Piattaforma: 3DS Data di uscita: 30 ottobre 2014
La saga di Shin Megami Tensei è molto longeva e dai mille volti.
Sempre stata molto di nicchia, è esplosa nel mondo con SMT: Persona 3 e poi con SMT:Persona 4, diventata di fatto il volto dell’Atlus, malgrado fosse in principio uno spin off.
La “vera” saga, quella principale è arrivata solo ora al quarto capitolo (tecnicamente sarebbe il quinto, ma il precedente gioco non aveva un numero nel titolo) ed è arrivata su Nintendo 3DS in Europa con un ritardo mastodontico rispetto alla versione giapponese o americana e solo in formato eShop. Da buon fan della saga non potevo non farmelo sfuggire.
Those who serve God Almighty: Thou shalt not proceed beyond this door
Gli SMT della saga principale non hanno mai brillato per personaggi, storia e caratterizzazione rispetto a molti suoi spin off ma non per un problema di qualità della scrittura, ma per un motivo di forma.
I giochi della serie principale sono dei dungeon crawler in prima persona puri. L’equivalente dei nostri Wizardry. Il protagonista degli SMT è un personaggio muto, che avrà voce in capitolo solo durante alcune scelte nei dialoghi ed i compagni del gruppo sono presenti in modo sparso nella storia ed hanno un ruolo ben definito fin dal primo capitolo, con solo il terzo capitolo, Nocturne, che ha rimescolato un po’ le carte in tavola.
Ogni gioco presenta 3 diversi percorsi filosofici, ognuno dei quali scelto da uno dei vostri compagni ed il giocatore si ritroverà a dover scegliere tra uno di queste tre diverse linee di pensiero, appoggiando in modo opportuno i propri compagni e navigando sapientemente tra le scelte dei dialoghi.
Il protagonista è un giovane ragazzo che dopo una breve introduzione diventa uno dei nuovi samurai del Regno orientale di Mikado. Un giocatore mediamente attento noterà come l’ambientazione è estremamente fantasy, medievaleggiante, ma alcuni accessori sono definitivamente ad alta tecnologia. Il gioco continua a mandare segnali di strane irregolarità nella costruzione del mondo che mantengono vivo l’interesse del giocatore nella trama delle prime ore e lo catturano abbastanza facilmente.
Dopo aver raggiunto il momento rivelatorio relativamente presto, che mette l’intero gioco sotto una nuova luce, l’aspetto narrativo cala vertiginosamente, lasciando maggior spazio al gameplay e finalmente sbloccando tutte le opzioni a disposizione del giocatore.
Ci saranno un paio di scambi di dialoghi interessanti e riuscire a capire esattamente la catena di eventi che portò alla creazione del mondo di gioco attuale è una sfida non indifferente in quanto il gioco non da mai troppe informazioni, ma i pezzi del puzzle ci sono tutti. Onestamente rimontare nella propria testa i perché, i come ed i quando che hanno creato il background del gioco è l’aspetto più interessante ed appagante, perché la trama principale segue dei binari ben stabiliti e prevedibilissimi e manca di un forte mordente.
Il gioco ha 4 finali disponibili, tutti appaganti nel loro modo, come sempre allineati alle filosofie principali. Attenzione a non fare il solito errore di guardare al chaos come negatività pura ed alla legge come il bene assoluto a priori, la serie di Shin Megami Tensei tende a rendere il tutto più grigio di quanto potrebbe sembrare, e se si tratta della prima volta che giocate ad un SMT della serie principale, queste tematiche vi piaceranno molto nel modo con le quali sono affrontate.
Gotta Fuse Them All
Ho già accennato in precedenza che la saga SMT principale è un dungeon crawler. Con questo episodio ci muoviamo in un territorio un po’ più ibrido. Comanderemo il nostro protagonista da una visuale in terza persona in giro per le mappe delle ambientazioni, come un puntino colorato sull’atroce mappa del mondo e con un sistema di combattimento in prima persona, con visuale solo sul party nemico.
Il cuore dell’intero gameplay è il sistema di acquisizione e potenziamento del proprio party. A differenza di altri giochi di ruolo, il vostro protagonista sarà l’unica presenza umana controllata da voi facente parte del vostro party. Il resto sarà composto da demoni. E per demoni non intendo mostri rossi con le corna che risiedono negli inferi, ma un insieme vasto di ogni creatura mitologica, divinità e cose in mezzo prese da ogni civiltà del pianeta terra.
Esistono due modi di acquisizione dei propri demoni. Quando li si incontra sul campo di battaglia, si può provare ad iniziare una trattativa con loro per farli unire al vostro party. A volte chiederanno oggetti, altre volte punti vita, altre volte potranno mandarvi a quel paese e basta. C’è un mix tra caso e sapiente capacità di trattative, ma dopo aver capito il pattern generale, riuscirete a reclutarne la maggior parte senza problema.
L’altro modo per ottenere nuovi demoni è fondere due dei demoni in proprio possesso. Ci sono delle regole precise sul tipo di demone da fondere per avere un certo risultato, ma una cosa è costante: il demone ottenuto per fusione eredita le tecniche speciali dei demoni che sono stati fusi per generarlo. Avendo un numero limitato di abilità per demone, spesso ci si ritroverà a scendere a compromessi, per assicurarsi la miglior macchina da battaglia sul campo.
Si partirà con piccole fatine, IMP e guerrieri di piccolo calibro, per poi avere calibri di Shiva, Metatron e Odino nel proprio party, formando un mix di combattenti molto variegato e tematicamente imponente.
La voglia di provare tutte le combinazioni o continuare a fondere mostri per avere la versione definitiva di un certo demone, con determinate abilità è alta e spinge avanti il gioco da solo. “Chissà quali nuovi demoni incontrerò nella nuova area” sarà il drive del gioco, più di ogni altra cosa.
Il sistema di battaglia sfrutta l’oramai ben collaudato Press Turn System. I turni delle battaglie sono ben definiti: prima agisce il proprio party e poi quello nemico. Ogni personaggio genera un’azione. Qualora si riesca a colpire il punto debole del nemico o si metta a segno un colpo critico, si genererà un turno extra. Se invece mancherete il bersaglio o colpirete con un elemento al quale il nemico è immune o lo riflette perderete 1 turno. Questo vale per voi come per il nemico.
Una buona strategia consiste nel massimizzare il proprio numero di azioni, portandolo ad 8 e minimizzare le azioni del nemico.
Una buona strategia consiste nel massimizzare il proprio numero di azioni, portandolo ad 8 e minimizzare le azioni del nemico.
Il gioco è difficile come pochi. Il livello di difficoltà è selezionabile tra casual, normale e hard (sbloccato dopo il finale) ed anche a casual offre una buona sfida.
La difficoltà non sta molto nella potenza numerica dei nemici quanto in quanto usare la tattica sbagliata o avere i mostri deboli all’elemento sbagliato al momento sbagliato può costarvi tutto. I boss soprattutto, anche se singoli, hanno dalla loro 2 o 3 azioni nel loro turno e se per sbaglio riescono ad ottenerne uno extra per qualche motivo, procederanno al vostro maciullamento di lì a poco.
Grindare e salire di livello non è mai la risposta giusta, i boss finali sono di livello 99 ma sono affrontabili al livello 70 senza problemi, ma fondere demoni per ottenerne uno migliore e cambiare approccio è il modo di vincere le battaglie più difficili.
Per questo il gioco è molto appagante, in quanto è una vera sfida che deve essere superata.
Finire la storia principale vi terrà impegnati tra le trenta e le quaranta ore, ma le sidequest o boss extra vi terranno impegnati per un po’ più di tempo ed il gioco offre un New Game Plus che potrebbe tenervi impegnati ancore per più tempo.
Per la prima volta nella serie, il gioco ha dei DLC, acquistabili in un menu apposito. Un paio di questi sono solo armature e vestiti extra per il protagonista, altri sono dei DLC facilitatori, per poter ottenere velocemente e con poco sforzo soldi (chiamati Macca), esperienza e punti applicazioni, usati per sbloccare funzionalità e bonus vari che vi aiuteranno in battaglia e non.
Altri invece introducono nuove quest e nuovi boss fortissimi da abbattere. Nessuna di queste è essenziale, ma alcuni dei boss extra sono legati un po’ alla trama e possono sembrare un po’ tagliati fuori, ma non è così, sono tutti extra ed il gioco è completo senza aver bisogno di alcun DLC.
Insomma, non è il miglior Shin Megami Tensei, io preferisco ancora Strange Journey, uscito su DS e solo in USA, ma è un ottimo gioco ed a prezzo budget di 20€ è difficile da sconsigliare.
Stau Classy, Internet.
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