Il futuro distopico/apocalittico è un setting molto figo e per certi versi abusato nella fiction.
Le distopie forti, come quelle di 1984, F451, Brave New World, sono critiche alla società moderna attraverso l'estremizzazione di determinate linee di pensiero presenti all'epoca della scrittura. Sono opere scritte come un avvertimento e come critica e ci colpiscono perché sono ben focalizzate.
Ma spesso di recente arrivo a vedere il background del tutto distrutto, cupe e controllato semplicemente come un modo più facile per poter mettere paletti arbitrari al background.
Ovvero: ci vuole molto meno fatica ad immaginare e pensare un mondo rotto che un mondo funzionante in tutto e per tutto.
In un mondo distopico o apocalittico siamo di fronte o al totalitarismo che controlla tutto in modi anche sconclusionati e la logica dietro le azioni o come ci si comporta verso la popolazione può essere tranquillamente riassunta con: il dittatore è un po' rincojonito. Esempi nella vita reale ne abbiamo avuti, quindi why not? Oppure le megacorporazioni controllano tutto e tu non sai mai esattamente quello che fanno, quindi non puoi neanche a criticare aspetti possibilmente fallaci dell'intera struttura.
L'apocalittico ha semplicemente la civiltà distrutta, quindi si deve ricominciare da capo. Poca roba, poca gente, tutto semplice.
Però non bisogna lasciarsi ingannare dall'apparente semplicità e controllabilità di questi background, perché a scriverli da culo non ci vuole mica nulla.
Tipo Elysium. Che dovrebbe essere una critica alla campagna anti immigrazione USA, ma il backdrop Sci-Fi di mondo sfasciato che usa è così a caso che rompe il messaggio. Totalmente.
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Ok, lui è un figo. |
Ora cerchiamo di capire come diavolo si può mantenere realisticamente una società interstellare va.....
Stay Classy, Internet