Maledizione del Trono Cremisi #1- Nessuno pensa ai bambini.....




Nota: Questa nuova serie sarà un pelo diversa dalle altre per un semplice motivo: Invece di un mondo originale custom da me inventato, io ed il mio gruppo di giocatori ci avventureremo nell’avventura Maledizione del Trono Cremisi scritta dalla Paizo, l’azienda creatrice di Pathfinder. Ci sarà qualche descrizione e dialogo ripreso e qualche abbellimento grafico in più. Per il resto cercherò di mantenere il tono “romanzato”.




Korvosa. Pharast 4708.  Splendida città simbolo d’ordine e civiltà all’interno della selvaggia Varisia, fondata da coloni di Cheliax. Una città rigorosa, popolosa, indaffarata. Con una grande disparità tra ricchi e poveri. Che sta per essere scossa nelle fondamenta. Al centro delle vicende, un gruppo improbabile di eroi, legati tra di loro nel peggiore dei modi possibili: dal loro rapporto con la criminalità.

Gaedren Lamm era un criminale di bassa lega, che non era mai riuscito a sbarcare il lunario, quindi vivacchiava nell’ombra delle organizzazioni criminali affermate. La sua specialità era quella di impiegare orfani per rubare e compiere ogni tipo di nefandezze. Non si contano le vite che ha rovinato nel corso degli anni. E in questa città, la guarda cittadina è troppo impegnata per andare dietro a pesci piccoli come lui. In questa città, nessuno pensa ai bambini.
Due dei nostri protagonisti, erano suoi bambini. Un percorso simile il loro, che li portò su strade completamente diverse. Guitton Lui, un piccolo Shoanti e Fosco Nero, un umano di sangue cheliax.  Chi siano i loro genitori non si sa, oramai il loro ricordo è perso nei meandri della storia. I due non erano minimamente interessati a ricostruire i legami mancati, avendo trovato un nuovo percorso della vita. Guitton, trovò rifugio nella fede di Sarenrae. La sua scappatoia al tempio della dea, portò alla luce i suoi poteri innati divini. Fu accolto a braccia aperte, diventando un guaritore del tempio. Tutta la sua infanzia di maltrattamenti e razzismo sembrò sparire. Fosco Nero trovò la salvezza nel nichilismo più assoluto. Il tempio abbandonato di Urgathoa sembrava destinato per lui. Decise di abbracciare la morte di tutto e tutti come conseguenza finale e si propose come facilitatore di ciò. Discepolo solitario della dea, la sua falce negli anni ha mietuto parecchie vittime.
Ariadne Thunderfang era invece una scagnozza di Gaedren. Il suo fisico ed aspetto la rendevano la perfetta riscuotitrice di denaro. L’intimidatrice. Fu pestata a sangue e lasciata morire al lato della strada da altri uomoni di Gaedren. Sopravvisse e cercò di lasciarsi quella vita alle spalle, diventando una sorta di difensore dei deboli. La guardia cittadina era troppo lenta ed impostata per lei. Troppo disattenta.

Leandro Potter era un promettente studente dell’Acadamae. Appena iscritto. Finì incolpato per un omicidio mai commesso. Da una testimonianza sospetta. Tutto architettato da Gaedren per rimuovere attenzione da sé. Passò mesi in prigione prima di venire scagionato. Dovette abbandonare la scuola di magia e nel mentre adotto uno stile di combattimento più misto, mescolando capacità marziale a quella da incantatore.
Nando Barmista, investigatore Varisiano, è dovuto crescere da solo, dopo che i suoi genitori furono uccisi dagli scagnozzi di Gaedren. Lo gnomo Xavvent Tambunbelly ha invece visto il suo migliore amico stroncano dalla droga, venduta da Gaedren Lamn. Trovò supporto da altri piani ed ora è accompagnato da un Eidolon provenienet dai piani abissali, affabile e di bell’aspetto, che riesce a passare come “l’amico Tiefling”.
Ognuno aveva lasciato il passato alle proprie spalle, ma in loro la voglia di vendetta non si era mai assopita. Lo sapeva bene la veggente, o chiromante se vogliamo essere più precisi, Zellara. Con la sua magia divinatoria, fece trovare a tutte queste personalità una carta del mazzo dell’Apprensura.
Leandro trovò il Grillo. Guitton l’Unicorno. Nando l’Inquisitore. Xavvent Il Matrimonio. Fosco l’Orso. E Ariadne il Deserto.  Dietro alla carta, riportavano tutti la stessa scritta:

"So cosa Gaedren ti ha fatto. Anche io ho subito un torto da lui. So dove si trova, ma non posso colpirlo. Vieni a casa mia, Lancet Street 3, al calar del sole. Altri come te saranno presenti. Gaedren deve incontrare il suo destino e giustizia deve essere fatta."

Si incontrarono tutti a casa di Zellara. Chi arrivò per prima, chi rimase ad osservare. Chi fece ritardo perché si perse. Alla fine, entrarono tutti nella casa. L'interno era piccolo, semplice, con un forte odore di incenso e spezie. Arazzi e dipinti adornavano i muri della stanza. 

Un biglietto gli accolse: "Grazie per essere venuti, sono uscita un attimo, ma ritornerò presto. Sedetevi e mangiate pure, il cesto sul tavolo ha per voi del pane e dell'acqua.

Molti erano sospettosi, ma una volta seduti, in attesa, iniziarono a raccontarsi brevemente ed il loro legame infausto venne alla luce. Si sentirono tutti uniti nelle sfortune della vita. Qualcuno provò invidia per i più fortunati. Altri decisero di non aprirsi subito e mantennero il loro dolore per sé.

Dopo poco, Zellara ritornò in casa. Accolse il gruppo con gentilezza. Spiegò come Gaedren rubò il suo mazzo dell'Apprensura, passato di generazione in generazione nella sua famiglia e strumento fondamentale per le sue chiromanzie. La guardia cittadina non la aiutò e quindi rimane sola, a vivere di stenti. Chiese al gruppo di aiutarla a recuperare il mazzo, e di compiere allo stesso tempo la vendetta contro Gaedren.


Il gruppo accettò. All’unanimità. La voglia di vendicarsi, di portare finalmente giustizia per una vita di sofferenze, unificò gli animi.

Così si diressero presso il porto. Decine di edifici lungo la banchina. Tenuti in condizioni pessime. Una di queste era il rifugio di Gaedren. Dall’esterno non aveva alcuna differenza con le altre. Un fortissimo odore di pesce sovraccaricava i sensi. Non c’erano guardie.
Guitton, Ariadne e Nando provarono un primo approccio tattico d’avanscoperta. L’oracolo Shoanti mostrava fiero i segni di Sarenrae, offrendo la sua cura ai bisognosi. Trovò ingresso in alcuni dei locali, dove portò conforto. Ma non ottenne risposte. L’omertà regnava sovrana. La peschiera di Gaedren non li fece entrare, furono mandati via da un uomo di non ben definite fattezze, che risposte da dietro uno spioncino della porta principale.

Così il gruppo decise per l’approccio notturno. La peschiera era esternamente deserta di notte. Così, passava davvero per una delle tante. Non c’era alcun tipo di viavai. Forse era un giorno di calma, senza scorribande notturne.
Decisero di approcciare l’edificio dal lato ovest. Un grosso portone a due ante sbarrava l’ingresso. Su di una scala, al piano superiore, una porta dava sull’interno. Fosco e Nando si diressero sulla porta del primo piano, per provare a scassinarla, mentre gli altri si prepararono a sfondare la porta del piano terra.

L’azione si dimostrò un fallimento quasi totale. Nano non riuscì a forzare la serratura e quindi Fosco dovette sfondarla di peso. Attirando attenzione. Invece chi doveva aprire il portone del piano terra, si ritrovò con una chiusura più robusta del previsto, impiegando ben tre tentativi prima di sfondarlo.
Al piano superiore Nando fu accolto da un mezz’orco armato di mazzafrusto. Appena fide l’intruso si fece una risata e attaccò. I suoi colpi erano violenti e precisi, ma non colpiva per uccidere. Voleva catturare gli intrusi. Purtroppo il combattimento avvenne sull’uscio della porta, creando un fastidioso collo di bottiglia. Guitton e Potter salirono per dare una mano ma l’azione fu interrotta da una disastrosa fuga di Nando.

 Per torgliersi di mezzo, inciampò e cadde rovinosamente dalle scale, portando con sé Guitton. Il mezz’orco era una furia e riuscì ad atterrare entrambi i due avversari, più volte. Solo le cure insistenti dell’oracolo permisero al guerriero ed al magus di trionfare.

Chi era rimasto al piano terra se la cavò leggermente meglio. Una volta abbattuta la porta, un cane da guardia furioso provò ad attaccare gli intrusi, ma l’Eidolon lo uccise in un sol colpo con i suoi artigli.
Un uomo biondo, vestito in modo stranamente elegante, con una sorta di vestaglia da notte mescolata ad un vestito “d’alta classe”, con in pugno una bacchetta, provò ad attaccare Ariadne. 

Fece degli strani movimenti con la bacchetta, dicendo strane parole confuse. Non accadde nulla. Il tutto fu seguito da numerose imprecazioni. Ariadne carico il sedicente mago e dopo averlo colpito, quest’ultimo esplose in un urlo sconsiderato e fuggì a gambe levate verso l’interno della peschiera. Fu perso di vista, ma glo gnomo evocatore riuscì ad intuire la direzione generale nella quale fuggì.

Al piano di sopra, nel frattempo, i sopravvissuti si trovarono di fronte a numerosi bambini, felicissimi di essere stati liberati dal loro aguzzino. Mentre stavano venendo portati fuori, uno di loro si rivelò essere uno scagnozzo di Gaedren. Un halfling assassino. Sguizzò fuori come un’anguilla cercando di uccidere gli intrusi. Potter si accorse del sotterfugio e riuscì ad agire in tempo. L’halfling fu ucciso prima che potesse fare alcunché.

Il gruppo si riunì al piano di sotto, ripercorrendo il percorso della fuga rocambolesca.
In una sorta di studio, il gruppo trovò una botola, molto piccola, che portava su una stanza sottostante. Una carrucola con un secchio faceva pensare ad un sistema usato per trasportare cibo. Troppo piccola per calarsi giù senza problemi. Forse solo lo gnomo poteva farcela.
Il gruppo continuò sull’esterno, sulla passerella sul fiume. Scesero al livello sottostante lanciandosi. Non tutti fecero un buon atterraggio.

Al termine della passerella, vi era una piccola porta che portava ad un a struttura costruita incavata sotto la peschiera. Gli indizi puntavano a quello come il rifugio di Gaedren.
Provarono ad aprire la porta senza far rumore, ma non era una serata buona per Nando. Così si dovette sfondare anche questa. L’ingresso era stretto, poteva essere un buon collo di bottiglia, ma Gaedren lasciò entrare tutti.

Al centro della stanza un'apertura nel pavimento mostrava il fiume sottostante. Sopra, due passerelle cercavano di collegare i capi della stanza. Gaedren accolse tutti con un insulto personalizzato. Si ricordava di tutti loro. Anche dopo tanti anni per alcuni, anche senza aver mai visto direttamente altri.  Questo fece montare la rabbia in molti dei guerrieri.
La battaglia si aprì in un modo alquanto inaspettato però. Gaedren sparò con la sua balestra in mezzo all'acqua, colpendo in pieno un alligatore, che andò su tutte le furie, pronto a scatenarsi sul gruppo.

La rabbia degli avventurieri superava ogni cosa. Si scagliarono contro il coccodrillo, focalizzando i loro attacchi contro la sua coriacea pelle. Fu Ariadne ad infliggere il primo grande colpo con un pugno ben assestato. L'aiutante di Gaedren, Yargin, provò per un'ultima volta ad usare la sua bacchetta, fallendo miseramente. Dalla rabbia lanciò un'ampolla di acido senza mirare. Il colpo, colpì tutti, ma in primis l'alligatore, che si ritirò sott'acqua.
Questo lasciò la strada libera ai mezzi pesanti del gruppo di caricare i due. Gaedren era oramai un uomo debole, vecchio, fisicamente incapace. Nessuno dei due resistette per più di una dozzina di secondi.

Nei suoi ultimi istanti di vita, gli chiesero cosa faceva ai bambini scomparsi. Lui indicò la pozza dell'acqua e spirò. Il suo corpo venne dato in pasto all'alligatore.
Il gruppo quindi procedette con il razziale la sua stanza. Molti erano i tesori in essa custoditi. Ma il piatto forte era sull'armadio, in una cappelliere circondata da mosce e da un forte odore.

Nel suo interno un mazzo di carte e la testa di Zellara. Rimasero tutti sbigottiti. Presero la testa con loro e riuscirono in città.

Città che era in fiamme. Disordini in mezzo alla strada. Ipporgifi nel cielo che precipitavano a causa di ferite. Il Re Eodred Arabasti II era morto. 


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01 09 10