The Outer Worlds - Recensione



Piattaforme: PC(giocata)/PS4/Xbox One/Nintendo Switch Data di uscita: 25 ottobre 2019

Obisdian finalmente concretizza il sogno di avere un nuovo Fallout, ma in Space.








Outer Worlds è un gioco di ruolo d'azione in prima persona, prodotto da Obsidian Entertainment e l'ultimo progetto messo in cantiere prima dell'acquisizione da parte dei Microsoft Studio. Appena avviato il gioco, possiamo accorgersi subito del vibe da Fallout, con gli Obisidan che raccolgono l'eredita da New Vegas e producono un'opra dal tono estremamente familiare.

Altro tipo di realtà alternativa. Nel 1901 il presidente William MCKinley non viene assassinat oed il mondo diventa un crogiolo di megacorporazioni e capitalismo spinto. Queste si spingono fin nello spazio. Il protagonista proviene da una nave coloniale andata perduta e si risveglia da un sonno criogenico in un territorio nuovo, strambo, ostile e sull'orlo del collasso.





Mondo
Uno degli aspetti più riusciti di Outer Worlds è il suo mondo, l'ambientazione.
In primis per la palette di colori scelta, che mette l'opera di Obsidian più vicina a No Man's Sky che allo sci-fi classico. In secondo, per la discreta varietà di ambientazioni considerando le dimensioni effettive del gioco.
E poi lo stile. Il tocco retrofuturistico che c'è in ogni cosa. Nel look delle armi, che sono un misto tra roba costruita durante la grande guerra e roba moderna, dalle armature, alle astronavi, estremamente scatolose e poco aggraziate. Il mondo e la lore sanno deliziare e la voglia di sapere sempre più come queste colonie di frontiera operano è uno dei punti di traino dell'esperienza.



Scrittura
Obisidian si è oramai cementificata come la casa occidentale in grado di costruire storie ma soprattutto personaggi interessanti, dopo il collasso di Bioware che ha lasciato un grosso buco da dover riempire.
La storia di per se non è il punt oforte della partita, ma lo sono tutti gli abitanti del sistema. Il tono è leggero, umoristico, parodistico, a volte anche molto bizzarro. Insomma, come Fallout, anche qui. Forse si dovrebbe smettere di fare questo confronto, ma è davvero molto evidente.



I compagni di viaggio hanno tutti personalità interessanti, con un loro arco narrativo che li porterà a cambiare ed evolvere.. o a rimanere uguali, a seconda di come il giocatore deciderà di supportarli. La propria ciurma inoltre interagirà spesso con il giocatore e tra di loro, iniettando le loro opinioni nelle quest principali e secondarie. Non è il cast più profondo dell'esistenza per via del tempo totale di gioco e per la struttura del gioco, ma sa accompagnare benissimo e ci si affeziona ad alcuni dei suoi membri con molta facilità.


Right Sizing

Una caratteristica che ho apprezzato di The Other Worlds è che è della giusta dimensione. Il mondo è diviso in macroaree liberamente esplorabili. Le dimensioni di queste però non sono mai ececssive, rendendo il tutto raggiungibile a piedi senza problemi. Inoltre c'è un numero generoso di viaggi rapidi. Il tutto con tempi di caricamenti minimi, ma avevo il gioco su SSD, cosa che di sicuro aiuta.

Il feel di avere tutto adella giusta misura c'è anche a livello di storia, mondo e sidequest. Il confronto all'interno del gioco vede due lati contrapposti: il turbocapitalismo e l'assenza dello stesso, con ogni pianeta principale che offre una sua quest che si incentra proprio su questo conflitto. Non c'è un cattivone di turno, non c'è la fine del mondo catastrofica, c'è il "tirare avanti". Tutti gli NPC entrano alla perfezione in questo quadro.



Inoltre, questa sua compattezza, rende le sessioni di gioco, piene di avvenimenti importanti e di progresso, anche qualora siano brevi. La storia principale può essere completata in 10 ore, mentre fare un po' di tutto, porterà via una trentina di ore del vostro tempo. Considerando gli altri giochi moderni in termini di durata, ho trovato questa compattezza e brevità un ottimo punto a favore.

Anche tutta la progressione del proprio personaggio è molto semplificata. Per esempio le proprie abilità, avanzeranno in gruppo prima di evolversi da soli. Ogni punto abilità guadagnato potrà essere speso ad esempio nella macrocategoria di persuasione, che farà avanzare di 1 punto sia diplomazia, che raggirare che intimidire. Una volta che queste avranno raggiunto i 50 punti, allora dovrete assegnare i punti abilità singolarmente nella singola specialità. Un buon modo per dare una solida base ai kit del personaggio e che ben si innesta all'interno del breve tempo di gioco.

Vero è che, a prezzo pieno, non è un acquisto che consiglio. Questo è il classico gioco da giocare nei momenti morti tra rilasci di giochi più imponenti o quando si vuole qualcosa di più leggero.

Grafica

Il gioco non è graficamente strabiliante, ma è un punto del quale sono rimasto positivamente impressionato. Solitamente le produzioni Obisidan in 3D, erano accompagnate da una realizzazione tecnica un pelo scadente, che minava l'impatto del gioco globale. Prendiamo lo stesso New Vegas o Alpha Protocol.


In questo caso non è così. L'uso dell'Unreal Engine 4 permette al gioco di avere un impatto grafico di tutto rispetto. I personaggi hanno bei volti, con un livello di dettaglio buono e così le ambientazioni sono rigogliose e piene di dettaglio. Anche lo shooting ne guadagna molto, con impatti, effetti particellari e design audio di tutto rispetto. Finalmente.



Combattimento

Il combattimento in Outer World non è nulla di speciale, per questo finisce in categoria meh. Funziona, questo posso dire. Le armi hanno un feel adeguato, anche se siamo sul lato "pew pew" il più delle volte, specialmente con armi a proiettili come i fucili a pompa, che hanno un impatto e peso inesistente. Meglio le armi al plasma o con elementi speciali, che invece risplendono gioiose in questo sistema, grazie principalmente agli effetti dei loro colpi.

In termini di meccaniche non c'è davvero molto da dire. Non esiste una pausa tattica come i Fallout 3D, ma un semplice slow motion per allineare meglio la vostra arma con i punti deboli dei nemici.



I vostri compagni attaccheranno diligentemente i nemici, esibendo tendenze suicide se lasciati con il loro comportamento IA di default. La parte più interessante è nelel abilità speciali dei vostri compagni, che sono in sostanza superattacchi con cooldown, che possono essere usati picchi di danno qualora si voglia ripulire velocemente una stanza o si incontri un mostro un po' troppo spugna.

Diciamo che il combattimento è quella cosa che si frappone tra un dialogo e l'altro, ma a differenza di altri titoli, qui intrattiene basilarmente.






Effimero

Il gioco ha svariati difetti qui e lì. La difficoltà per esempio è generalmente troppo bassa, ha qualche problema tecnico di frame pacing non particolarmente diffuso e così via. Il problema però forse maggiore è quanto risulti di passaggio. Bello, divertente, sa fare il suo lavoro, ma non è un qualcosa che ti rimane in testa. Non è un gioco dove rimanerci perduti. Non è una pietra miliare, un punto di paragone da andare a ripescare anche tra tanti anni e rifarci un giro perché aveva qualcosa di magico.

No. Non ha nulla di tutto ciò. E va bene così. Godetevelo nel momento.




Obidian riesce a creare finalmente un gioco rotondo. Uno stile, un humor come i fallout dei bei tempi andati, un nuovo bel mondo da esplorare, una presentazione grafica finalmente al passo con i tempi, che sa divertire e non stanca o affatica mai. Perfetto da prendere nei momenti di pausa o se non si ha tantissimo tempo da dedicare a giochi più espansivi. Solo, non pensiate di ricordarvelo dopo averlo finito.


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