Borderlands 3 - Recensione




Piattaforme: PC (giocata)/PS4/Xbox One  Data di Uscita: 13 settembre 2019

Borderlands è una serie che mi ha accompagnato per numerose ore in compagnia dei miei fidati amici Elia e Gabbo, con altri special guest lungo la strada. L'uscita su Steam del gioco nel marzo 2020 ha finalmente convinto la ciurma a comprare e finire anche il terzo capitolo.



Borderlands è la quintessenza del looter-shooter cooperativo. Nemici da bbattere, risorse da accumulare, personaggi da far crescere con alberi di abilità e tantissime armi da collezionare, provare ed esplosioni ovunque. Serve però un buon contorno intorno ad un loop così "semplice e ripetitivo" per rendere indimenticabile l'esperienza. Media la prima, ottima la seconda, ma la terza?





GAMEPLAY GENERALE



Il miglioramento più importante ed anche più evidente è il flow del gameplay. Il gioco è estremamente più fluido in molte delle sue parti. Il movimento dei protagonisti è più rapido, possono scivolare, aggrapparsi a sporgenze, gli oggetti come soldi e munizioni vengono raccolte in automatico. I livelli vengono guadagnati più velocemente, gli alberi delle abilità sono più flessibili nell'essere navigati. Avere un albero completato ed un secondo quasi a metà facendo pochissime sidequest per il finale del gioco è stata una gradita sorpresa.

Moltissime piccole migliorie rendono il tutto più apprezzabile. La risorsa rara di Eridium ora serve solo per acquistare oggetti estetici, gli upgrade alla capacità delle armi si comprano con soldi standard. Ci si può teletrasportare liberamente nei vari punti di teletrasporto sulla mappa dal menu principale. Insomma il gioco è stracolmo di tanti QOL che rendono tutto molto più piacevole che in passato.


LOOK & FEEL DELLE ARMI

Borderlands 3 continua la tradizione iniziata da Borderlands 2 nel caratterizzare in modo molto distinto i vari costruttori delle armi, donando loro un look e delle meccaniche proprie, che cambiano radicalmente il modo di approcciarsi alla battaglia. Introdotto in questo capitolo, è la presenza di modalità di fuoco alternative. Armi Vladof avranno modalità lanciagranate o fucile a pompa in aggiunta al loro fuoco primario, diventando più adattabili, armi Atlas spareranno un sistema di tracking che poi porterà tutti i proiettili normali a puntare al nemico marchiato e le armi Maliwan saranno in grado di cambiare tra due elementi, rendendole molto meno situazionali.

A queste si aggiungono numerose armi leggendarie dagli effetti più disparati, sempre divertenti da trovare e provare e costruire interi personaggi intorno ad esse. Inoltre, in generale il feedback da rinculo ed effetti sui nemici, è migliorato notevolmente.

AMBIENTAZIONI



Il primo Borderlands era un'unico bioma: il cazzo di deserto di Pandora. C'era davvero poca variazione e solo con alcune DLC si riuscì a cambiare un po' lo scenario del gioco. Borderlands 2, malgrado ambientato sempre su Pandora, riuscì a spaziare enormemente in termini di ambientazioni, offrendo una varietà davvero notevole. Pre-Sequel, con il suo essere un progetto minore, ritornò ad avere il problema di ambienti quasi tutti  simili. Borderlands 3, grazie al viaggio all'interno della galassia, riesce a mostrare più varietà stilistica, anche se per numero di ambienti numericamente non superiamo Borderlands 2. Secondo me è un buon compromesso. Diversi pianeti aprono spazio a diversi stili, diverse architetture, che sarebbero sembrate fuori luogo su Pandora, così invece si intersecano naturalmente.

L'essere un gioco della corrente generazione permette inoltre di avere mappe molto più grandi e dettagliate, un piacere da attraversare a bordo dei vari veicoli presenti nel gioco.



STORIA E PERSONAGGI

Un aspetto invece molto più deludente di questo episodio è la sua storia e personaggi. L'assenza di Anthony Burch si fa sentire. I cattivi non hanno un briciolo di carisma, ma Borderland ha il problema di aver avuto Handsome Jack come antagonista che è difficile superare. Ad un certo punto si sente una sorta di sviluppo dei personaggi, un avanzamento, ma non viene elaborato e portato avanti.
Anche i personaggi secondari sono molto meno interessanti che in passato.
Probabilmente l'unico posto dove ci siamo divertiti è stato su Eden-6, nell'aiutare la Jacobs, dove i dialoghi e le personalità dei vari npc è riuscita ad impressionare positivamente il gruppo.



L'humor è davvero blando, le scene drammatiche mancano di peso e le personalità dei personaggi storici risultano molto edulcorate. Inoltre, la direzione che prende la storia non è priva di costrizioni e des ex machina pesanti. I propri personaggi esistono solo nel gameplay, mentre le cutscene li ignorano completamente. Cosa già vera in passato, ma qui ci sono molte scene dove i personaggi dovrebbero essere presenti. Si sente quindi una maggiore disconnessione tra la storia che si sta vivendo e quella che vogliono narrare gli sviluppatori.

Non è tutto da buttare, ovviamente, e non mi sono mai sentito da schifare nulla, ma si è perso molto lungo la strada e Borderlands 3 non riesce ad elevarsi mai e vive all'ombra del suo predecessore.

E non è una maledizione eh, Tales of the Borderlands è stupendo.



DIFFICOLTÀ


Questo punto probabilmente sarà da aggiornare una volta continuato a giocare in modalità più ostiche ed affrontando la modalità Mayhem, ma il gioco ha offerto un livello di sfida estremamente basso. Noi abbiamo avuto la sfortuna di giocarci durante la settimana del loot drop di leggendarie fotoniche, che ha permesso al mio gruppo di ottenere una potenza di fuoco mostruosa. Ma considerando i danni elementali che riesce a mettere Amara e la potenza di fuoco con il Bear di Moze, anche senza tali armi avremmo disintegrato tutto. Speriamo di avere un po' di sfida in altre modalità, ma la prima run è stata molto deludente.




Borderlands 3 è un looter shooter che si gioca meglio. I miglioramenti quality of life sono molti, andare in giro per sparare a tutto, usare abilità speciali, trovare loot e migliorare il proprio personaggio, il tutto in scenari fantastici con una buona varietà di nemici è piacevole. Rimane però lì, entra meno nella testa, è meno un'esperienza appagante a 360°, ma solo a 180°.



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