Monster Hunter Mayhem 2.0 - #2 Assalto al centro di Super Soldati.






Anthony stava camminando nel corridoio degli alloggi all'ambasciata ONU, quando notò Phoenix uscire dalla stanza di Ma Quian Ni. Vestito in modo scomposto, leggermente sudato. Sorrise.
"Proprio te stavo cercando!"
Phoenix sobbalzò. "Ah, Anthony, novità?"
"Ne abbiamo perso uno."
"Di già? Chi?"
"Makoa. L'Hawaiano. Sembra che abbia avuto una fine gloriosa."
"Ed il centro ricerche?"
"Esploso."
"Non male. Quindi gli USA vorranno mandare un rimpiazzo immagino..."
Dopo qualche secondo di silenzio, Anthony chiese:
"Avevamo ragione sul suo passato Phoenix?"
"Eh?"
"Quian."
"Ah, si. Era caposquadra di un gruppo di caccia degli Emo Lieren. Si mantiene in forma devo dire nonostante il lavoro più amministrativo."
"Non avevo dubbi. Allora, andiamo, che dobbiamo parlare al rimpiazzo USA."
"Possono almeno fare una doccia prima dell'incontro"
"No."
Phoenix sbuffò.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Il viaggio da Abidjan a Grand-Bassam non sarebbe stato lungo, circa 50 minuti a bordo del furgoncino appena noleggiato nell'ex capitale della Costa D'Avorio.
Makoa però continuava a ripensare alla trattazione con il concessionario. Non avevano con se documenti falsi e non avevano alcun contatto per poter ottenere un servizio simile, quindi toccò corrompere con della pecunia il commerciante.
Avrebbe potuto segnalarli alla Svuda? O è meglio intascare i soldi e non dire nulla alle autorità? La nuova Africa era un po' un mistero per tutto il mondo.

La regione del Saran era rimasta abbastanza aperta con l'estero. Era gestita dalla parte umana della Svuda e le ricchezze minerarie della regione rendevano il commercio con il resto del mondo ancora redditizio. La loro infiltrazione procedeva senza problemi.

Per le strade era possibile vedere forze di polizia armate come dei commando dell'esercito. Vestiti con i simboli delle armate della Svuda, con tutto il loro armamentario caratteristico.

Arrivati a Grand-Bassam, fecero una ricognizione stradale della città. La struttura universitaria di tecnologia e biotecnologia era imponente per essere di uno stato africano, ma era microscopica se confrontata alla gigantesca struttura che si erigeva a nord della città, in mezzo alla foresta. Lunga come almeno 5 campi di calcio, completamente recintata, con solo una strada per via di accesso visibile.

Il gruppo non seppe bene come proseguire e Farus cercò l'illuminazione divina. Capì che doveva fare affidamento sui sensi che dio ha donato gli uomini, per uscire fuori da questa situazione.
Decisero quindi di appostarsi verso l'università e individuarono delle persone che facevano spola tra il centro di ricerca e la struttura nella foresta.

Ne pedinarono uno fino a casa attraverso i robot insetto di Shinji ed il mattino dopo lo rapirono temporaneamente. In cyborg ninja si infiltrò nell'auto dell'individuo, identificato come Benjamin Assalè, un ricercatore, ed al momento giusto lo dirottò in un vicolo poco frequentato.

L'uomo parlò senza problemi. La sua conoscenza era ristretta, ma diede numerose informazioni al gruppo. La struttura era effettivamente un centro di ricerca e produzione dei super soldati della Svuda. Fu deciso di lasciarlo andare, sotto minaccia che qualora provi ad avvertire qualcuno, la sua famiglia verrebbe trucidata.

A quel punto si cercò di individuare un piano per entrare nella struttura e disabilitarla.

"Ma noi, siamo sicuri di riuscire ad arrivare dentro la struttura non facendoci notare?" Chiese Enea.
Farus rispose "Anche se ci riuscissimo, poi come procederemmo una volta all'interno? Dovremmo comunque farci strada massacrando tutti."

Dopo numerose ore ed appostamenti per monitorare la struttura da una distanza di sicurezza, il piano scelto era estremamente semplice: prendere un camion, riempirlo di esplosivo e lanciarlo contro l'ingresso della struttura.

Vicino all'ingresso c'era una torre di guarda, automatizzata ed armata con quello che sembrava essere un sistema d'arma con lanciagranate e mitragliatrice pesante. L'uso degli insetti spia di Shinji si rivelò essere importantissimo per acquisire queste informazioni.

L'assistente di Kim D.Vo, aveva dei contatti con il mercato nero cinese e riuscì a procurare per una bella somma un quantitativo sufficiente di esplosivo ad alto potenziale. Impiegò circa una settimana.
A quel punto, il gruppo rubò due camion che uscirono dalla struttura e si misero all'opera.

Shinji si appostò su un edificio a 2,5 chilometri di distanza dall'entrata. Il suo compito era di quello di sparare con il suo cannone a rotaia alla torretta automatica per garantire un passaggio sicuro del primo camion, quello imbottito di esplosivo. Enea era alla guida del camion bomba, pronto a bloccare la traiettoria e la velocità del mezzo e portarsi il salvo con la sua forma di locuste.
Gli altri avrebbero seguito con un altro mezzo, pronto a schiantarsi dentro l'ingresso della struttura. Kim era in armatura da battaglia e tutti erano pronti al combattimento.

Enea lanciò il camion contro il cancello. Mentre stava bloccando la traiettoria, poteva vedere gli uomini a guardia muoversi frettolosamente, che cercavano di fare qualcosa. Shinji vide del movimento all'interno della torre di guardia. Il sistema d'arma si stava attivando. Sparò. Gli abitanti del luogo si chiesero cosa fosse stato quel boato per tutta la giornata. Il proiettile arrivò in poco più di un secondo sul bersaglio, centrandolo in pieno. Dalla feritoia uscì della schiuma, forse antincendio e ci furono numerose scintille all'interno. Shinji mise in spalla l'arma e saltò giù sul veicolo che avevano oramai noleggiato tanto tempo addietro. Mise in moto e guidò frettolosamente per raggiungere gli altri.

Il camion pieno di esplosivo non poteva essere più fermato. La detonazione fu impressionante, sembrava una bomba di napalm della buona vecchia guerra del Vietnam. L'intero cancello si sciolse. Le guardie furono vaporizzate all'istante. La torretta corazzata raggiunse temperature proibitive e le munizioni all'interno detonarono fragorosamente. Un istante dopo, il secondo camion, con tutti gli uomini della squadra tranne Shinji, attraversò quel muro di fuoco, continuando la corsa contro le vetrate dell'ingresso persone.

Dal tetto qualche soldato iniziò a sparare. Il parabrezza si ruppe in mille pezzi. Il cofano del motore esplose sotto una pioggia di piccole microesplosioni. La ruota anteriore destra detonò. Farus perse completamente il controllo del mezzo. Ma la sua fede il dio era incrollabile, sicuro che li avrebbe protetti in questa sacra missione. L'intero camion si piegò di lato e si infranse contro l'ingresso ad altissima velocità, con i vetri e deboli muri a malapena sufficienti a rallentarne il moto.
Mentre il mezzo si stava piegando, Farus aprì la portiera e scese, come se lo stesse facendo a mezzo fermo, con grande indifferenza alla distruzione. Estrasse la spada dal suo fodero e si incamminò verso l'ingresso. Enea fuoriuscì in forma sciame e si ricompose eseguendo una powerslide con la sua lancia. Makoa balzò fuori dal posto passeggeri, fece una doppia capriola ed atterrò all'interno dell'edificio, urlando. Il rimorchio del mezzo si aprì in due, con Kim che fuoriuscì da esso, atterrando anch'egli all'interno della struttura.

La reception era un disastro. Completamente distrutta. C'erano a terra due gambe di donna, separate dal resto, che al momento non si trovava. Sotto la testa del camion c'erano delle ossa e del sangue, probabilmente aveva tranciato altri nel suo entrare. Nell'aria suonava un allarme. Dopo qualche secondo si accese il sistema antincendio, che spense il principio di fuoco sul resto dei veicolo.

Dall'armatura di D.Vo partì una musica dai dubbi gusti, mentre si addentravano nella struttura. Le indicazioni sui cartelli erano in francese, ma l'armatura di Kim aveva un sistema di traduzione abbastanza avanzato e dava indicazioni al gruppo. La fabbrica era il punto nevralgico della struttura ed andava neutralizzata.
Qualche soldato provò a fermare il gruppo lungo la strada, ma vennero tutti vaporizzati dal potente fucile al plasma. Ogni colpo esplodeva il una sfera di fuoco rossa e blu, incendiando qualsiasi cosa nel raggio di qualche metro.

Una volta giunti nel salone della fabbrica, quel che videro era agghiacciante. Una sorta di catena di montaggio di esseri umani. Negli ultimi step, erano tutti impegnati in simulazioni VR, disposti su piattaforme con tapis roulant omnidirezionali, intenti o a sparare a bersagli virtuali o a combattere corpo a corpo. Più indietro erano scolpiti e plasmati da macchinari robotici. Altri erano seduti su sedie ed avevano espressioni del volto particolarmente scosse, come se stessero avendo un incubo.

Il gruppo iniziò a sparare ai macchinari. La minigun a spalla di Kim iniziò a tuonare, riducendo in brandelli i soldati ed ogni macchinario. L'impianto si arrestò, entrò in protezione. Il gruppo venne assaltato da un gruppo di soldati Svuda, che li colse di sorpresa. Kim fu bersagliato da missili anticarro, che fortunatamente lo mancarono, riuscendo ad infliggere danni minimi da concussione al pilota. Makoa fu ferito gravemente da dei micromissili, ma urlò di fronte al nemico, entrò in un'ira furiosa da battaglia e caricò gli avversari. La minigun dell'armatura potenziata offriva fuoco di soppressione, che permise ad Enea, Makoa e Farus di avvicinarsi ai nemici. Shinji aveva raggiunto il gruppo seguendo la musica e si era unito alla battaglia sparando con il suo fucile a rotaia ai chi si nascondeva dietro ripari. Enea sfruttò il suo potere da mummia per terrorizzare i soldati che divennero ogni secondo meno efficaci in battaglia. Una volta che Makoa e Farus arrivarono in corpo a corpo, finì tutto velocemente.

Enea era stato ferito, ma a lui non importava nulla dei danni alla sua forma corporea. La magia del suo medaglione iniziò a rigenerarlo. Makoa invece, uscito dalla furia di battaglia, accusò il colpo. Riuscì a rimanere conscio, ma era visibilmente ferito.

Il gruppo continuò a danneggiare la fabbrica, quando, all'improvviso l'aria si fece elettrica. Le luci della struttura si spensero per un istante. L'armatura di Kim ebbe piccoli disturbi statici.
Poi davanti al gruppo apparvero, in modo fulmineo, dei soldati. Due di loro, un uomo ed una donna, erano estremamente diversi dagli altri. Sembravano dei Thor, come sono rappresentati dall'immaginario moderno fumettistico. Alti, muscolosi, biondi, con tratti somatici nordici e piacevoli. Entrambi indossavano delle strane armature piene di dischi. Da essi fuoriuscivano fulmini ad intervalli regolari che rientravano su un altro disco. La donna era armata con un'ascia a due mano, il maschio con un martello. Entrambe le armi avevano numerose discariche di energia statica che apparivano sulla superficie.
Dietro di loro, 5 uomini della Svuda si posizionarono con i fucili spianati. Avevano armi diverse da quelli di prima, con caricatori più grandi ed un design più moderno. Le loro corazze erano più spesse sul torno, dando l'idea di una squadra di risposta più elite.

Lo scontrò iniziò in modo furioso. Un fulmine colpì l'armatura di Kim, che non ebbe particolari problemi se non statica nel suo HUD. Le casse audio di Kim emisero questo orrido suono e il cacciatore cinese sparò una salva di plasma contro il thor maschio. Le sfere di fuoco vennero fatte esplodere a mezz'aria da potenti scariche di fulmini, ma l'esplosione del plasma raggiunse comunque il nemico. Rimase ustionato ed estremamente incazzato. Farus si irradiò di energia divina, che rafforzò la sua figura, rendendola molto più imponente del solito. Makoa urlò. Le sue ferite sembravano non fare più effetto su di lui e si lanciò contro la guerriera donna per ingaggiarla in un duello uno contro uno. Gli altri soldati della Svuda aprirono il fuoco contro l'armatura di Kim, non sortendo alcun effetto, malgrado usassero proiettili perforanti esplosivi.
Shinji si dedicò allo sparo, ma con poco successo. Kim aprì il fuoco con la sua minigun indiscriminatamente contro gli uomini della Svuda, ma i colpi, diretti principalmente ad altezza torace, fallirono dell'ucciderli. Le loro corazze si dimostrarono più resistenti del previsto, occorreva mirare a modo o ricorrere di nuovo al plasma. Enea ricorse di nuovo alle sue capacità sovrannaturali per scatenare terrore nei ranghi nemici. Se i due thor non se ne curarono, i soldati normali della Svuda ebbero dei ripensamento sul combattimento.

Uno di loro riuscì a trovare una copertura ed a sparare una granata EMP sulla corazza di Kim, riuscendo a mandarla in reboot. Il cacciatore cinese era quindi completamente fuori combattimento, ma la sua armatura continuava a proteggerlo.

Intanto, Enea e Farus ingaggiarono in corpo a corpo il thor maschio, visibilmente ferito dalle ustioni del plasma. Si dimostrò essere un nemico sagace, ma difendersi da due attaccanti capaci con un semplice martello non era proprio una passeggiata. Iniziò ad accusare colpi su colpi ed i suoi non riuscivano a trovare un bersaglio. Quando vide di non riuscire a superare lo scoglio combattivo, passò ai fulmini. Il calore unito alle scariche elettriche misero in seria difficoltà Farus, che si ritrovò sull'orlo dello svenimento. Enea invece se ne fregò altamente, concentrandosi sul combattimento.

Se i colpi di Farus erano rapidi e violenti, votati a fare il danno più alto possibile all'impatto, Enea lavorava di precisione, colpendo con la punta della lancia in posti specifici. Riuscì a ferirlo in faccia e poi penetrò la sua pelle con la punta della lancia. A questo punto, in nemico usò un'altra scarica per allontanarlo. Farus disingaggiò, per evitare di andare ad incontrare il suo dio anzitempo. Enea rimane lì. La sua pelle completamente carbonizzata, con alcune fiamme vive ancora accese su di essa. Strinse la lancia ed affondò il colpo. Il nemico cadde a terra e spirò il suo ultimo respiro. Di colpo l'aria intorno a lui ritornò normale, il suo campo elettrico non più funzionante.

Ma il vero combattimento si stava svolgendo in contemporanea di fianco a loro. Makoa alle prese con la guerriera di fulmini donna. Lei era fiera, sicura ed estremamente abile. Ogni suo colpo incontrava la pelle di Makoa. A poco servivano l'armatura ed i tatuaggi magici protettivi: la forza dietro ogni colpo era tale da superare queste difese. Ma Makoa non arretrava. Mai. Il suo corpo era praticamente non esistente, con tagli ovunque. Si potevano quasi vedere i suoi organi interni. Fibre muscolari ed ossa erano esposte. Ma nulla di questo sembrava fermarlo. Malgrado la sua furia, riusciva ad eseguire attacchi fintando e muovendosi in maniera tattica. L'avversaria non riusciva a rispondere adeguatamente.
Ogni ferita su di lei pesava. La rallentavano. La rendevano più debole. Più stanca. La sua sicurezza vacillava. Il suo corpo anche. I due sembravano stessero lottando da un'eternità, quando in realtà erano passati pochi istanti. Alla fine la donna cadde a terra, ferita e sanguinante. Makoa urlò.

Nel frattempo, Kim era riuscito ad attivare i comandi meccanici della minigun a spalla ed aveva sparato delle raffiche sui soldati della Svuda. Shinji prese un proiettile esplosivo alla spalla e ricevette danni ingenti, rischiando la vita anch'egli.

Alla sconfitta dei due superguerrieri della Svuda, gli altri soldati iniziarono a fuggire. Makoa lanciò una delle sue asce da lancio ad uno dei fuggiaschi. Più che essere colpito da un'accetta, sembrò essere travolto da un camion. Farus estrasse la pistola ed aprì il fuoco, mentre Enea lanciò la sua lancia su l'altro dei fuggiaschi. Tutti i colpi andarono a segno, lasciando i cacciatori vincenti, ma eferiti gravemente. Makoa lanciò un urlo di vittoria e poi cadde stecchito a terra. Farus si accasciò ed inziò a recitare una preghiera di cura per il suo corpo martoriato. La rigenerazione di Enea stava ricostruendo la sua pelle a vista d'occhio.

Makoa si rialzò. Non doveva essere vivo. Non era possibile. Forza di volontà? Destino? Potere superiore? Nessuno sapeva da dove stesse traendo la forza per andare avanti in quello stato.
Kim finì finalmente la procedura di reboot e tornò operativo con la sua armatura.

Gli occhi di Makoa erano spiritati, animati da una luce rossastra. I suoi tatuaggi pulsavano di energia. Qualsiasi cosa questa fosse, lo stava tenendo in vita. Non rispondeva a chiamate o stimoli esterni da parte dei compagni, ma si guardava attorno guardingo, come se stesse cercando qualcosa.

Il gruppo continuò ad avanzare nella struttura. Trovarono la vasca amniotica dove venivano generati i soldati della Svuda, ora ferma per motivi di sicurezza. Davanti a loro, una gigantesca porta di sicurezza che deva sul laboratorio. Makoa iniziò ad attaccare i corpi appena formati dei cloni Svuda.
Gli altri si diedero da fare sulla porta. Ricordando Star Wars episodio 1, il gruppo usò il fucile al plasma di Kim come sostituto della spada laser. Le sfere di plasma sciolsero, lentamente ed inesorabilmente il muro circostante alla posta, aprendo una fessura. Shinji attivò forzatamente i motori di apertura e la porta di sicurezza si aprì.

Dopo una veloce ricognizione via drone, entrarono nel laboratorio, con Makoa che distrusse la porta d'ingresso. Kim rimase di guardia. Le luci erano spente. C'erano numerosi tavoli pieni di attrezzatura chimica. Su altri c'erano corpi di uomini ai quali stava venendo fatta un'autopsia. In altri c'erano pezzi di arti o organi. I numerosi computer erano spenti. In fondo alla stanza c'era un'altra porta blindata, con al di dietro fonti di calore. Sembrava una camera antipanico.

Shinji armeggiò con il terminale di controllo e riuscì ad accendere le luci. Quando andò a provare ad accendere i computer però, notò di aver mandato in corto le prese di corrente, brasando gli alimentatori di quasi tutta l'apparecchiatura elettronica. Fu costretto a smontare i computer uno ad uno ed estrarre gli hard disk.

All'ingresso nel frattempo, qualcuno cercò di assaltare la postazione. I riflessi di Kim si dimostrarono superiori e vaporizzarono il primo malcapitato della Svuda che mostrò la sua silhouette al commando cinese. Gli altri trovarono copertura e spararono alla cieca, con armi inadeguate a scalfire la corazza di Kim. Makoa passò di fianco al cinese e si lanciò con un salto carpiato sui nemici. Emerse dopo pochi istanti, con metà faccia di un avversario spalmata sulla sua arma. Rientrò nel laboratorio camminando lentamente. Kim lo seguì con lo sguardo, senza muovere la testa della sua armatura.

La camera di sicurezza viene aperta grazie ad un esplosivo ad alto potenziale di Kim. All'interno, quelli che sembrano gli scienziati del laboratorio. Erano circa una dozzina di persone. Due morirono sul colpo quando la porta esplose, tranciati da pezzi esplosi nelle loro direzioni. Un terzo è mezzo ustionato, a terra, dolorante, con il corpo pieno di schegge di metallo.

Enea si avvicinò all'uomo ed iniziò a infierire sulle sue ferite. Farus si intromise e decapitò l'uomo, ponendo fine alle sue sofferenze. Stizzito, Enea prese la testa dell'uomo e la piantò sulla punta della sua lancia prima di rivolgersi agli scienziati. Erano tutti visivamente terrorizzati. Parlarono senza grossi problemi, anche se le informazioni che diedero non erano di grandissima utilità.

Il gruppo scoprì che c'erano altre 3 strutture come queste nella regione del Saran. I dati sulle ricerche sono tenuti in server, in un cloud personalizzato, ma ci sono copie locali su alcuni computer del laboratorio di parte dei dati. Con i computer inoperabili, non possono usarli per individuare la posizione del server.

Enea infilò la mano nella testa del decapitato e provò a muoverne la bocca a mo di marionetta. Gli scienziati furono inorriditi e si spaventarono ancora di più. Quando il gruppo se ne stava andando, Enea chiese agli scienziati di nominare uno tra di loro da uccidere, altrimenti avrebbe ucciso tutti. Si scatenò il panico per qualche istante, fino a quando il più anziano emerse, dicendo qualcosa in francese. Il software di traduzione nell'armatura di Kim gli disse: "Prendi me". Non comunicò nulla al resto del gruppo.
Enea lo spostò ed uccise la prima persona al suo fianco. Disse in un inglese fortemente accentato: "Mi spiace, non capisco il francese".

E con questo, il gruppo si diresse al magazzino chimico. Completamente automatizzato, non vi era un'anima viva. Kim prese metà della cariche esplosive rimanenti e le piazzò sui piloni portanti e negli scaffali di roba in grado di avere reazioni più violente.

Usciti dal magazzino merci, si incamminarono verso il magazzino cloni, la cui posizione avevano appena appreso dagli scienziati. I sensi auditivi acuti di Shinji individuarono un rumore oltre quello dell'allarme. Sembrava quello di un elicottero. Avvertì i compagni. Makoa, fissò il soffitto e spostò lo sguardo seguendo il rumore. È come se avesse identificato l'elicottero attraverso la struttura. Farus pregò alacremente per chiedere la protezione del suo dio nell'uscire dalla struttura.

Dopo aver minato tutto il magazzino dei cloni, pieno di soldati in contenitori amniotici, decisero di uscire dalla porta dalla quale entrarono oramai tanti minuti fa. Davanti l'ingresso, il veicolo con il quale Shinji arrivò alla struttura era ridotto ad una carcassa fumante. Il drone spia guardò verso l'alto e vide un elicottero da guerra di proporzioni ciclopiche, armato di tutto punto, mosso da un doppio rotore centrale.

Makoa uscì dalla struttura, ed iniziò ad eseguire una danza rituale. L'elicottero si fermò a guardarlo. Shinji si coprì con il suo mantello mimetico e mirò con la sua railgun all'elicottero. Notò come il mezzo era riuscito a capire la sua posizione. Sparò con la sua railgun e si lanciò in copertura. Nello stesso istante, ma minigun sotto il muso del mezzo volante vomitò proiettili sulla posizione del cyborg. Fu colpito ad una gamba, che finì quasi tranciata. L'elicottero accusò il colpo e fu costretto ad avvicinarsi al suolo.

Il mezzo ruotò ed aprì la sua portiera laterale. Dal mezzo uscì una figura estremamente elegante, in giacca e cravatta, accompagnato da quelle che sembravano essere due guardie del corpo, due energumeni di colore armati di spada e scudo.

Enea e Farus uscirono dall'ingresso ed avanzarono verso il gruppo. Kim lanciò un mezzo EMP perso il gruppo nemico e l'elicottero. L'elicottero sembrò non accusare il colpo, mentre l'uomo elegante prese l'auricolare che aveva e lo buttò a terra, stizzito della sua rottura. Si girò verso Makoa, dicendo:
"Mi ricordi qualcuno." Ma l'Hawaiano gli era già addosso.

Enea prova a terrorizzare i nemici, senza sortire effetto. Farus,  richiama il potere divino sulla sua figura ed avanza insieme alla mummia greca verso le due guardie del corpo, che avanzano anch'esse.
Kim prova a sparargli contro, ma il plasma si infrange contro i loro scudi. Non li danneggia, ma gli scudi iniziano a sciogliersi dall'elevato calore.

L'elicottero si gira all'improvviso e vomita un quantitativo di missili e proiettili nella direzione di Kim. Il soldato riesce a spostarsi in copertura in tempo per non essere falciato, ma perde la sua minigun a spalla e l'uso del braccio destro, con l'armatura che si distrugge e fonde sotto il calore ed impatto cinetico delle esplosioni.
Il cacciatore cinese sparò quindi un fumogeno caldo davanti all'elicottero ed iniziò a bersagliarlo dalla sicurezza della copertura con granate a grappolo colpendo dall'alto, grazie al suo lanciagranate a spalla. Shinji, sdraiato a terra, sparò all'elicottero cercando di metterlo fuori gioco, anche se il fumo rendeva il risultato dei loro sforzi sconosciuti.

Nel frattempo, Farus ed Enea ingaggiarono con le due guardie del corpo. Esattamente come gli scontri precedenti, è possibile vedere un'enorme differenza nello stile di combattimento dei cacciatori. Farus preferisce attacchi ampi e rovinosi, imprimendo quanta energia cinetica possibile al suo spadone a due mani. Il risultato è che il suo avversario fa fatica a proteggersi in modo adeguato ed ogni colpo accusato comporta ingenti danni. Enea è invece un lottatore di fino.

Farus riuscì a sconfiggere il suo avversario dopo ripetuti attacchi ed il corpo del nemico era martoriato e con profondi tagli sul suo corpo. Enea sfruttò la sua fisicità prima per fare uno sgambetto all'avversario, poi per colpirlo con la sua lancia alla mano, disarmandolo. L'avversario estrasse una pistola a velocità fulminea e scaricò il caricatore su Enea, non sortendo alcun effetto, data la natura di mummia del greco. A quel punto l'avversario era aperto ad un colpo alla gola, il colpo di grazia. La sua testa esplose prima che la lancia di Enea connettesse con la pelle nemica. Riecheggiò il rumore dello sparo di un fucile a rotaia. Enea era abbastanza stizzito della cosa.

Makoa continuò a combattere valorosamente contro il nemico vestito in modo elegante. Non era in preda alla sua solita furia e poteva parare e pensare in battaglia. L'avversario era estremamente veloce e resistente, ma Makoa lo era di più. L'avversario non aveva con se armi in grado di penetrare in modo efficace la protezione dell'Hawaiano, trovandosi in una situazione di svantaggio anche se era teoricamente superiore in ogni altro aspetto. In preda al panico, il nemico scartò velocemente alle spalle di Makoa e affondò la sua bocca sul collo. Il gruppo aveva ipotizzato fosse un vampiro, ora ne aveva la certezza. Makoa si sentì drenato di tutta la sua forza, mentre il vampiro recuperava tutto il danno che gli era stato inferto.

Kim decise di avanzare, portandosi al lato dell'elicottero, che ora sembrava in evidente difficoltà operazionale. Una raffica di plasma al punto giusto e l'elicottero esplose.
Una palla di fuoco e numerose lamiere sparate ad alta velocità si sparse a 360° dal mezzo, andando ad investire il vampiro, Enea e Farus. La mummia riuscì a buttarsi a terra in tempo. Il vampiro si giro e si fece scudo con il corpo di Makoa. Farus invece vide la morte in faccia. Nel tentativo di lanciarsi a terra, si sentì però come spinto, da qualcosa o qualcuno. Inciampò. cadde a terra. Schivò per un soffio un pezzo lanciato nella sua direzione dall'esplosione. Batté forte la testa a terra, ricevendo una minima concussione. Ma era ancora vivo. Ringraziò il Signore.

Il vampiro continuò a prosciugare Makoa. La musica di guerra che gli riempiva la mente da quando si era ripreso dalla sua morte si zittì di colpo. Il suo spirito lasciò il corpo. Il corpo, rinsecchito, cadde a terra. Il vampiro osservò il corpo. I tatuaggi su di esso si illuminarono. Il vampiro aprì i suoi vestiti, stracciandosi la camicia. I tatuaggi di Makoa stavano apparendo sul suo corpo. Come se fossero fatti di metallo liquido incandescente. Il vampiro urlò di dolore. I tatuaggi divennero estremamente luminosi. E di colpo, il vampiro divenne polvere, con il suo urlo che rimase udibile per qualche istante dopo la disintegrazione.

Il gruppo attivò gli esplosivi. La struttura iniziò a collassare, incendiarsi, esplodere. Sul luogo arrivarono numerosi mezzi antincendio. Ma il gruppo era già sparito nella boscaglia. Chiamarono il loro dirigibile invisibile e riuscirono a fuggire.
Distrutti, rotti, feriti e con un morto da commemorare e riportare a casa.

----------------------------------------------------------------------------------------------------------

"Davvero è morto in quel modo?"
"Si"
"Curioso. Farò una ricerca. Ah, lo sapete che nella vasca da bagno la struttura della realtà è più sottile?"
Ilythirra si diresse in bagno. Al posto della vasca, c'era un portale layline, aperto.
"Vado e torno ragazzi!"
Anthony e Phoenix guardarono l'elfa sparire nel portale e quest'ultimo chiudersi poco dopo.
"Quanti giorni prima che torneranno operativi?"
"Non lo so, erano feriti abbastanza gravemente."
"I media?"
"I locali sembra abbiano coperto con grave incidente. I nostri ovviamente non sanno neanche cosa sia accaduto lì."

Anthony aprì un computer portatile e si mise a scrivere dei rapporti. Phoenix si spogliò e fece finalmente una doccia.


Stay Classy, Internet.

Nessun commento:

Posta un commento

01 09 10