Apparso prima QUI.
Vi siete mai chiesti chi siano i miei personaggi preferiti del mondo del gaming? No? Bene ve lo dico lo stesso. Sono quelli nell'immagine qua sopra. Chi sono? Ve lo dico dopo il salto.
Garrus Vakarian
Garrus è uno dei compagni presente in tutti e tre i Mass Effect. “There is no Shepard without Vakarian”, con queste parola si lasciano il buon Garrus e Shepard prima di imbarcarsi verso il finale di Mass Effect 3. E parole più vere non poterono essere mai pronunciate. Garrus è un grande personaggio perché per me è stata la miglior “bromance” mai vissuta in un videogioco, impreziosita dal suo durare ben 3 giochi e dall’avere le proprie scelte influenzare il personaggio nel tempo. In Mass Effect 1 lo troviamo mentre investiga sullo stesso nostro caso ed è scontento dall’essere fermato di continuo dalla burocrazia. Farlo dei nostri lo porterà a vedere Shepard come un mentore, una persona alla quale ispirarci ed alla quale guardare come figura di guida. Il giocatore può mandarlo su due strane: quella di seguire di più le regole per diventare un miglior poliziotto, oppure quella di lavorare al di sopra di essere, per diventare un nuovo Spectre, un agente speciale che risponde solo al governo della Cittadella, esattamente come è Shepard. Nel primo capitolo si cementifica questa amicizia. Nel secondo episodio lo ritroviamo nel ruolo di Batman, impegnato ad essere un vigilante su una stazione spaziale la quale popolazione è composta al 90% da gente legata alla malavita in un modo o nell’altro. Guidava un gruppo di uomini scelti, esattamente come faceva il giocatore nel primo gioco, fino a quando uno di loro non tradisce gli altri e porterà Garrus di nuovo ad operare da solo. La risoluzione della sua quest personale è un altro grande confronto di personalità con il giocatore e riflette anch’essa alcune scelte del primo capitolo nei suoi dialoghi. Poi in Mass Effect 3 Garrus è asceso al ruolo di badass per i Turian, che lo mettono a capo di una forza anti reapers, per poi riunirsi al Comandante Shepard per salvare la galassia. I momenti con Garrus sono tutti di vero bonding ed il suo personaggio è un amalgama di preparazione, capacità, testardaggine, humor ed eccentricità, tutte sfruttate per dargli il giusto spessore. Dire al resto del gruppo di rimanere idratati quando si atterra su un pianeta arido e desertico, stare sempre impegnato a fare calibrazioni ai cannoni della Normandy, incontrarsi con Shepard nella Cittadella per fare del tiro a piattello, mettere trappole nella casa di Shepard o scambiare battute razziste con Joker…. Un vero amico, che seguirà sempre il giocatore, fino alla fine.
Quando tutti quanti nel vedere una bomba commentano con “bomba!” e si lanciano verso la copertura, Garrus dice “oh crap”. Uno di quelli ai quale piace combattere in giardini, negozi di elettronica e negozi di antiquariato…. ma solo se sono di classe.
HK-47
HK-47 è un drone assassino creato dalla Bioware per il gioco Knights of the Old Republic, uno dei migliori giochi di ruolo della casa ed uno dei migliori su Star Wars. Il giocatore si ritrova su Tatoinee ed ha bisogno di un traduttore per dialogare con i Sabbipodi per progredire nella storia. A quanto pare un droide sa la loro lingue e così viene acquistato. HK-47 appena inizia a parlare si rivela una vera perla. Un drone assassino di programmazione è molto leale al suo padrone ma ha una totale indifferenza per la vita organica ed è prono ad essere violento. Chiama gli umani meatbag, sacchi di carne, e durante ogni suo dialogo da consigli al giocatore su che azione prendere, ed è sempre la più violenta possibile. Frasi come “andiamo a cercare qualcosa da uccidere per tirarci un po’ su?” rimangono scolpite nella mente. Altra peculiare caratteristica del droide è la sua parlata. È monotona e quindi deve anteporre ad ogni frase una parola che ne descriva l’intonazione e l’espressione come : Statement, Commentary, Quary, Mockery e così via. Idea poi presa di peso ed utilizzata per gli alieni Elcon di Mass Effect che parlano tutti in questo modo.
Il compagno perfetto di un Sith, una controparte estremamente ironica per uno Jedi, KH-47 è in grado di strappare un sorriso od una risata ad ogni frase, in ogni momento del gioco. È diventato talmente iconico che è l’unica cosa che si ricorda istintivamente di KOTOR. Se mai avessi bisogno di un droide per sconfiggere tutti i miei nemici, HK-47 sarebbe la mia scelta. Sempre.
Una delle sue migliori frasi è forse questa:”Imbrogliare diventa importante solo quando si è scoperti a farlo. Altrimenti si chiama furbizia no?”
Silly!Hawke
Terzo personaggio, terzo gioco Bioware. Diciamo che mi trovo molto in sintonia con il loro modo di scrivere. Hawke è il protagonista di Dragon Age II e pertanto il suo comportamento e psiche è definito dal giocatore, all’interno dei dialoghi scritti dalla Bioware ovviamente. Hawke presenta un sistema di personalità, con il quale decide in autonomia molti dialoghi minori automatici. Le personalità presenti erano 3: Diplomatico, Charming e Impulsivo. Se la prima e l’ultima lo rendono un personaggio abbastanza comune nello scenario dei protagonisti di videogiochi, la personalità in mezzo lo trasformano nel miglior protagonista di sempre. Rinominato Silly!Hawke dalla community, l’ilarità e completa randomanza dei dialoghi lo rendono fantastico. Iniziare una battaglia con “Possiamo parlarne? No?”, continuare con “Rendo il mondo un posto migliore, un nemico alla volta!” ad ogni avversario abbattuto… e riempire ogni dialogo di roba completamente random.
Mentre incontra un losco figuro per una quest: “Magistrato: Stavo cercando qualcuno con i suoi… “talenti”. Hawke: Non credo che intenda la mia abilità di fare il giocoliere con dei piccoli roditori mentre canto ballate Orlesiane”. Perle di questa levatura non si vedono spesso nei videogiochi. Di solito sono lasciati a personaggi secondari. Gente di poco peso sulla storia e messa lì solo per farvi ridere. Qui no. Qui l’eroe può essere il più grande cazzone mai esistito. E adoro alla follia questa cosa.
Shion Uzuki
Ora ci si sposta un po’ dalla produzione occidentale per passare a quella nipponica. Tipicamente i protagonisti dei JRPG sono degli adolescenti che risultano essere o mestruati dall'inizio a fine gioco, come per esempio Squall di Final Fantasy VIII oppure dei tizi imbelli ed idealisti, come non so, Lloyd di Tales of Symphonia. Rarissimamente troviamo personaggi un po’ più complessi, adulti ed a tutto tondo. Per fortuna che esiste la Monolith con i suoi Soraya e Takahashi, scrittori provetti. Shion Uzuki è la protagonista della trilogia Xenosaga ed è un personaggio molto complesso che mi ha colpito più volte nel corso della saga. Il tema principale di Xenosaga può essere definito quello della vita e della morte ed ogni personaggio ha un suo particolare approccio al tema. Shion è il tipo di persona che per evitare dolore ed altro gira la testa, guarda via e forza di dimenticare. Il dover arrivare ad affrontare il suo passato e la verità dei fatti, distruggendo tutti i suoi costrutti è fatto in modo molto umano e rappresenta uno dei migliori archi narrativi evolutivi del gaming a mio avviso. Forse il tratto che ammiro di più è che il suo è il primo ed unico personaggio nel mondo del gaming che riesce a rappresentare in modo realistico la classica relazione d’amore tossica e dannosa, con Shion che ritrova il suo amore di sempre e vuole stare con lui, anche se questo la porta ad alienare completamente i compagni del party. Poi è anche una bella gnocca in Episodio III e questo aggiunge punti.
Phoenix Wright
Phoenix Wright è il protagonista degli Ace Attorney, serie di giochi punta e clicca della Capcom dove ci ritroveremo nei panni di un avvocato difensore a fare investigazioni e a difendere i nostri clienti in aula. Il mondo di Ace Attorney è pieno di personaggi strani, appariscenti, che rimangono impressi nella memoria. Però il mio preferito è il protagonista. Perché? Perché è l’unico normale. E funziona alla grande. In un mondo che ti propina situazioni strambe, misticismo spiritico, personaggi completamente folli e che ti mette di fronte alla realtà dell’omicidio per i motivi più vari, avere qualcuno di estremamente normale con il quale il giocatore può interfacciarsi è necessario. I pensieri di Wright e dell’utente spesso sono gli stessi, sia quando si commentano le scene del gioco sia quando si deve ragionare per trovare il vero colpevole del caso. Phoenix è comunque un personaggio complesso, con un passato da persona impacciata ed un po’ frignona durante il periodo scolastico, per poi passare ad un avvocato in grado di andare avanti grazie alle sue idee folli ed ai suoi grandi bluff, per arrivare ad essere una persona di esperienza, capace e mentore per gli altri. Tutto questo condito da un humor personale di tipo sardonico, cosa che apprezzo molto personalmente.
Fei Wong
Altro personaggio partorito dalla mente dei ragazzi della Monolith, è il protagonista di Xenogears. Adoro il suo personaggio per come è costruito. È forse il miglior personaggio freudiano del mondo dei videogiochi, visto che usa la divisione classica in Ego, ID e SuperEgo, gli da un tocco alla Evengelion e gli viene costruita una bella storia intorno. La personalità con la quale ci interfacceremo durante tutto il gioco è il SuperEgo, uno shell costruito per proteggere il suo Ego, il bambino innocente ed incontaminato. Il suo ID invece è una specie su superman che quando risvegliato va in giro e spacca tutto. Ci troviamo di fronte ad un puzzle da risolvere mano a mano che si procede nella storia con Fei che si comporta in modo diverso da quello di tutti i protagonisti, per certi versi sono gli altri intorno a lui che lo guidano almeno fino a quando non riesce finalmente ad evolvere. Avendo il suo Ego praticamente schermato, non c’è un sistema di controllo per il proprio subconscio e per questo si alternano le due personalità estremamente opposte l’una all’altra, rendendo Fei uno dei pochi personaggi del gaming con disturbo dissociativo dell’identità. I momenti più belli di questa complessa relazione tra le personalità sono quando il gioco ci fa entrare nel subconscio di Fei, dove si può vedere il codardo, l’ego ed il super ego che parlano tra di loro fino arrivare alla risoluzione della questione. Xenogears è tanto un viaggio esteriore per salvare il mondo dalla distruzione e dalla manipolazione dei cattivi, quanto un viaggio interiore nella psiche dei personaggi, in modo particolare in quella di Fei. Per questo suo livello di complessità, rimarrà per sempre uno dei miei personaggi preferiti. Ho già parlato del gioco qui per gli interessati.
Kane
Ritorniamo dagli occidentali e guardiamo uno dei cattivi più iconici del PC gaming. Kane, di Command&Conquer della saga del Tiberium. Una particolarità della serie era quella di usare attori in carne ed ossa per le scene filmate di intermezzo missioni. Joseph D. Kucan interpretò Kane, il carismatico capo della fazione Brotherhood of Nod, fanatici religiosi che venerano proprio Kane e lo seguono nel suo progetto di ascensione. Kane non è un personaggio profondo o complesso. È un cattivo alquanto standard. Manipolativo, carismatico, beffardo, duro ma gentile con i suoi discepoli, sempre con un piano per poter trionfare e sembra sempre tutto andare secondo i suoi piani. Ciò che lo rende estremamente iconico è proprio Kucan e la sua performance. La voce, gli sguardi, gli atteggiamenti, la regia, i dialoghi. Tutto è fatto per farlo amare ed odiare al giocatore. Un personaggio immortale che celava misteri a non finire….. l’unico punto negativo di tutto ciò è stato C&C4, l’ultimo capitolo della saga del Tiberium, con una sua presenza estremamente ridimensionata e la scoperta in modo molto poco cerimoniale che tutta il suo macello in realtà fosse solo un modo molto complicato per fare “E.T. telefono casa” . Volete diventare il capo di una fratellanza di fanatici/terroristi? cercate di essere come Kane e non fallirete.
Handsome Jack
Un altro cattivo nella mia classifica! Handsome Jack è forse il miglior cattivo dei videogames, almeno per il mio gusto personale. So che lo stile di scrittura di Borderlands o lo si ama o lo si odia, non ammette molte mezze misure, Anthony Burch è abbastanza polarizzante. Handsome Jack è il cattivo che si crede buono ed è il tipo di quello che chiama costantemente i protagonisti per insultarli o per farli sapere che i cattivi perdono sempre. Si vede come l’eroe del pianeta ed è spietato ed intelligente anche se soffre un po’ da forti pulsioni emotive che lo portano a comportarsi da squilibrato. La sua storia però è molto più complessa. Era un semplice programmatore per la corporazione Hyperion, con una storia personale un po’ devastata, visto che sua figlia è nata una sirena e questo ha portato in qualche modo alla morte di sua moglie. Esattamente cosa sia successo non è chiaro, ma ha imprigionato sua figlia in una macchina e sfrutta il suo potere per manipolare la tecnologia come se fosse un’IA. Estremamente distintiva la sua maschera. In seguito di un incidente ha avuto la sua faccia marchiata a fuoco e quindi si è fatto costruire una maschera che sostituisce il suo volto in una replica 1:1. Mi piace molto il cattivo che si crede l’eroe del suo racconto e una buona dose di psicopatia aiuta molto.
Jade Curtiss
Jade Curtiss è uno dei componenti del party di Tales of Abyss. È il residente mago d’attacco, ma per la storia è mister exposition. Anche lui è un personaggio che usa il sarcasmo come risposta a tutto. Si è un tipo di umorismo che mi piace molto e che mi rispecchia in certi modi. Jade è estremamente intelligente, colto, mai impreparato e pieno di stile. Quasi sempre calmo e freddo, a volte si lascia andare alle emozioni, ma corregge velocemente il tiro in quei casi, deciso a voler mantenere la sua compostezza. È sempre due o tre passi avanti a tutti e nessun evento della storia lo sconvolge ed ha sempre uno spiegone pronto. Ha un passato scuro e truce, ma l’ha superato psicologicamente a differenza di molti altri personaggi tipici dei giochi giapponesi. Praticamente Jade Curtiss è l’incarnazione dei personaggi che di solito gioco a D&D. Da quel tocco di maturità e preparazione al party di ToA e praticamente ogni cosa che esce dalla sua bocca è praticamente epica.
Ed eccoli qui, i miei 9 preferiti. Quindi cosa serve per farmi contento? Gente sarcastica e/o complessi psicologici arzigogolati ma sensati.
Stay Classy, Internet.
Nessun commento:
Posta un commento