Deus Ex Mankind Divided - Recensione


Piattaforma: PC(giocata)/PS4/Xbox One Data di uscita: 23 agosto 2016
La saga di Deus Ex ha delle premesse ottime ma che non sono mai riuscite a prendermi troppo. Quando la saga ha avuto un nuovo inizio con Human Revolution, è uscito fuori un gioco competente ma un po' poco rifinito. Questo sequel è riuscito a migliorare i punti deboli del predecessore?





Neanche i migliori teoristi di cospirazioni

Partiamo come al solito dalla trama, dai personaggi e quelle cose lì. Direi che il termine "non pervenuta" si adatti benissimo a tutta la narrativa. Il gioco è chiaramente il primo tassello di un progetto più grande. Human Revolution era riuscito a chiudere le sue vicende, in un modo o nell'altro, perché era un "esperimento". Ora che il gioco ha venduto ed è piaciuto, c'è spazio per pompare sequel vari, ma sembra che stiano andando con il contagocce per quel che riguarda il portare avanti la storia, che prima o poi dovrà collidere con quelle del primo Deus Ex, a meno di non riscrivere anche quello.

Il nostro protagonista, Adam Jensen, dopo gli eventi di Panchaea, viene raccattato dai soccorsi, passa un periodo in riabilitazione e rientra in azione come agente dell'Interpol di istanza a Praga. Il mondo è in piena crisi isterica contro chi ha potenziamenti meccanici e c'è un clima forte di razzismo, oppressione sociale, ghettizzazione e terroristi.
I poteri forti hanno i loro soliti piani oscuri e Jensen è nel mezzo tra i problemi reali ma che si esauriscono nell'immediato ed i piani di manipolazione sociale che impiegano decenni di cospirazioni per arrivare alla luce.
Il mondo è reso benissimo e si sente un clima molto teso verso le persone che hanno impianti meccanici e le tematiche sono estremamente attuali.
Però la storia principale si muove a rilento e finisce quando sembra appena iniziata.Questo Mankind Divided è un capitolo 1 di una trilogia. Tra l'altro c'è un intero argomento di trama che sembra essere importantissimo ma viene trattato con molta superficialità e finisce in modo super aperto con un dialogo che definire approssimativo è dire tanto.

Le storie secondarie offrono personaggi più singolari, sono autoconclusive e devo dire interessanti.
Tutto sommato la storia prende, c'è la volontà di scovare la verità, quindi malgrado finisca presto, fino a quel momento riesce a tenere alto l'interesse, malgrado NPC non propriamente stellari. Almeno nel mio caso è stato così.


Ridondanza

A livello di gameplay il gioco è identico al suo predecessore, con componenti di sparatutto mescolate ad altre da gioco di ruolo.
Il gioco si compone di una visuale doppia in prima e terza persona. Vedremo attraverso gli occhi del protagonista quando dovremo esplorare e combattere, mentre quando si utilizzerà il sistema di copertura e durante i dialoghi il gioco ci mostrerà Jensen nella sua interezza.
Il gameplay non si è evoluto particolarmente, quello che è migliorato leggermente è il level design, che permette di utilizzare meglio meccaniche nel nell'episodio precedente soffrivano un po'.
L'avventura è strutturata in modo molto semplice. Avrete un'hub centrale, rappresentato in questo caso dalla città di Praga, nel quale farete avanti ed indietro per parlare con i vari NPC e compiere missioni locali. Quando il gioco vuole andare "avanti", vi sposterà in ambientazioni apposite che saranno visitabili solo nel contesto della missione.
Il gioco offrirà obiettivi primari e secondari chiari e tracciati sul vostro HUD ma starà al giocatore come arrivare a tale obiettivo perché il gioco offre numerosi approcci che ben si adattano a tante tipologie di giocatori.
Mi è capitato a volte di arrivare in un punto, pensare di aver tralasciato qualcosa o di stare andando dalla parte "sbagliata", solo per tornare indietro, fare un percorso totalmente diverso ed arrivare allo stesso punto. Una cosa che ho fatto apposta proprio per testare la possibile varietà di approccio. Alcuni percorsi sono bloccati da sistemi da hackerare, ma è sempre possibile bypassarli usando condutture, trovando le password giuste oppure andando di forza bruta.
Adam Jensen ha un proprio livello del personaggio, che sale completando missioni ed accumulando esperienza. Ad ogni nuovo livello è possibile spendere punti per acquisire nuovi potenziamenti cybernetici e ce n'è per tutti i gusti. Il problema è che si nota un po' di ridondanza.
Ci sono alcune armi integrate di Jensen, come un paralizzatore o delle lame da lancio, che replicano il comportamento di armi da fuoco disponibili fin dall'inizio dell'avventura, risultando inutili ed inefficienti. Non offrono nulla di nuovo o particolare e sono sprecate. C'è anche il problema dei potenziamenti speciali che dovrebbero dare al giocatore una scelta: se vengono selezionati occorre disattivare un potenziamento vecchio per abilitarli. Però una sidequest rimuove questo problema per il terzo atto e nei primi due non c'è un così grosso bisogno di questi potenziamenti.
Anche le armi non riescono ad offrire una buona varietà perché gli scenari sono un po' tutti in spazi ristretti, quindi l'efficacia tra pistola, fucile a pompa, mitra e fucile da battaglia si mescola un po' troppo con l'attacco corpo a corpo, sempre a disposizione, silenzioso ed efficiente. 
Ci sarà differenza tra i giocatori ovviamente. Io ho affrontato il gioco in modo pacato e stealth, esplorando per bene, mentre un mio amico andava sparano a tutto. Abbiamo vissuto il gioco in modo diverso e tanto basta, ma la sensazione che il gioco avesse tanti elementi ridondanti l'abbiamo avuta entrambi.
L'IA tra l'altro non brilla molto, riuscendo a togliere un po' di pepe all'approccio stealth.
Un po' grezzo possiamo dire.


Si però qualche animatore in più farebbe comodo

Da un punto di vista tecnico Deus Ex mostra un po' i fianchi. I modelli poligonali non sono eccelsi, le animazioni peggio. Sembra essere indietro di una generazione, probabilmente è stato pensato davvero per PS3/360 e poi portato su PS4/One. I tempi di caricamento sono anche lunghettini.
Su PC il gioco non scala molto bene verso l'alto. Io ci ho giocato con dettagli alti a 60fps stabili durante le missioni, ma nella città HUB il processore diventa il collo di bottiglia e si hanno cali intorno ai 40 fps. Provare con dettagli molto alti o ultra è roba solo per la 1080 o per schede AMD che digeriscono meglio il titolo. I tempi di caricamento sono abbastanza lunghi, sul paio di minuti da hard disk meccanico da 7200 giri, però non sono frequentissimi fortunatamente.
Artisticamente però è eccelso, con una Praga resa ottimamente e con ambienti imballati di dettagli. Ogni stanza è piena di oggetti e sembrano tutti posti vissuti, con una storia dietro. Il gioco offre scorci cittadini fantastici, che mescolano l'antico con il moderno, il futuristico pulito con il decadente. La varietà di ambientazioni non è elevata, ma c'è varietà di temi rappresentati.
Anche musicalmente il titolo azzecca in pieno il tono futuristico cyperpunk.
Però devono fare qualcosa per le animazioni, soprattutto per i dialoghi. L'espressività facciale e del corpo sono davvero qualcosa di osceno.



Il gioco offre bei momenti di superamento ostacolo offrendo al giocatore molti approcci diversi. La natura fondamentalmente lineare, unita alla trama che è a malapena un atto 1 di 3 lo rendono un gioco bello ma tutto sommato dimenticabile. 

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