Monster Hunter Mayhem 3.0 - #5 - Betrayal

 

La navigazione verso Calcutta fu una delle più silenziose che il gruppo avesse affrontato sinora. Nessuno aveva voglia di parlare. La maggior parte doveva riprendersi dalle ferite. Altri non facevano altro che rimuginare in silenzio. Il tutto interrotto solo da qualche sparuto grugnito. 

Una volta a Calcutta, chi poté si rifugiò in altre attività. Percival Cox impegno la maggior parte del suo tempo a migliorare La Giovanna, la sua oramai nuova nave. Un rostro per lo speronamento. Cannoni armati di arpioni per abbordaggio ed aggancio bersagli. Piccole migliorie a timone, vele, materiali e disposizione dei carichi.

Xander continuò a leggere gli studi del suo maestro MC Pallen. Capì che i rituali erano costruiti per estrarre l'enorme energia contenuta negli spiriti e trasferirla nel sangue per poi effettuare trasfusioni e passare questo potere.  Una scienza complicata, nuova, prona ad enormi errori.

La Compagnia delle Indie orientali si fece sentire dopo una settimana. Oramai le armate inglesi stavano riprendendo possesso dei territori occupati dagli insorti Indiani, erano tutti concentrati sulla vittoria e sul nuovo ordine che avrebbe seguito la disfatta dei ribelli.

A Bombay, un gruppo di studiosi era alla ricerca di un antico tempio nascosto indiano. Dopo anni di ricerche, avevano trovato una sua possibile posizione. Avevano bisogno di una scorta, per paura di attacchi. La missione fu accettata, ma il gruppo non esitò ad informare Chonnhor Oh Chonnhor, o quantomeno il suo fantasma. Si decise di intervenire alla fine della spedizione una volta che l'obiettivo sarebbe stato trovato. 

Il viaggio per mare fino a Bombay fu tranquillo, meno quello nell'entroterra Indiano. Le abilità di Mohit permisero al gruppo di orientarsi al meglio nelle valli e montagne della regione, riuscendo a decifrare le antiche mappe trovate dai ricercatori. 

Dopo giorni e giorni di viaggio, arrivarono in questo tempio. Nascosto all'interno di una cavità naturale, nascosta tra le rocce di una montagna e con l'ingresso completamente nascosto dalla natura rigogliosa.

Il tempio era magnifico. Immenso. Decorato con numerosissime statue. Un tempo dovevano essere ricoperte con pigmenti di vario tipo, donando al tempio un aspetto variopinto e carico di significato, ma il trascorrere del tempo aveva rimosso questi strati dalla pietra e roccia.

Il Gopala riconobbe molte delle figure. Spiriti di protezione. Guardiani. L'enorme portone del tempio non aveva una serratura, un meccanismo visibile per essere aperto. Mohit iniziò ad esplorarne la struttura esterna, non considerando l'oramai antichità del luogo. Un pezzo di roccia gli cadde sulla testa, mosso dalle sue maldestre movenze. Svenne per diversi minuti.

Il santone indiano pregò i suoi dei. Il suo spirito divenne immenso, pieno di potere, come se fosse entrato in contatto con il tempio, risuonando ed amplificando le sue capacità. Riuscì ad aprire le porte del tempio, come se l'unico modo per accedervi sia sempre stato questo. Sfruttando uno spirito protettore indiano. 

All'interno c'era un'unica grande stanza. Il muro di fronte all'ingresso era coperto di bassorilievi. Il gruppo studiò queste opere insieme agli archeologi. Quello che vedevano non aveva il minimo senso. Ma era maestoso nella sua esecuzione. Nel lato sinistro, c'erano bassorilievi di evidente mano occidentale. Non erano dissimili da quelli ammirabili in Italia o in Germania ed erano istintivamente familiari ai componenti Europei del gruppo. Nel lato destro invece le opere erano di ispirazione orientale. India, Cina, Giappone. Culminando in una gigantesca opera centrale, da uno stile misto come se fosse stata costruita da tutti gli artisti insieme. 

La storia raccontata era sempre la stessa. Trasposta in diverse culture ed in diverse ere. Un unico uomo, dal grande potere, arrivava a dominare gli uomini. Dio Imperatore. Tennō. L'Auctoritas divina. E la gente, dopo anni di oppressione si ribellava. Portandolo all'esilio. Uccidendolo. A ricominciare di nuovo. Fino ad arrivare al pezzo centrale. Un'enorme gabbia intorno alla figura del dio imperatore. Numerosi angeli, demoni, spiriti a guardia. 

Il gruppo decise di accamparsi fuori, dopo ore di studio. Furono accolti da gente armata. Chiaramente i ribelli. Percival si dimostrò battagliero, sguainando la spada ed affrontandoli a viso aperti. Gli altri erano più indecisi su come gestire la loro copertura. Il capitano di nave ne disarmò uno e si fece puntare in faccia un fucile da un altro ribelle. La testa di quest'ultimo esplose. Colpita da un proiettile arrivato dall'altura che circondava il tempio.

Altri soldati si affacciarono dal lato opposto e tre uomini si lanciarono nella conca, atterrando aiutati da magia. Si scatenò un putiferio. Percival fuggì all'interno del tempio. Gli altri decisero di scoprire le loro carte e combattere per i ribelli e non per gli uomini della corona. Kumar iniziò il suo ciclo di sparare, lasciar cadere la pistola ed estrarne un'altra. Passando da bersaglio a bersaglio. Mohit crivellò di frecce chiunque. 

Il capo della compagnia delle Indie sembrava essere un tipo pericoloso. Uccise i ribelli a mani nude, trapassandoli da parte a parte con una sola movenza. Su di lui proiettili e frecce si infrangevano senza sortire effetto, deviati da dei guantoni metallici. Anche i potenti pugni dello spirito del Gopala faticavano a sortire una sorta di effetto. 
Il campo di battaglia fu ripulito in fretta. Rimanevano solo Kumar, Mohit, il Gopala, Xander ed il capo dei soldati della compagnia delle indie. In grado di tenere testa a tutti. Il gruppo si concentrò a spararsi alle gambe, per rallentarlo. Il tutto stava per iniziare ad avere un qualche effetto quando dal tempio emersero due figure. 

Jorg e Percival. Il prussiano aveva gli occhi infuocati ed i suoi vestiti svolazzavano come se fossero in presenza di un vento. Delle catene emersero dal terreno cercando di bloccare tutti i presenti. Se Kumar e Mohit vennero incantenati senza possibilità di fuga, Xander ed il Gopala riuscirono ad evitare grazie ai loro sensi evoluti.

"Perché?, Percival, perché?" E Percival sparò. Il colpo fu diretto al petto. Non riuscì a penetrare il corpetto metallico sotto il vestito di Xander. Ma l'anima del licantropo inglese fu ferita ugualmente. Il suo corpo, senza controllo, prese sempre più forma dell'animale. Pelo. Artigli. Si mosse per colpire. Una magia di Jorg gli rese la vita più difficile. Un prurito su tutto il suo corpo rendeva difficoltoso muoversi senza grattarsi di continuo. Percival si avvicinò con la sua blunderbuss.

Xander cercò di disarmalo. Fallì' miseramente. Fu dilaniato dai colpi dell'arma da fuoco. Decine di pallini di metallo conficcati nella sua carne. Altri fermati dal corpetto. 

Il Gopala continuò il suo scontro contro il capo della compagnia delle indie. Ricevette una craniata fortissima, che lo portò quasi in fin di vita. Il suo spirito continuava a combattere abbattendo i suoi colpi sul nemico. Spingendolo via. Rompendo non la sua pelle indistruttibile, ma i suoi organi interni. 

Kumar cercò in ogni modo di liberarsi, riuscendo in qualche modo a liberare la sua mano ed iniziare a sparare contro il mago. I suoi primi colpi colpirono barriere magiche o semplicemente la roccia dietro al bersaglio, ma ebbero quantomeno l'effetto di distrarre il mago da Xander e Percival. Il suo colpo successivo gli si ritorse contro. Dall'arma da fuoco di Kumar fuoriuscì un serpente che lo attaccò, portandolo a rotolare per divincolarsi dalla bestia.

Mohit riuscì a liberarsi con enorme ritardo, ma al suo primo tentativo di usare il suo arco, lo spezzò. Il suo pianto riecheggiò sul campo di battaglia.

I sue continuarono a combattere. Percival provò a lavorare con la sua spada, non riuscendo a penetrare la pelle di Xander. Era richieste una perizia che non aveva. Gli artigli si Xander erano più veloci di un'arma. Non avevano con se l'inerzia. Si muovevano troppo veloci. Trovarono posto nella sua carne. Svenne. Morì trafitto al cuore. 

La Pepperbox di Kumar vomitò fuoco contro Jorg. Alcuni colpi trovarono la carte del mago. Rimane come stupito di ciò. Raccolse il sangue con la sua mano e rimase a guardarlo. Morì poco dopo, dall'ultima raffica della Pepperbox.

Lo spirito del Golapa aveva ridotto ad una pozzanghera di sangue il nemico. Le sue enormi braccia presero il corpo sanguinante del sacerdote indiano e lo sdraiarono gentilmente a terra. La sua siluette scomparve poco dopo.

Xander andò dal corpo di Jorg e lo dilaniò, riducendolo a brandelli.

Chi poteva ancora camminare, entrò nel tempio. Al suo interno, i tre ricercatori squartati. Uno di loro aveva ferite auto-inflitte. In ogni bassorilievo, il volto del dio imperatore era coperto di sangue. 

Uscirono tutti. Cercarono di rimettersi in piedi. E di andare via.

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"Ah". Esclamò Phoenix. "Le cose iniziano ad avere stranamente senso". 

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01 09 10