Hellblade: Senua's Sacrifice - Recensione



Piattaforme: PC(giocata), PS4. Data di Uscita: 8 agosto 2017.

Ninja Theory, sotto la direzione dell'uomo con i peggiori tagli di capelli dell'industria videoludica, riescono a creare un simulatore di camminata che vada oltre la sola camminata.


Ho delle voci nella testa

Allora, per capire meglio il prodotto, occorre dire subito dei temi trattati. La trama di superficie vede la nostra Senua intraprendere un viaggio verso l'inferno per salvare l'anima del suo amato. Ma l'intero gioco ruota intorno al rapporto che ha una persona che soffre di psicosi con la sua natura e come questa distrugge se stessi ma anche gli altri che ci sono intorno, il tutto inserito in una cultura antica, che non possedeva gli strumenti di lettura del XXI secolo per gestire questo tipo esperienze. La scrittura e la qualità della recitazione sono ottimi. E si imparerà anche qualcosa sulla mitologia nordica nel processo.

L'opera fa uso degli strumenti offerti dal videogioco per creare la giusta atmosfera. Qualcuno potrebbe andare a parlare dei puzzle, quasi tutti basati sul ritrovare elementi particolari nello scenario di gioco o come molti di questi si basino su illusioni o differenti percezioni della realtà.

Altri potranno parlare del sistema di combattimento che mette il giocatore contro ombre, che possono essere sconfitte attraverso la concentrazione dei propri sensi.

Tutte meccaniche ludicamente semplici e non eccessivamente interessanti, ma funzionano al minimo per intrattenere. La loro importanza è da trovare principalmente nella loro carica allegorica e come queste rinforzano tutta l'atmosfera di gioco.

Io invece mi voglio soffermare sull'effetto che più mi ha colpito dell'intera esperienza: le voci nella testa. La protagonista avrà un costante sussurro nella sua testa dovuto a diverse voci dalle svariate personalità. Queste commenteranno costantemente su tutto il gioco. Quello che mi ha davvero colpito è come guidino il giocatore nel corso dell'avventura.
Alcune di loro daranno direzioni di navigazione al giocatore, indicando elementi dello scenario da osservare. Altre commenteranno sui progressi. Ma è nel combattimento che si fanno sentire di più, con i loro "dietro! riposizionati! evita i colpi!" che sono importanti visto lo scarso FOV del gioco.
Per godere appieno di questa cosa conviene seguire il consiglio del gioco ed armarsi di cuffie. perché con le casse audio l'effetto non sarà lo stesso a meno di un set up posizionale di quelli fatti bene.


Il gioco tecnicamente è sopraffino, camuffa bene il budget relativamente basso della produzione.
Le performance dei vari attori sono ottime e dove il gioco pecca nel tecnicismo grafico, ci sa fare in termini di direzione artistica ed atmosfera. Il design audio è particolarmente azzeccato.
Su PC il gioco è alquanto esoso. Ad impostazioni Very High, la mia 970 girava sulla quarantina di fps in full hd. Per i 60 è necessario scendere ad un mix di alto e medio. Vista la natura del gioco e la potenza delle ambientazioni, ho optato per un lock a 30fps e lasciare i dettagli al massimo. I combattimenti ne soffrono un po', ma sono una parte talmente piccola del gioco che ho preferito questo approccio.

Ci troviamo quindi ad uno di quei prodotti che se analizzati dalla sua offerta ludica, perde molto. Hellblade non va giocato per il combat system o per gli enigmi. Va giocato per l'esperienza. Per l'impatto audiovisivo, per il viaggio all'interno di una mente rotta. Ne rimarrete impressionati, in un modo o nell'altro. Di sicuro è un modo molto più elegante per proporre un simulatore di camminata.



Un'esperienza unica che tratta tematiche raramente toccate nel mondo videoludico e lo fa con meccaniche del videogioco, senza strabordare eccessivamente nel territorio "ma se ci facevi un film usciva meglio". Emoziona, ed intrattiene, ma non nel modo classico di un videogioco. La lentezza in certi tratti lo diluiscono un po' troppo.



Stay Classy, Internet.

Nessun commento:

Posta un commento

01 09 10