esistere con i suoi 11 personaggi perché sono stati introdotti a modo. Quando non puoi introdurli, bisogna ricorrere molto di più a frasi fatte e cliché per riassumere nel miglior modo possibile i tratti dei personaggi, purtroppo lasciando perdere eventuali approfondimenti. Oltre a questo, a mio parere il film ha anche qualche problema di ritmo. Alcune cose sono risolte troppo in fretta, spesso si perde un po’ troppo nel melodrammatico e le battaglie non sono molto epiche o massive, ma sono o duelli o veloci schermaglie. Si poteva fare di meglio.
Detto ciò, il film di per se non è così brutto come si dice in giro. È servizievole. Visivamente gli orchi sono a dir poco spettacolari e l’estatica richiama in modo forte quella del gioco, anche se lo stile è decisamente più realistico rispetto ai videogiochi. Gli attori anche non se la cavano malissimo, anche se io ho passato tutto il tempo del film a notare come Travis Fimmel, che interpreta il ruolo di Anduin Lothr, somigliasse tantissimo a mio cugino. I dialoghi sono abbastanza stereotipati ed alcuni scadono nel ridicolo, ma diciamo che è una tradizione Blizzard. L’unica differenza è che il doppiaggio del film non ha la stessa carica di quello dei videogiochi e si prende leggermente più sul serio. Il film riesce comunque a far trasparire uno degli elementi più importanti della saga di Warcraft: gli orchi non sono delle bestie dedite solo alla battaglia, ma hanno una loro cultura complessa e che si contrappone alla nostra.
Se avete giocato ad un Warcraft, fate un salto ed andate a vederlo, casomai ripassando un attimo la storia della prima guerra. Se non avete mai approcciato la saga videoludica, potete largamente evitarlo, ma se vi troverete ad accompagnare qualche amico interessato, accettate pure senza farvi troppi problemi.

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01 09 10