Versione giocata: PC
Data di uscita: 14 marzo 2014 (360,Ps3), 25 Aprile 2014 (PC)
Dark Souls II è il seguito dell’acclamato Dark Souls, videogioco prodotto dalla casa giapponese From Software e pubblicato dalla Namco Bandai.
Dark Souls II ha su di se il peso di dover essere un sequel ad un gioco piuttosto unico nel panorama videoludico contemporaneo. Sarà riuscito a mantenere intatte le fondamenta del gioco, migliorando e modificandosi allo stesso tempo?
Dark Souls II ha su di se il peso di dover essere un sequel ad un gioco piuttosto unico nel panorama videoludico contemporaneo. Sarà riuscito a mantenere intatte le fondamenta del gioco, migliorando e modificandosi allo stesso tempo?
Diciamo di…. “Nì”.
Una Storia Familiare ma non troppo
L’avventura in Dark Souls II inizia in un modo simile al suo predecessore. Un filmato iniziale ci introduce alla maledizione dei non morti, maledizione che ci impedisce di morire e porta via la nostra sanità mentale col passare del tempo. Veniamo quindi catapultati con poche informazioni in un mondo a noi sconosciuto: la terra di Drangleic. Saremo guidati da quei pochi NPC presenti con indicazioni criptiche, che ci spiegheranno in modo molto approssimativo cosa sta succedendo e come liberarci di questa maledizione che ci affligge.
La storia c’è, ma più che storia è bene parlare di “lore”, ovvero di folklore. I vari NPC che incontreremo e soprattutto le descrizioni di armi ed armature aprono una piccolissima finestra sui luoghi, personaggi, miti e leggende di Drangleic, senza mai dire in modo esplicito le cose. È il giocatore che deve comporre nella sua testa l’intero racconto.
La storia c’è, ma più che storia è bene parlare di “lore”, ovvero di folklore. I vari NPC che incontreremo e soprattutto le descrizioni di armi ed armature aprono una piccolissima finestra sui luoghi, personaggi, miti e leggende di Drangleic, senza mai dire in modo esplicito le cose. È il giocatore che deve comporre nella sua testa l’intero racconto.
Grande differenza con il predecessore è come il mondo reagisce all’avanzare del giocatore. Se il primo Dark Souls porta il giocatore in posti sempre più bui, sempre più oppressivi e tutti gli NPC iniziano a perdersi, in Dark Souls II c’è un filo di speranza, c’è meno oppressione. E questo impatta emotivamente in modo molto diverso sul giocatore.
Un mondo finalmente appagante ma più vuoto
Da un punto di vista visivo Dark Souls II non fa gridare al miracolo ma riesce a migliorare molto rispetto al suo predecessore, principalmente grazie alla nuova gestione dell’illuminazione.
Il primo Dark Souls aveva una direzione artistica ottima ma una realizzazione tecnica a dir poco scadente. I luoghi sembravano grandiosi, ma spesso la cattiva gestione dei colori, della gradazione e di come le fonti di luce illuminavano una zona rendevano tutto più finto e rovinavano l’impatto finale.
Il primo Dark Souls aveva una direzione artistica ottima ma una realizzazione tecnica a dir poco scadente. I luoghi sembravano grandiosi, ma spesso la cattiva gestione dei colori, della gradazione e di come le fonti di luce illuminavano una zona rendevano tutto più finto e rovinavano l’impatto finale.
Dark Souls II ha un buon connubio tra ispirazione artistica e realizzazione tecnica. I paesaggi che si visiteranno sono vari e spaziano molto in stile e tono. Da posti bui a posti soleggiati, da atmosfere di rovina e decadenza ad altre di maestosità e di vita.
Si vorrà procedere anche per vedere come sarà la prossima ambientazione, spinti da genuina curiosità.
Il gioco ha questa volta una struttura ad HUB centrale, con le varie ambientazioni che si diramano tutte da una zona centrale ed il teletrasporto tra le varie zone è attivo fin da subito. Questo ha un duplice effetto: se da un lato elimina molti tempi morti, porta ad avere una visione del mondo a pezzi e meno come un’unica entità.
Altro effetto di questo design è l’eccessiva linearità delle ambientazioni poiché sono tutte pensate per andare dal punto A al punto B in linea retta e non interconnesse tra di loro a più livelli come in Dark Souls I. Il fattore esplorazione volontaria del giocatore per capire dove andare e come procedere diminuisce di tantissimo ed impatta negativamente sull’aspetto della scoperta.
Un piccolo appunto sulla versione PC. La conversione è ottima ed il gioco non ha problemi a girare a 60fps fissi su configurazioni medie con dettagli al massimo.
Si vorrà procedere anche per vedere come sarà la prossima ambientazione, spinti da genuina curiosità.
Il gioco ha questa volta una struttura ad HUB centrale, con le varie ambientazioni che si diramano tutte da una zona centrale ed il teletrasporto tra le varie zone è attivo fin da subito. Questo ha un duplice effetto: se da un lato elimina molti tempi morti, porta ad avere una visione del mondo a pezzi e meno come un’unica entità.
Altro effetto di questo design è l’eccessiva linearità delle ambientazioni poiché sono tutte pensate per andare dal punto A al punto B in linea retta e non interconnesse tra di loro a più livelli come in Dark Souls I. Il fattore esplorazione volontaria del giocatore per capire dove andare e come procedere diminuisce di tantissimo ed impatta negativamente sull’aspetto della scoperta.
Un piccolo appunto sulla versione PC. La conversione è ottima ed il gioco non ha problemi a girare a 60fps fissi su configurazioni medie con dettagli al massimo.
Gameplay granitico
Il gameplay di Dark Souls II è rimasto più o meno identico rispetto al predecessore. Si basa sempre sulla combinazione di attacchi con armi e magie intervallate a parate e/o schivate, tutto gestendo una barra di stamina, che è il carburante per effettuare le varie azioni.
Si parte con la creazione del proprio alter ego, scegliendo una classe tra le disponibili e poi investendo le anime raccolte sconfiggendo i nemici per aumentare le proprie statistiche.
Il giocatore ha libertà di come sviluppare il suo personaggio e questo può portare a dei problemi per i neofiti, in quanto è possibile creare un personaggio estremamente sottodimensionato rispetto alle sfide.
Il gioco continua a non spiegare molto al giocatore e il grande quantitativo di statistiche e come queste interagiscono può effettivamente creare spaesamento. Creare un sistema di questa complessità e non spiegarlo decentemente al giocatore è un po’ il crimine e la gioia di questo gioco.
Fortunatamente questa volta c’è un oggetto che permette di ricalibrare il proprio personaggio. È presente in quantità limitata e va trovato nel mondo di gioco come tesoro ma può salvare ore di gioco perse.
La difficoltà del gioco è rimasta la stessa, ovvero è un insieme di “trial and error” con la formula di vai avanti, muori e riprova fino a quando non si conosce alla perfezione l’ambiente ed i nemici. I falò ben piazzati ed un paio di nuovi oggetti rimuovono molta della frustrazione di solito associata a questa struttura.
Si parte con la creazione del proprio alter ego, scegliendo una classe tra le disponibili e poi investendo le anime raccolte sconfiggendo i nemici per aumentare le proprie statistiche.
Il giocatore ha libertà di come sviluppare il suo personaggio e questo può portare a dei problemi per i neofiti, in quanto è possibile creare un personaggio estremamente sottodimensionato rispetto alle sfide.
Il gioco continua a non spiegare molto al giocatore e il grande quantitativo di statistiche e come queste interagiscono può effettivamente creare spaesamento. Creare un sistema di questa complessità e non spiegarlo decentemente al giocatore è un po’ il crimine e la gioia di questo gioco.
Fortunatamente questa volta c’è un oggetto che permette di ricalibrare il proprio personaggio. È presente in quantità limitata e va trovato nel mondo di gioco come tesoro ma può salvare ore di gioco perse.
La difficoltà del gioco è rimasta la stessa, ovvero è un insieme di “trial and error” con la formula di vai avanti, muori e riprova fino a quando non si conosce alla perfezione l’ambiente ed i nemici. I falò ben piazzati ed un paio di nuovi oggetti rimuovono molta della frustrazione di solito associata a questa struttura.
Il problema di questo gioco sono i boss. Il loro design purtroppo non è ispiratissimo e molti sono semplicemente varianti del tema “cavaliere in armatura”. Altri sono stati presi quasi 1:1 dal primo Dark Souls, a sottolineare la mancanza di novità. Molti sono inoltre particolarmente facili e risultano particolarmente anticlimatici.
La modalità NG+ è stata migliorata, con più nemici, più sorprese e più drop oltre ad un mero aumento delle statistiche dei nemici e vi regalerà più gioie e dolori della prima run.
La modalità NG+ è stata migliorata, con più nemici, più sorprese e più drop oltre ad un mero aumento delle statistiche dei nemici e vi regalerà più gioie e dolori della prima run.
Cooperazione gioiosa
L’online è stato rivisto in meglio. Il netcode non è perfetto e la lag può far imbestialire, ma evocare fantasmi in aiuto o invadere altri giocatori è molto più facile, chiaro e in generale divertente. Esistono diversi patti ai quali aderire, ognuno con un suo scopo e stile di gioco. Dagli invasori ai poliziotti, dagli aiutanti ai difensori di posti sacri, c’è molta varietà e molto del divertimento nel post game o nel NG+ viene proprio dal PvE.
Personalmente adoro I guardiani della campana, che possono essere evocati nel mondo di altri giocatori per proteggere delle zone specifiche. Ho partecipato a duelli e schermaglie interessanti, da 1vs1 a free for all in 5.
Personalmente adoro I guardiani della campana, che possono essere evocati nel mondo di altri giocatori per proteggere delle zone specifiche. Ho partecipato a duelli e schermaglie interessanti, da 1vs1 a free for all in 5.
Anche qui, non aspettatevi possibilità di comunicare in modo convenzionale (anche se vi è l’opzione chat per sessioni co-op) ed invitare amici. Il tutto è sempre costellato da quella casualità ed incertezza tipica della serie.
Un gioco solido
Dark Souls II si presenta come un buon sequel che mantiene intatte tutte le dinamiche che lo distinguono dalla massa ma fa qualche passo falso nel design dei boss e del mondo e non introduce novità degne di nota alla formula.
Rimane un gioco impegnativo e che da più soddisfazioni più tempo si investe nel gioco. Consigliato a tutti i fan del primo ed anche i giocatori navigati che hanno voglia di provare un gioco che sia duro con loro. Se siete neofiti munitevi di guida o fatevi spiegare le meccaniche da qualcuno, altrimenti vi sembrerà di perdere tanto tempo inutilmente.
Rimane un gioco impegnativo e che da più soddisfazioni più tempo si investe nel gioco. Consigliato a tutti i fan del primo ed anche i giocatori navigati che hanno voglia di provare un gioco che sia duro con loro. Se siete neofiti munitevi di guida o fatevi spiegare le meccaniche da qualcuno, altrimenti vi sembrerà di perdere tanto tempo inutilmente.
Stay Classy, Internet
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