Può un cavolo di Call of Duty farmi impazzire così tanto da farci sopra un PIPPE MENTALI?
A quanto pare SI.
Spoilers ovviamente.
Ogni anno mi diletto nella campagna in singolo di ogni Call of Duty. Perché è stupida, roba esplode, ci sono bei momenti hollywodiani, è molto varia per ambientazioni e dura poco. Un ottimo modo per passare 5-6 ore sparando ad ogni cosa a grande velocità.
Poi è un gioco che si gioca bene. 60 fps, buon feedback dei comandi anche se il comparto audio rimane sempre sottotono e non tratta con giustizia le bocche da fuoco.
Call of Duty esce ogni anno, ma in realtà per fare ciò l'Activision usa una tattica molto furba. Ha 3 studi di sviluppo che lavorano sul franchise così che i loro giochi escano a rotazione. Ogni studio porta il proprio twist alla formula.
Infinity Ward all'inizio era l'unico studio, che arrivò alla ribalta della vecchia generazione di console con Modern Warfare, il loro primo gioco fuori dalla seconda guerra mondiale. Una campagna avvincente con una storia Tom Clanciana anche se sempliciotta, belle missioni ed un ottimo multiplayer. Da quel momento però CoD ha fallito nel reinventarsi di continuo, prendendo il luogo comune di "essere sempre uguale". Però ogni capitolo fatto dai diversi studi di produzione riusciva ad avere una sua identità ed a differenziarlo.
Infinity Ward ora è da me identificato come lo studio incompetente. Modern Warfare 2, e 3 soprattutto Ghost sono dei devasti di campagna. Personaggi insulsi, trama che è un colabrodo atomico.... Ghost non sono riuscito neanche a finirlo, mi era venuta la nausea alla 3a missione e l'ho mollato lì. Insomma, missioni e momenti pure fighi, ma l'impianto narrativo fa davvero, davvero schifo.
Poi c'è la Treyarch. Han costruito una loro continuity che lega tutti i loro giochi insieme, tematicamente ed anche narrativamente. World at War ed i Black Ops. I loro giochi sono caratterizzati da personaggi ben distinti, protagonista doppiato e da storie particolarmente intricate e da meccaniche o messaggi nascosti, da cambi di prospettiva e via dicendo.
Nel primo Black Ops giocavamo il gioco da prospettive diverse, avendo a che fare con ipnosi ed allucinazioni indotte da lavaggio del cervello che mascheravano la realtà. In Black Ops II avevamo una storia con finali multipli, con decisioni prese dal giocatore anche in modo non detto esplicitamente. Le ho sempre trovate piacevoli e mi tenevano incollato allo schermo molto di più che quelle degli altri CoD. Certo, mai roba straordinaria o da oscar, chiaro, ma piacevole.
C'è stata la parentesi Advanced Warfare di Sledgehammer, che ha dimostrato di essere competente nella campagna.
Poi è ritornato un nuovo Black Ops, il III. Ambientato un po' troppo dopo il II, è slegato agli avvenimenti passati, con solo pochi riferimenti nei dialoghi principali al passato. Un po' mi ha fatto storcere il naso. Poi ho iniziato il gioco e devo dire che mi ha stuzzicato non poco.
Taylor, interpretato da Christopher Meloni |
Questa campagna ha l'avatar personalizzabile dal giocatore, anche nel sesso e può essere giocata anche in co-op, ma il protagonista (e l'host) rimane doppiato e parla anche molto, rafforzando la narrativa in pieno stile Treyarch.
Un avamposto della CIA a Singapore va offline, si trovano gli agenti mutilati nell'avamposto e non si trovano gli hard disk con i dati, probabilmente rubati dalla gang che regna su Singapore, chiamati "54 immortali". Quindi li si attacca per recuperare i dati e si scopre che a fare la mutilazione è stata la squadra di cybersoldati vostri amici e colleghi capitanata da Taylor, che per qualche motivo è impazzita e si è schierata contro la CIA. Quindi si torna sul luogo dell'ultima missione di Taylor per capire come diavolo è successo e si scopre che in mezzo c'era un super progetto di quelli pesi andato male, probabilmente Taylor non voleva stare zitto e quindi si è ribellato. A metà trama si scopre che quello che è stato scoperto era un'IA che era impazzita che si è impossessata dei vostri compagni (che essendo tutti cyborg hanno impianti neurali che uniscono uomo e macchina) e che riesce ad infettare anche il giocatore, che inizia ad avere allucinazioni di ogni tipo causate dall'IA che sta prendendo il sopravvento.
Quindi è una gara contro il tempo nel combattere contro il vostro vecchio team, uccidendone i membri uno ad uno ed impedendo all'IA di caricarsi nel mondo, visto che sembra essere completamente sciroccata, con un combattimento finale nel cyberspazio. Nel finale del gioco, l'ultimo frammento di IA rimane in voi e decidete di resettarvi il cervello.
Bella storia, con una presentazione un po' debole e confusionaria in alcuni punti e con qualcosa non mi torna, ma direi solida per un CoD. Poi il protagonista, arrivato al 100% del reboot, risponde ad una domanda fattagli da un soldato: "come ti chiami?" al quale risponde: Taylor.
Perché? Quando? Come? Chi? Il mio reboot è stato in realtà una sovrascrizione di personalità? Sono diventato lui? Lo sono sempre stato? L'IA si è fusa con me e Taylor creando un mega amalgama e quindi "ha vinto"? È la storia di Crysis 2? Questa semplice frase ha fatto mettere in moto la mia testa che ha incominciato a prendere tutte le incongruenze che ho trovato nella storia per cercare di dare un senso.
C'era una cosa abbastanza carina di questo Black Ops: all'inizio di ogni missione c'era del testo che scorreva velocemente, dal quale venivano estratte delle parole che poi componevano il titolo, la location ed il giorno operativo della missione in corso. E se non fosse stata tutta una messa in scena?
E se ci fosse un plot twist dietro al plot twist?
Il testo che scorre veloce ad inizio delle missioni. |
Ebbene, il protagonista, il giocatore, quello che viene mutilato nella prima missione, in realtà non sopravvive alle procedure di cyberneticazione e muore. Lo si legge nel primo rapporto di Taylor.
Da lì in poi, quindi cosa diavolo stiamo giocando?
L'idea che va per la maggiore è che siccome Taylor si è interfacciato con il giocatore (chiamato proprio Player in game) per aiutarlo a gestire gli impianti cybernetici, le due coscienze si sono fuse, o perlomeno incontrate. Quindi quando il giocatore è morto, nella morte ha vissuto un "sogno" che interpolava le vere missioni di Taylor (che ha inseguito ed ucciso la squadra del suo mentore perché aveva tradito, e via dicendo) con un po' di elementi fantastici, come l'IA, che nei rapporti non è assolutamente presente, ma che sarebbe un'invenzione del giocatore e quindi non sarebbe mai esistita.
Questa interpretazione spiegherebbe i dialoghi tra i protagonisti nella prima missione del gioco, che sembrerebbe essere la prima cronologicamente, ma in realtà i dialoghi fanno riferimento ad eventi ed a situazioni che accadono dopo nel prosieguo del gioco, quindi mettono questa missione come l'ultima cronologicamente e l'unica veramente compiuta dal giocatore, visto che le altre sono deliri ed illusioni.
Una trama di questo tipo, a due livelli di lettura attraverso l'analisi dei particolari.... in un CoD? Dove la maggioranza della gente la storia neanche se la frega?
Complimenti Treyarch, complimenti. GGWP. E per il 2015 è l'unica trama che mi ha causato un Mind Fuck. Non me l'ha fatto Metal Gear Solid V. Ma un CoD.
Quindi che insegnamento possiamo trarre da questo? Se un CoD può nascondere una trama da Mind Fuck al suo interno, non sottovalutate mai nessun videogame in quanto a potenziale. NESSUNO.
Stay Classy, Internet.
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