Il titolo dovrebbe essere abbastanza autoesplicativo. (self
explanatory in italiano fa un bell’effetto devo dire).
Scrivo qui le mie argomentazioni per sostenere la tesi che
The Witcher è “Sci-fi” e Metal Gear è “Fantasy”. E probabilmente è il motivo
per il quale inconsciamente apprezzo molto di più la saga dello strigo a quella
dell’ingranaggio di metallo.
Come avvertimento generale, non sto uscendo scemo e non ho
voglia di sovvertire i generi per come li abbiamo conosciuti, ma è possibile
procedere con un’analisi partendo da determinati assiomi per sovvertire le
regole comuni associate a questi generi, che comunque hanno confini molto
eterei.
E Iniziamo!
Partiamo da una frase di Rod Serling, dalla Twilight Zone:
La fantascienza rende l’improbabile possibile; il fantasy rende l’impossibile probabile.
Metal Gear è una saga alquanto mutevole, con i suoi primi
capitoli fortemente ancorati ad un mondo reale, che mano a mano ha visto
entrare sfumature del fantastico, fino a quando queste hanno incominciato effettivamente
a rendere l’impossibile probabile. Fantasmi, gente con poteri sovrannaturali,
cose totalmente inspiegabili scientificamente sono sparse lungo tutta la serie.
Si, ci sono i robot e mech giganti e minuscoli, ma non fanno
nulla di nuovo o di impensabile. Sono le persone che si presentano con abilità
leggendarie e piene di abilità fuori dal comune e mistiche. Con fantasmi, gente
che viene mangiata da corvi fino a sparire, vampiri immortali e quant’altro.
L’unico elemento di improbabilità resa possibile tipicamente
sci-fi è l’esoscheletro Ninja, con forza e riflessi superiori. Ma si passa da
un qualcosa di plausibile di MGS ad un qualcosa uscito fuori da Dragonball in
MGS4 e soprattutto in Revengeance, effettivamente annullando ogni possibile
sospensione dell’incredulità che un possibile utente poteva aver accumulato nel
primo metal gear.
In MGS4 c’è il passaggio netto verso una specie di
spiegazione, come per incapsulare tutto ciò che è mistico in una mistificazione
tecnologica della realtà, ma il ricorrere alle nanomacchine per spiegare ogni
singolo punto, equivale sostanzialmente a dare una proprietà magica alle
suddette. Ogni cosa inspiegabile in modo plausibile o con meccanismi
pressappoco realistici, sono state loro a farlo e via ogni dubbio. Questo
approccio unito al generale misticismo e spettacolarizzazione di certi
persnaggi ed azioni da loro compiuti, sparano Metal Gear nel Fantasy e per
certi versi nell’High Fantasy, se così si può dire. (con i cyborg al posto delle magie distruggi
mondo e i super soldati a posto di esseri divini).
Nanomachines |
The Witcher invece cosa fa con la magia? Gli strigi usano
simboli magici semplici la quale utilità è limitata a pochi effetti. Uno scudo
deflettore, del fuoco a corta distanza, un’onda d’urto, manipolazione mentale
limitata e trappole. I maghi invece di The Wicther sono molto più potenti, ma
la loro magia li rende saggi del mondo, non dei. Possono teletrasportarsi,
possono evocare mostri e fare cose un po’ più complesse, ma la loro magia è
analizzata al 100%, studiata e razionale e logica, anche se si general dal Caos
primordiale.
Un esempio lampante in Witcher 2 è quando bisogna invertire la
maledizione. Geralt spiega per filo e per segno che tipo di magia si tratta,
menzionando ogni aspetto necessario a lanciarla e i modi per poterla annullare
e la quest principale è sostanzialmente lavoro di detective per rompere
meccanicamente l’incantesimo, come fosse un marchingegno con dei funzionamenti
ben precisi.
Altro aspetto di The Witcher è per esempio tutto il discorso
a riguardo la genetica, che assume contorni complessi simili a quelli dei
giorni nostri, questo perché la magia ha permesso uno studio così approfondito
della materia.
Come il mondo ci viene presentato ad analizzato, non ci
sembra impossibile e magico, ma ci sembra “tecnologicamente diverso”, in
quanto, come direbbe Agatha di Girl Genius:
“ogni forma di magia sufficientemente analizzata è indistinguibile dalla tecnologia”
Una delle distinzioni tipiche tra fantasy e sci-fi:
“il primo vi dice che ore sono, il secondo vi dice come funziona l’orologio”
come
riassunse David Eggins. In questo The Witcher sempre più ossessionato da spiegarci come funziona tutto, anche se lo fa in modo banale e quasi distaccato senza spiegoni giganteschi a parte in un paio di punti. mentre Metal Gear è altalenante. O se ne frega o si lancia in spiegoni lunghissimi che però suonano come filosofeggiare vuoto il più delle volte, più che spiegazioni tecniche.
Altra definizione che possiamo prendere come assioma per
questa discussione è quella data da Terry Gilliam:
“Il fantasy è dove le cose sono più belle e terrificanti, è un mondo fatto di estremi in conflitto”
Possiamo vedere come questa definizione si applica
stranamente più a Metal Gear che a The Witcher. Il mondo di The Witcher è
scritto in modo estremamente familiare.
È un’ambientazione classica
medievaleggiante. Cavalieri, re, consiglieri, regni che lottano per territori e
confini. Ci sono si elfi, mostri e magia, ma sono tutti integrati in modo
perfetto con il mondo del quale fanno parte, e finisce per non farci caso
quando i problemi che vengono trattati sono la natura dell’uomo ed i suoi
conflitti. Ritorniamo a ricordarci di questi elementi quando diventano di primo
piano, ma neanche così tanto. Cacciare i mostri attorno a Flotsam in the
Witcher 2 sembrava tanto epico quanto scacciare dei normali animali selvatici
che davano fastidio alla popolazione locale. È il tono lì a determinare l’importanza
e gravità delle azioni.
Metal Gear invece, ha queste persone normali costantemente
accostate a figure “larger than life”, divine, con quella dose di onnipotenza
alla Jappo che davvero si rispecchia con l’assioma di Gilliam. Specie in quella
truzzata atomica che è Revengeance, ma anche gli altri non scherzano, con ogni
MGS che è sostanzialmente una missione normale, accostata ad elementi
esagerati.
Un golem che ragiona come un'IA. E viene sconfitto con la Logica. |
E direi che si può concludere così. Più si prova ad
analizzare a fondo Metal Gear e The Witcher, e più ci si rende conto che hanno
meno in comune con le opere più blasonate di quello che sembra essere il loro
genere apparente e più in comune con l’altra faccia della medaglia della
finzione narrativa.
Che poi è così. Fantasy e Fantascienza sono due facce della stessa
medaglia, che cercano di separarsi e guardare in direzioni diverse, ma sono
uniti da quel che è l’immaginazione umana che dà vita ad entrambi.
E giusto così, per concludere… Star Wars è Fantasy,
ovviamente.
Stay Classy, Internet.
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