Dopo il mirabolante sequel/reboot della saga del 2014,
arriva il sequel, anche questa volta solo per le console di nuova generazione
(e Switch l'anno prossimo). In un modo un po' parallelo a Shadow of War, quanto
si migliora in questo sequel?
The New Colossus
Il nome del gioco, The New Colossus, richiama il famoso sonetto di Emma Lazarus "il Nuovo Colosso", che si trova alla base della statua della libertà.
Ci troviamo di fronte ad un sequel diretto. Dopo aver
distrutto la base di Deathshead, Blazkowicz e il Circolo Kreisau si dirigono
negli USA, con l'intenzione di dare il via ad una rivoluzione, per liberarli
dal gioco Nazista e usarli come testa di ponte per eliminare il Terzo Reich dal
pianeta.
La storia di fondo è molto semplice e trae tutta la sua forza
dai personaggi che la popolano. Viene finalmente esplorato il passato di
Blazkowicz, al gruppo si uniranno nuovi personaggi esuberanti e verranno
mostrate al giocatore le brutalità dell'America pre-Nazista, andando a formare
un interessante punto di vista per i nostri eroi. Non stanno salvando l'America
solo dai Nazisti, ma anche da loro stessi. In fondo ci troviamo in una linea
temporale dove tutta la tematica razziale americana è stata sotterrata
dall'oppressione del regime nazista, affine ai suprematisti bianchi americani
sotto alcuni aspetti. Dopo ogni momento di riflessione, arriva la catarsi per
il giocatore, che può finalmente lasciarsi andare in pura violenza liberatrice
nel massacrare nazisti, rafforzato dal loro essere "i cattivi".
La narrativa riesce ad unire in modo sapiente momenti seri
ad altri più leggeri e divertenti, proprio perché da molta importanza ai
personaggi, anche i più secondari che ascolterete per sbaglio tra una missione
e l'altra e basta. Le battute, gli episodi strani, non sono fuori luogo perché
fanno parte della natura dei personaggi, sono i classici comportamenti
bislacchi che ti aspetti.
Il gioco alterna in modo sapiente svariate mappe tra sezioni
all'aperto ed al chiuso, momenti più calmi esplorativi e sezioni nella base
operativa del Circolo, ancora meglio del primo capitolo, donando al gioco un
ottimo ritmo. Ci sono varie scene che dimenticherete difficilmente e trovate
geniali che arrivano al punto giusto. Da ricordare come il gioco operi con due
timeline che dipendono da una scelta fatta nel primo capitolo (qui riproposta
nel prologo del gioco). I cambiamenti sono interessanti, perché coinvolgono sia
il gameplay che alcuni elementi della storia.
Nel finale il gioco arriva a perdersi un po', con una
conclusione che arriva un po' troppo presto, una scena che WTF devo ancora
capirla per bene ed un lancio molto più forte ad un sequel rispetto al primo
gioco. Il classico problema del capitolo di mezzo di una trilogia.
Il gameplay ritorna quasi invariato dal predecessore. Si
spara, c'è la possibilità di andare di furtività, si possono usare due armi
alla volta in qualsiasi combinazione tra quelle a disposizione, ci sono armi
pesanti temporanee recuperabili da alcuni nemici ed il giocatore ha determinati
perk che creano un senso di progressione durante l'arco narrativo.
I perk funzionano in modo intelligente: si tratta di miglioramenti numerici di vario tipo, come più caricatori trasportabili o minor danno subito da esplosioni e si ottengono compiendo azioni consone con il bonus ricevuto, quindi vanno a rafforzare lo stile di gioco del giocatore.
I livelli sono in generale ben congeniati. Sono più corridoi glorificati che vere zone aperte, ma sanno offrire più di un approccio e sono pieni di segreti da raccogliere. I livelli non sono inoltre presentati solamente in modalità "storia", ma sono riutilizzati in più punti per missioni secondarie di caccia ai nazisti. Solitamente si tratta di ripercorrere i livelli per trovare un obiettivo. Non il miglior uso devo essere sincero, perché il fattore riciclo si fa sentire un po' in questi frangenti e la disconnessione tra le location non dal l'idea di connessione tipica di un open world.
Da un punto di vista tecnico il gioco non è affatto male. Gira sull'id tech 6, lo stesso motore di Doom e questo garantisce un ottimo livello di performance, ma il gioco ha alcuni effetti che scalano male. Nvidia deve ancora rilasciare driver appositi, ma la mia 970 accoppiata al solito i5 2500k ed 8GB di ram, è riuscita a gestire tutto il gioco su preset alto a 60fps, con qualche zona dove il framerate tankava sui 50 o 40, senza azione presente su schermo, semplicemente per qualche effetto di trasparenza o volumetrico diffuso. Anche ad ultra non se l'è cavata male, ma nelle zone più aperte i 60fps non erano garantiti, quindi ho optato per dettagli più bassi ma sicurezza di prestazioni.
Sono onestamente molto curioso di vederlo su Switch l'anno prossimo.
La musica si fa fentire a malapena. Ci sono un paio di tracce carine che accompagnano bene l'azione, ma nulla che si fa ricordare troppo.
Wolfenstein II è uno sparatutto divertente, con un ottimo gunplay, buoni livelli e discreta varietà d'azione. La gestione delle risorse limitate in battaglia funziona bene e rende i combattimento sempre tesi e ricompensa combattere il modo intelligente. Ma il gioco è anche di più. La storia ed i personaggi sono adorabili, le tematiche toccate interessanti ed i colpi di scena sanno fare bene il loro lavoro. Non è adrenalina pura come Doom, ma è un dannatamante ottimo FPS.
Stay Classy, Internet.
Da un punto di vista tecnico il gioco non è affatto male. Gira sull'id tech 6, lo stesso motore di Doom e questo garantisce un ottimo livello di performance, ma il gioco ha alcuni effetti che scalano male. Nvidia deve ancora rilasciare driver appositi, ma la mia 970 accoppiata al solito i5 2500k ed 8GB di ram, è riuscita a gestire tutto il gioco su preset alto a 60fps, con qualche zona dove il framerate tankava sui 50 o 40, senza azione presente su schermo, semplicemente per qualche effetto di trasparenza o volumetrico diffuso. Anche ad ultra non se l'è cavata male, ma nelle zone più aperte i 60fps non erano garantiti, quindi ho optato per dettagli più bassi ma sicurezza di prestazioni.
Sono onestamente molto curioso di vederlo su Switch l'anno prossimo.
La musica si fa fentire a malapena. Ci sono un paio di tracce carine che accompagnano bene l'azione, ma nulla che si fa ricordare troppo.
Wolfenstein II è uno sparatutto divertente, con un ottimo gunplay, buoni livelli e discreta varietà d'azione. La gestione delle risorse limitate in battaglia funziona bene e rende i combattimento sempre tesi e ricompensa combattere il modo intelligente. Ma il gioco è anche di più. La storia ed i personaggi sono adorabili, le tematiche toccate interessanti ed i colpi di scena sanno fare bene il loro lavoro. Non è adrenalina pura come Doom, ma è un dannatamante ottimo FPS.
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