Mappe satellitari. Divinazioni. Antichi documenti. Non c'erano informazioni su quel tempio indiano visto nel passato.
"Se è uscito da qualche parte, sarà di sicuro da lì." tuonò Phoenix. "Dobbiamo andare lì subito per saperne di più. Ho bisogno di una squadra. Preparate il VTOL".
Ci fu un rapido giro di telefonate. Il giorno dopo la squadra era pronta.
Dal gruppo rifugiatosi nel Tuerm, Jack Nicholson, Phoenix, il fantasma di York e Shinji Shimata presero parte alla spedizione. Recuperati dalle zone africane limitrofe si unirono Dahab e Wyatt Miller.
Il tempio era lontano dalle leyline principali, come se fosse stato costruito intenzionalmente così. Usare un portale per viaggiare nel punto più vicino, disperso nel nulla, avrebbe potuto destare troppi sospetti a chi sa ascoltare le turbolenze delle leyline.
L'approccio al tempio fu fatto con la massima cautela. Sistemi stealth ingaggiati. Nessun sensore attivo in funzione. Jack, addetto a monitorare la sensoristica passiva, notò delle radiazioni EM di natura artificiale nella zona di arrivo. Questo fece alterare la traiettoria di viaggio, portando il mezzo a volare molto lontano così da poter osservare a vista il posto.
Il canyon nel quale si trovava il tempio era stato sigillato. La parte superiore era coperta nella sua interezza, da una sorta di superficie di una tensostruttura. L'ingresso al canyon era sostituito da un gigantesco muro, con una porta in basso, per il passaggio umano, e diversi sensori per scandagliare l'ambiente.
Shinji provò a inviare il suo drone-insetto per provare a vedere cosa ci fosse nella struttura, sfruttando i condotti di areazione, ma appena entrati le comunicazioni furono tagliate di netto. La struttura era schermata. Eppure Jack aveva individuato delle radiazioni in precedenza.
Il gruppo si prese 48 ore per osservare il posto, piazzandosi ad elevata distanza ed osservando con sistemi passivi, per minimizzare la possibilità di individuazione. Il posto era silente, in modo quasi innaturale. Notarono però un qualcosa. Un drone si avvicinò al tetto della struttura, in mezzo al piccolo canyon. Prese qualcosa e se ne andò.
Fu chiesto un tag satellitare ed il drone sparì in Australia.
Si provò l'approccio diretto, salendo nella parte alta del canyon e cercando di capire dove il drone fosse atterrato. Un complesso sistema di perimetrali fermò la loro avanzata ma non fu difficile vedere come una parte del tetto era diversa dalle altre, probabilmente adibita all'apertura per il drone.
Si provò l'approccio diretto, salendo nella parte alta del canyon e cercando di capire dove il drone fosse atterrato. Un complesso sistema di perimetrali fermò la loro avanzata ma non fu difficile vedere come una parte del tetto era diversa dalle altre, probabilmente adibita all'apertura per il drone.
Fu quindi pensato un piano di attacco. Dovevano entrare e con forza. Avevano tutta la potenza di fuoco necessaria. Piazzarono delle cariche EMP lungo tutto il perimetro. Le fecero saltare in contemporanea e avanzarono compatti verso il centro della struttura.
La struttura reagì. Un sibilo tipico di droni autonomi di massa leggera riempì l'area ed apparvero veloci 5 droni. Ad un veloce sguardo erano droni con sistemi micromissili. La reazione del gruppo fu fuilminea.
Wyatt e Shinji usarono i loro fucili a rotaia per abbatterne un paio con un sol colpo. Phoenix e Jack spararono all'unisono con i loro fucili d'assalto contro un alto. Dahab riuscì ad abbatterne un altro usando delle semplici accette da lancio scagliate con una forza sovrumana.
Il drone rimasto provò ad eliminare il gruppo. Una pioggia di missili si schiantò contro l'area. Dahab sollevò la sua enorme portiera e tutti si gettarono alle sue spalle per protezione. Il fantasma di York osservò il tutto immobile, non potendo agire su oggetti inanimati. Wyatt si sporse da dietro Dahab ed abbatté l'ultimo drone.
Arrivati sulla zona di sbarco del drone notarono elementi nel tetto che indicavano una possibile struttura mobile. "Sembra che dicano taglia qui" disse Dahab. La sua spada e la vibrolama di Shinji distrussero la struttura in pochi istanti permettendo al gruppo di entrare. Si ritrovarono in una stanza, circondata da pareti trasparenti. Piena di scatole e sistemi di smistamento automatici. Di fronte a loro un montacarichi, prontamente hackerato da Jack.
Dai vetri si potevano vedere numerose strutture, sospese a diverse altezze nel canyon, tutte tra di loro comunicanti via corridoi e scale. Una struttura molto moderna, pulita. Wyatt rimase su da retroguardia, mentre gli altri proseguirono.
In montacarichi toccò terra. L'accoglienza fu molto calda, in quanto Jack, il primo ad uscire fu subito investito da una pioggia di proiettili. Fortunatamente la sua corazza evitò ogni penetrazione, lasciandolo solo disorientato per un istante.
Chi gli stava sparando erano guardie di sicurezza. Le loro armi erano a proiettili caseless, oramai lo standard di praticamente tutte le forze armate terrestri. Nulla di esotico. Nessun mago, nessun robot, nessuna armatura potenziata o arma pesante.
Negli istanti seguenti si consumò un massacro. Flashbang esplosero, che calmarono i bollenti spiriti delle guardie. E poi partì la carica. Jack si appostò all'uscita del montacarichi ed iniziò ad inanellare colpi alla testa, uno dopo l'altro. Shinji iniziò a correre contro le guardie, saltellando in ogni direzione e deviando i colpi con la sua lama. Dahab e Phoenix corsero a velocità folle, schiantandosi contro i nemici. In pochi istanti furono ridotti a brandelli da colpi di spada ed ascia.
Nelle strutture sospese, c'erano numerose postazioni con computer e strumentazione di ricerca. I posti erano stati abbandonati di fretta. L'allarme risuonava ed invitava a raggiungere le zone sicure. Jack si fiondò sui computer, cercando di recuperare quante più informazioni possibili prima di lockdown dei loro database.
Gli altri trovarono due ricercatori, che imploravano di aprire una porta della safe room. L'apertura nel soffitto permetteva ai segnali radio di uscire e Wyatt, ricevuto un libera tutti, scese. Interrogò i due civili e quel che si sentì dire dipingeva un quadro molto plausibile.
Loro studiavano la struttura del tempio, di come fosse egli stesso una sorta di enorme cristallo di immagazzinamento di mana. Molti degli scienziati che lavoravano qui erano stati presi con la forza dall'Australia, e per evitare ritorsioni sulle loro famiglie, molti accettarono. Shinji e Wyatt scortarono questi due ricercatori al loro VTOL. Gli altri continuarono a cercare prove e recuperare informazioni.
Sulla via del ritorno alla base, il cyber ninja ed il vampiro investigatore furono colti da un VTOL avanzato che si posizionò sopra l'apertura della base ed iniziò a far scendere uomini pesantemente armati in due gruppi da 6.
Uno scese nella struttura e l'altro iniziò ad avanzare sparando verso i due.
Gli scontri che ne seguirono furono brutali e senza esclusione di colpi. Wyatt dedicò la sua attenzione in un primo momento al veicolo. Doveva essere abbattuto e la sua arma a rotaia era perfetta per lo scopo. Prese di mira ogni sistema propulsivo visibile ed iniziò a sparare causando il mezzo a manovre di controllo per rimanere in aria. Shinji si concentrò sui 6 soldati in arrivo. Il loro fuoco di soppressione fu intenso, arrivando a ferire Wyatt, ma la sua fisiologia di vampiro gli permise di continuare ad operare con solo un leggero fastidio.
Shinji deviò ogni singolo proiettile mentre avanzava verso il gruppo. Una tale dimostrazione di potere non impensierì minimamente i suoi avversari, che sembravano combattere più come automi che come umani. Shinji, sicuro di se, iniziò il confronto a distanza ravvicinata. Si scontrò contro il primo grande ostacolo. La sua spada monomolecolare, finora in grado di rendere qualsiasi avversario terreno a fette, si scontrò contro una corazza incredibilmente resistente, in grado di opporre resistenza alla sua vibrolama. La risposta dei nemici fu immediata e dolorosa. Colpi di arma da fuoco a distanza ravvicinata e pugni dati con una forza sovrumana stavano iniziando a mettere a dura prova la resistenza degli impianti di Shinji.
Dopo aver abbattuto i motori del VTOL, Wyatt spostò l'attenzione sul suo compagno di squadra. Il suo fucile a rotaia si dimostrò vincente contro questo tipo di avversari. Ma i suoi colpi, solitamente eccessi per nemici umani, anche se corazzati, non avevano l'effetto sperato. Si, il nemico si fermava, ma rimaneva in piedi ed il colpo non penetrava dalla parte opposta dell'armatura.
Dopo aver abbattuto i motori del VTOL, Wyatt spostò l'attenzione sul suo compagno di squadra. Il suo fucile a rotaia si dimostrò vincente contro questo tipo di avversari. Ma i suoi colpi, solitamente eccessi per nemici umani, anche se corazzati, non avevano l'effetto sperato. Si, il nemico si fermava, ma rimaneva in piedi ed il colpo non penetrava dalla parte opposta dell'armatura.
Shinji provò ad usare anche il suo cannone al plasma integrato nel braccio. Riuscendo a causare solo danni limitati. Con tutta la sua forza, si concentrò sulle giugulari dei nemici e sulle parti esposte dopo i suoi colpi di cannone.
Tra colpi cadenzati di railgun e perizia di combattimento del ninja, i due ebbero la meglio, anche se Shinji era in fin di vita, completamente devastato e sanguinante, non in grado di camminare.
Anche gli altri non ebbero vita facile. I nemici dovettero prendere il montacarichi per scendere. Uscita murata di esplosivi C4 ed equivalenti, portati da Jack contro ogni evenienza. L'esplosione uccise uno degli assalitori, ma gli altri erano sani e salvi grazie ad una barriera magica, che andò a bloccare lo sbarramento di fuoco messo in atto dal resto del gruppo. Uno di loro era un incantatore, protetto da un'armatura potenziata simile a quella degli altri.
York poteva andare a colpire direttamente l'anima degli avversari e pertanto fu sigillato immediatamente dal mago avversario. Phoenix e Dahab ingaggiarono in corpo a corpo, sicuri della loro superiorità fisica. Jack iniziò una danza di fuoco con un avversario. I colpi di Jack non avevano effetto sul nemico e quindi iniziò una procedura di cambio a colpi perforanti. Il tutto senza copertura dal fuoco nemico di ritorno. Le sue movenze erano precise, veloci e sembrava quasi profetico nell'esecuzione. Sapeva spostarsi via da ogni traiettoria di tiro, il tutto mentre continuava a sparare o a cambiare caricatore.
L'incantatore sembrava vedere Phoenix come possibile minaccia più grande e gli lanciò contro un incantesimo disidratante. Phoenix rinsecchì di colpo, diventando inabile a combattere. Un colpo sullo stomaco da parte dei soldati avversari lo mise a terra.
Lo spirito di York riuscì a liberarsi dal sigillo ed iniziò a "sparare" ei nemici, causando forti scompensi interni. Che furono delle grandi aperture per Dahab, che piazzò la sua spada in mezzo alla gola degli avversari con tutta la sua forza, riuscendo a penetrarne l'armatura.
Anche Jack una volta cambiati proiettili iniziò ad essere molto efficacie, crivellando di colpi uno dei nemici. La risposta non esitò ad arrivare. Un fulmine da parte dell'incantatore disintegrò la corazza di jack e gli ustionò tutto il braccio sinistro. York reagì pronto. Concentrò tutta la sua energia contro il mago nemico. Che fu costretto ad aprire il suo elmo per vomitare. Senza concentrazione, completamente distratto, fu ucciso da Jack.
Gli avversari furono sconfitti, ma con più spesa di energia e danni subiti del previsto. Phoenix rubò dalle scatole di provviste tantissima acqua ed iniziò a bere come se non avesse bevuto da mesi. La sua fisionomia da demone lo avrebbe aiutato a recuperare, ma per ora poteva a malapena camminare, così come Shinji.
Il gruppo si ricongiunse e prese tempo per somministrare delle cure basilari, tra iniezioni di adrenalina e nanomacchine di cura da campo per i danni interni. Esaminarono i loro avversari, che si dimostrarono essere degli umani potenziati con impianti cibernetici anche abbastanza invasivi, sotto quelle armature potenziate.
A stento, cercando di non lasciare indietro Phoenix, Shinji e Jack, si diressero al tempio.
E ciò che videro fu strano. Sembrava fossero appena stati lì. Nulla era cambiato da quella visione del 1857 vissuta in modo così vivido grazie alla sala magica del Tuerm.
Sul volto del dio imperatore, del sovrano supremo, c'erano ancora le macchie di sangue. Le stesse di quel passato. Era tutto chiuso, sigillato, non c'era nulla fuori posto. Le uniche differenze erano la strumentazione moderna di studio ed analisi. E la mancanza dei corpi dei tre archeologi squartati. Quelli non avrebbero assolutamente resistito alle intemperie del tempo.
"Quindi non è uscito niente da qui. O almeno così sembrerebbe". rimarcò Jack.
"Quella era una squadra di pronto intervento che si trovava vicino. Non oso immaginare cosa stiano inviando ora dall'Australia o da un'altra base più vicina. Dobbiamo tornare in Tuerm e continuare l'analisi di quel diario. C'è qualcosa che ci manca per capire il quadro completo." Disse Phoenix. Lui stesso si stupì di aver detto così tante parole senza morire dentro.
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