Un uomo scomparso.
Gli informatori di Zimmermann portarono nuovo lavoro.
Wermer Schmid. Un anziano pensionato, era solito passare la sua vita con le persone intorno al suo quartiere. Scomparso da tre giorni. Nessuno aveva sue notizie. La porta di casa sua era chiusa. Si pensava ad una morte. Sono entrati e non hanno trovato nessuno. Hanno lasciato tutto così com'era, chiedendo aiuto a degli investigatori.
E fortuna volle, che scelsero proprio i Waldgeist.
Un lavoro laborioso, fatto di raccolta indizi e tanto tempo passato ad osservare, chiedere, indagare, usare magie per scoprire qualcosa che poteva sfuggire ai normali sensi.
Il primo bersaglio fu l'abitazione. Casa intatta. Credenza piena, spesa fatta da poco. Nessun segno di lotta, nessun segno di fuga pianificata. Un giorno normale.
L'uomo amava leggere, aveva una biblioteca estremamente fornita ed usata. Tre libri catturarono l'attenzione di Arsene e Floyd. Un tomo molto antico, in una lingua sconosciuta. Un secondo libricino, molto consumato e vecchio, in Francese, pieno di racconti cavallereschi. Ed un terzo, forse il più importante, un diario. In tedesco. Con il simbolo delle SS sopra.
Le prime pagine erano piene di luoghi e date. Coordinate e date. L'ultima data era del 1945. Nessuno aveva preso appunti su questo quaderno da quell'epoca. Il resto delle pagine era composto da illustrazioni di armi leggendarie. Excalibur. Caliburn. Marmiadoise. Pridwen. Rhongomiant. Durandal. Ad ogni illustrazione a mano, seguivano riferimenti bibliografici. Di libri sul tema di storici. Di racconti e leggende.
Bodgan e Fredrik raccolsero informazioni in giro e scoprirono che l'anziano signore era solito frequentare un negozio di libri ed il parco, oltre che ovviamente i negozi limitrofi.
La visita seguente alla libreria non portò a molto. L'anziano era solito scambiare libri su storie medioevali e racconti epici.
La libreria non aveva nulla di particolare. La sezione esoterica era piena di falsità. Nessun pericolo. Gli ultimi libri portati dal signore non hanno segreti. Nessun messaggio, nessun elemento sottolineato, nessun scompartimento segreto.
Arsene provò una complessa magia. Psicometria sul diario nazista. Condizioni perfette. Accumulo di energia dalle leyline senza la minima impurità. Seguì un lungo flasback brutale. Guera. morte, distruzione. Campi di sterminio. Riunioni tra i piani alti delle SS. Soldati con armi bianche in grado di decimare decine di soldati. Raggi luminosi così intensi da carbonizzare le carni.
Se il vecchio fosse qualcuno dell'SS o meno, non si capì. Ma Arsene non dormì bene quella notte. E neanche per il giorno seguente riuscì a calmarsi. Con voci e suoni nella testa che continuavano a ricordargli la seconda guerra mondiale.
Il tomo in lingua sconosciuta alla fine era semplicemente in Svedese. Un po' antico. La chiesa ortodossa si offrì di tradurlo. Il suo titolo era "La lancia che squarciò il mondo".
Il parco sembrò il posto più probabile per un rapimento. Un ragazzo del posto raccontò agli investigatori di come adorava ascoltare le storie del vecchio e di come si intrattenesse con molte persone, condividendo la sua cultura.
Sulla panchina, tracce di sangue ed un vestito strappato. Un'ulteriore analisi psicometrica rilevo quel vestito appartenente all'aggressore. Una sarta del posto, disse che si trattava di un tipo di vestito tipico lavorato nella Germania dell'Est.
Russi.
Era arrivato il momento di bussare dal blocco occidentale.
Berlino Ovest brulicava di Americani, Inglesi, Francesi. Il che voleva dire CIA, MI6. Ma anche BOPD e MI9.
Non ci volle poi molto per finire in un bar frequentato da americani. Gente dalle basi ed ambasciate. Quando il gruppo entro, due di loro ebbero la sensazione di essere osservati.
L'approccio non fu dei migliori. Se Zimmermann cercò di attaccare bottone con il barista, sorbendosi la cattiva birra servita nel luogo, Arsene provò a parlare con uno degli avventori solitari, visibilmente stizzendolo.
Fu interrotto da un uomo, che si mostrò disponibile e cordiale. Invitò tutti ad un tavolo mostrando di conoscere bene Bogdam e Zimmermann, snocciolinando alcuni particolari della loro vita privata che nessuno conosceva. Bogdan non prese queste rivelazioni in modo garbato, afferrando la persona per il collo, lui vestiti e sollevandolo. Un istante dopo era pacato, calmo e disteso, non comprendendo bene perché avesse reagito in questo modo.
L'uomo in questione era Paul Dobson. Agente dei servizi americani "speciali". Gli investigatori furono molto onesti nel presentare il caso all'agente. L'unica informazione che condivise fu quella di tre possibili edifici usati da agenti russi in Berlino Est.
Diede loro una parola segreta, "Tera", da dire al barista del locale per contattarlo.
Gli investigatori decisero di andare nel nascondiglio più appariscente. Un appartamento in un quartiere residenziale. Un appostamento di qualche giorno confermò la presenza di due persone.
Arsene provò a lanciare un incantesimi di individuazione a lungo raggio, sfruttando il sangue sulla panchina per cercare di capire se la persona che stavano cercando era lì. Il segnale sembrava indicare al di là del confine.
Il tedesco e rumeno arrivarono alla porta dell'abitazione vestiti da idraulici. Nel loro borsone, armi e strumenti da irruzione. Bodgan era tronfio, sicuro di se, con energia magica lanciata da Arsene per aumentare la sua già poderosa forza fisica.
"Aprite, siamo dello spurgo". Dallo spioncino occhi di ghiaccio fulminarono il falso idraulico. L'accesso fu negato. Per pochi istanti. La porta esplose spinta dalle possenti spalle del caccia vampiri. L'agente russo spinto a terra ricevette un sonoro calcio sulla testa, perdendo i sensi.
Cercando di svoltare l'angolo, per infilarsi nel corridoio, Bodgan fu accolto da dei proiettili che si impattarono contro il muro. Silenziosi, subsonici. Il tavolo del soggiorno fu usato per proteggersi da una violenta carica sulla direzione del tiratore, che finì tramortito.
L'interrogazione fu semplice. Arsene riuscì ad incantare in una zona di cooperazione e verità i due agenti. Il loro incarico è stato proprio quello di rapire Wermer Schmid. Ora stavano aspettando nuovi ordini. Purtroppo non sapevano molto, lavorando a compartimenti stagni. L'avevano portato al di là del muro tre giorni fa.
Diedero nomi di agenti, una lista delle struttura attualmente usate, ben diversa da quella fornita dall'agente americano. Agente che fu contattato ed al quale furono consegnate le spie russe.
Avventurarsi aldi là del muro sarebbe stato difficile. Rischioso. Gli investigatori abbandonarono l'idea, ma non l'intenzione. Qualcosa si stava muovendo. E sembrava pericolosa.
La chiesa ortodossa aveva finito di tradurre il tomo in svedese del 1800. Una raccolta di racconti, miti e leggende attraverso le ere di un artefatto che è stato chiamato in tanti modi, il più famoso forse Lancia di Longino. Invincibilità, forza sovrumana, capacità di evocare lampi di luce. C'era di tutto di più. E questo libro era effettivamente uno di quelli indicati nel taccuino delle SS, una delle fonti bibliografiche nella pagina sotto il disegno della lancia.
L'intento dei Russi stava diventando sempre più chiaro.
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