Quantum Break - Recensione



Piattaforma: PC(giocata)/Xbox One Data di Uscita: 5 aprile 2016
Quantum Break fu annunciato nel maggio del 2013 ed ha sempre attirato la mia attenzione perché è un gioco della Remedy, una casa di produzione che adoro. Prometteva di unire videogioco e serie TV come non mai ed avrebbe avuto una storia basata sui viaggi nel tempo. Tre anni dopo il gioco è arrivato su Xbox One e Windows 10. Rivoluzionario come si prospettava?
[Sirens Wailing]
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Il cast è un punto di forza notevole della produzione
Sam Lake è una persona che ha un background da uomo di TV e Cinema o almeno così dice di se stesso. Questo si è sempre un po’ visto in tutti i lavori della Remedy, che sono stati praticamente scritti tutti da lui. Max Payne aveva le intro dei livelli a fumetti e c’erano televisioni sparse ovunque con filmati in stop motion su ogni cosa… in Alan Wake avevamo proprio mini episodi di una serie TV inserita come easter egg all’interno dei vari livelli. Ora Quantum Break prende questa naturale evoluzione e la porta al livello successivo, con l’esperienza narrativa che si divide tra videogioco e mini serie televisiva annessa. L’esperimento è a mio parere riuscito anche se reputo il risultato non ideale per il media videogioco.
La storia ha a che fare con viaggi nel tempo, ma è straordinariamente semplice da seguire perché è scritta e spiegata con dovizia di particolari. La grande aderenza a regole interne per i viaggi temporali rende Quantum Break uno dei migliori, se non il migliore, pezzo di intrattenimento degli ultimi anni che ha a che fare con il tempo. Il nostro protagonista, Jack Joyce, interpretato da Shawn Ashmore, viene invitato da un suo vecchio amico Paul Serene, interpretato da Aidan Gillen, per assistere alla più grande scoperta di sempre della storia umana: la creazione di una macchina del tempo funzionante. Come da tradizione, verrà attivata, qualcosa non funzionerà e tutto andrà a quel paese. Il tempo sta per finire,  una megacorporazione chiamata Monarch vuole prendere il controllo di questa macchina del tempo, Joyce ottiene poteri di manipolazione temporale e toccherà a lui mettere a posto le cose, aprendosi la strada tra infiniti nemici. La storia si divide in 5 capitoli, inframezzati da puntate in live-action di una ventina di minuti ciascuna. Questi episodi sono girati e recitati bene e riescono a colmare una lacuna che tutti i giochi action lineari hanno avuto sino ad oggi: la mancanza di caratterizzazione dei comprimari e dei personaggi secondari. Se la storia durante il gioco si concentra su Jack Joyce, nella serie TV si sposta l’attenzione su personaggi impiegati della Monarch che verranno coinvolti nelle vicende. Questi inframezzi sono totalmente opzionali, ma sono caldamente consigliati perché permettono di avere una visione migliore dell’opera e rafforzeranno il nostro operato sul campo, dandoci prospettive diverse. Remedy non ha scordato che siano pur sempre di fronte ad un videogioco, ad un media interattivo, che mal si coniuga con lo stare fermi a guardare una serie TV per 20 minuti. Durante il gameplay potrete operare delle scelte in momenti chiamati Junction Point. Questi avranno un impatto sulla vita e sul comportamento di alcuni personaggi e queste scelte si rifletteranno anche nella serie live-action. I livelli sono inoltre pieni, anzi, stracolmi di oggetti da raccogliere, messaggi da leggere e programmi radio da ascoltare. Andarli a cercare porta a rompere il ritmo purtroppo, ma le informazioni che si possono recuperare sono tutte interessantissime ed ampliano ancora di più la narrativa, esplorando i motivi dei nostri avversari ed alleati ed offrendo una finestra sul mondo di Quantum Break di proporzioni ciclopiche. Il risultato è un prodotto piacevole e di ottimo livello, soprattutto considerando il largo uso di attori di cinema e televisione che prestano i loro volti e la loro capacità recitativa, con l’unico difetto di non essere un’esperienza ottimizzata al meglio per un’avventura interattiva, c’è un po’ troppo distacco tra i due mondi. Il tocco Remedy però c’è e si sente.
[Dogs barking]
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Particelle ovunque riempiranno gli scontri
Da un punto di vista del gameplay il gioco non offre nulla di nuovo, ma fa il suo lavoro in modo competente. Si tratta di uno sparatutto in terza persona, dove il nostro personaggio è ad una prima passata più inetto rispetto alla media dei protagonisti dei giochi del genere. Non può rotolare via dal fuoco nemico, può portare solo 3 armi, non può sparare senza prima entrare in mira, non possiede attacchi corpo a corpo ed entra in automatico in copertura quando si trova di fianco ad oggetti bassi. Lo sparare è discreto e le bocche da fuoco non danno molto feedback rendendole un po’ tutte simili. Entrano quindi in gioco i poteri temporali dati a Jack che salvano la baracca. Questi funzionano a cooldown separati che influenzeranno il ritmo delle battaglie. Jack potrà scattare velocemente sul campo di battaglia con veloci dash, potrà entrare in tempo rallentato dopo di essi, potrà rallentare il tempo di una area ristretta, creare scudi per deflettere i colpi avversari e così via. Una volta presa la mano con tutte le abilità del nostro eroe i combattimenti saranno molto dinamici anche grazie ad una IA che tenta in ogni modo di fiancheggiare il nostro eroe. Anche alcuni dei nostri nemici avranno abilità speciali ed aggiungeranno un po’ di pepe in più agli scontri. Le ambientazioni sono molto lineari ed ogni tanto contengono puzzle ambientali, ma tutti molto semplici. Tra i tanti collezionabili ci sono anche degli elementi che permetteranno di migliorare i nostri poteri… i potenziamenti sono di natura incrementale, non ci sono variazioni sul tema o possibili personalizzazioni da parte dell’utente, è un sistema poco inventivo e “noioso”.
Quello che è veramente fantastico del combattimento è la sua fisicità. L’ambiente intorno a voi è estremamente attivo, stracolmo di oggetti che interagiranno con i corpi ed i proiettili dei nemici e del giocatore. Di notevole impatto sono i combattimenti nelle fratture di tempo, dove tutto è fermo tranne chi ha i poteri speciali per muoversi… una volta che ucciderete un nemico in questo stato, smetterà di muoversi esattamente nel momento di morte. L’avrò visto tantissime volte, ma non smetteva mai di stupirmi. Detto questo però, non era il senso di sfida o di progressione a smuovermi, ma la storia, come gli altri titoli Remedy del resto.
[Helicopter Blades Whirring]
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Cercate bene in giro per godere di vari Easter Eggs
Da un punto di vista tecnico il titolo è sia una meraviglia che un disastro. I modelli dei personaggi, l’implementazione dell’audio con gli effetti di manipolazione temporale, l’illuminazione e l’occlusione ambientale sono ottime ed ogni volta che vi ritroverete in una frattura del tempo ci sarà da meravigliarsi per lo spettacolo messo in scena. La qualità dell’immagine è orrenda però. Il gioco implementa una tecnica particolare per ridurre il carico di lavoro. L’immagine viene creata finita a 1920×1080 prima di essere inviata su schermo a partire dall’interpolazione di 4 framebuffer a 1280×720 con 4xMSAA. Una tecnica che su TV dalla distanza funziona, ma su PC  a distanza ravvicinata assolutamente no. L’immagine è troppo sporca e c’è una certa perdita di dettaglio. Stranamente su PC non è stata adottata la classica tecnica di renderizzare l’immagine alla risoluzione target ma si mantiene questo sistema sviluppato per la console Microsoft. Le prestazioni inoltre non sono un granché. La mia 970 fa davvero fatica a mantenere framerate elevati ed ho dovuto giocare con un cap a 30fps. Inoltre i comandi per mouse e tastiera sono abbastanza scomodi, ho preferito giocarlo con un pad. Quindi insomma, ci sono un po’ di lati negativi per quel che riguarda l’aspetto tecnico e mi dispiace, probabilmente il port sarà stato fatto di fretta, considerando che i precedenti lavori di Remedy su PC erano perfetti. Sono state promesse della patch, quindi sotto questo aspetto può solo migliorare. Purtroppo, un altro grandissimo punto a sfavore è il mancato ritorno nella colonna sonora dei Poets of the Fall, gruppo musicale che ha collaborato con Remedy dai tempi di Max Payne 2 e che ha aiutato molto a creare il mondo di Alan Wake.
[Aggiornamento] Il gioco è uscito su Steam ed usa in questo caso solo le DX11. Per chi usa schede grafiche Nvidia, c'è un miglioramento del framerate rispetto alle DX12 di un 30% circa, permettendo di giocare con impostazioni grafiche più alte o framerate migliori. Per gli utenti AMD le prestazioni sono identiche. Il gioco sembra funzionare e girare comunque meglio rispetto alla versione di Windows e dispone anche della modalità Fullscreen esclusiva per avere ancora più prestazioni. Se volete questo gioco per PC, puntate alla versione di Steam.
A me il gioco è piaciuto molto se devo essere sincero ma sono un fanboy della Remedy. La storia è avvincente, scritta benissimo, piena di colpi di scena e le performance degli attori sono ottime. Però devo riconoscere che il gameplay, anche se spettacolare è monotono alla lunga, che l’implementazione delle sequenze con attori mal si mescola con la struttura di un videogioco e che il dover cercare ogni oggetto collezionabile nell’ambientazione quando il mondo ti dice di correre è un modo terribile per rompere il ritmo di gioco. Quindi onestamente non mi sento di premiarlo troppo. Il mio consiglio è di fare come me: giocarlo dopo o in mezzo ad un gioco che invece richiede molta più attenzione nel gameplay, come Dark Souls 3, in questo modo si riesce ad assaporare meglio i suoi punti di forza lasciando stare quelli deboli.

Stay Classy, Internet

Top 9 Giochi Nintendo DS


Altra classifica, altra console Nintendo. Su NDS c'ho giocato un botto, a di tutto e di più. Come console mi ha segnato molto per gusti videoludici.
Considerate che il mio giocato su DS sfonda agevolmente i 100 titoli, quindi una top 9 prende meno del 10% di quello che ho giocato e la scelta è stata dura.

Dark Souls 3 - Recensione


Piattaforme: PC (giocata)/Xbox One/ PS4 Data di uscita: 12/04/2016
La serie di Dark Souls oramai è diventata un fenomeno mediatico su youtube ed è riuscita a farsi riconoscere ed imporsi al di fuori della nicchia del primo Demon Souls su PS3. Dark Souls III è il capitolo finale, o almeno l’ultimo prima di una pausa. Dopo il ruolo secondario che aveva avuto in Dark Souls II, il director Miyazaki ritorna con una partecipazione maggiore. Sarà questo il miglior gioco Soulborne?

Hardcore Henry - Recensione


I Biting Elbows sono una band russa indie rock nata nel 2008. La loro musica è onestamente... media. Nulla di particolare. Dalla loro però hanno avuto un'idea geniale: girare dei corti d'azione con una go-pro 3 in prima persona ed usarli come video ufficiali delle loro canzoni. Questi video sono The Stampede e Bad Motherfucker. No ho ancora capito bene come, ma da questi video è nato Hardcore Henry, da noi conosciuto solo come Hardcore!. La mia opinione dopo il salto.

Videogames e Cibo: alla ricerca dei Vegani perduti

Oramai i media devono rappresentare tutte le minoranze possibili umane per farle sentire accettate. E quindi ci troviamo film, giochi, fumetti e cose varie piene di omosessuali, transgenders, neri, cinesi, indiani, alieni, mancini... insomma un po' di tutto. Ed anche i videogiochi più o meno stanno diventando inclusivi. Certo, l'eroe è quasi sempre un tizio random caucasico con i capelli neri ed a volte ci si scorda di inserire una persona di colore per fare felce Polygon come in The Witcher 3, ma direi che ci siamo. Manca però una categoria importante. I Vegani. Dove sono nei videogiochi? Scopriamolo in questa esplorazione culinaria del media.

Pathfinder Ultimate Intrigue - Recensione

Altro manuale di Pathfinder, altra recensione!
Come sempre è una recensione del manuale inglese, da noi forse arriverà tradotto più in là.
Dopo il manuale dell'occulto, che ha portato nel mondo di Pathfinder gli psionici e l'occulto, risultando un manuale altamente ridondante per tematiche e non molto originale per esecuzione, ora la Paizo prova a toccare ed espandere l'avventura degli "intrighi a core" dello stile da vigilante in città. Tradimenti, complotti, omicidi misteriosi, con un mix di feeling tra sherlock holmes, batman e Jekyll&Hide, per provare a portare alla luce un ambiente forse poco usato nei giochi di ruolo da tavolo a matrice Pathfinder, il manuale si focalizza sull'aspetto sociale del gioco di ruolo, dove Ultimate Combat si focalizzava sul combattimento e Ultimate Magic sulla magia.


Dopo il salto tutte le mie impressioni su questo manuale.



Monster Hunter Mayhem #1 : Un culto poco simpatico


Le Cronache di Dedamista sono finite ma non è che io posso stare con le mani in mano e pertanto ho avviato un'altra campagna con i miei amici. Totalmente diversa. Si basa sul sistema di gioco GURPS e l'ambientazione è modern, ambientata nel 2015, con tema cacciatori di mostri, in stile Hellboy per fare un esempio.
Dopo il salto si parte in questa nuova avventura. I post raccoglieranno i singoli casi che proporrò di volta in volta, quindi non rappresentano l'esatto numero di sessioni giocate. Ed inoltre i resoconti delle sessioni saranno "narrati", nel doppio obiettivo di imparare a scrivere e di rendere questi riepiloghi spero più piacevoli da leggere.

Playstation 4.5: Si, No, Boh? SPECULATIONS!

Tutti a parlare di rumor di NX e Playstation 4.5 in questo periodo ed io su Disqus a dire cose a caso random a destra e sinistra..... Vediamo di mettere un po' di pensieri in un post qui, dai.







Castlevania Lords of Shadow: Ultimate Edition - Recensione

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Piattaforma: PS3, 360, Windows (giocato) Data di Uscita: 5 ottobre 2010/ agosto 2013 PC
Sono sempre stato un grande fan della saga dei Castlevania ed in genere misto nato da Symphony of the Night e Metroid chiamato Metroidvania è uno dei miei preferiti. Nel vedere la saga di Castlevania rebootata in uno stile ancora più grimdark, ma d’azione, mi sono un po’ insospettito. Dopo innumerevoli saldi di Steam ho finalmente trovato il tempo ed il coraggio di recuperare questa saga.
Tutto a puttane
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Confrontarsi contro gente grossa è molto comune in LoS
Essendo un Reboot, ci ritroviamo con questo capitolo agli inizi di tutto, nei panni di Gabriel Belmont. La storia non parte proprio nei migliori dei modi: un potente incantesimo ha separato la Terra dal regno dei cieli e milioni di anime dei deceduti sono così bloccate nel nostro mondo e non possono accedere al paradiso. La moglie di Gabriel è morta di recente e sarà lei, con il suo forte legame con il marito a guidarlo nelle sue peripezie, per cercare di compiere il triplice compito di salvare l’umanità, le anime e potersi riunire con il suo amato. Per fare ciò sarà necessario sconfiggere dei tizi brutti e cattivi che possiedono immenso potere e farlo proprio così da poter spaccare questo incantesimo una volta per tutte. La trama non decolla mai troppo, con gli eventi narrati in duplice modo: in parte dalla voce narrante di Patrick Stewart all’inizio di ogni livello ed in parte da filmati in game nei livelli stessi da Gabriel e qualche NPC che apparirà in specifici livelli. La storia dovrebbe essere una tragica spirale per Gabriel che si lascia sempre più andare al suo lato oscuro ma….. è fatta un po’ maluccio. Gli eventi importanti sono solo abbozzati, la natura solitaria dell’azione lascia poco spazio al dialogo per formare una qualche sorta di relazione… è peggio di quel che potrebbe essere in realtà. La narrazione degli eventi è fatta davvero male, con molte cose che appaiono quasi per caso, senza un contesto adeguato e mescola parecchi cliché in un minestrone a tratti insensato. Tra l’altro, il gioco come uscì su PS3 e 360 finisce “non finendo”, con un epilogo che crea più confusione che altro. Questo viene rimediato con due DLC, che sono incluse nella versione per PC, che aggiungono pezzi di storia ben più interessante rispetto a quella del gioco principale e che formano un legame migliore tra il finale del gioco e l’epilogo post titoli di coda.
Azzannare alla gola God of War
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Fare screenshots mentre si combatte non è semplice
Castlevania era in principio un gioco d’azione a scorrimento laterale. Poi si è arricchito di elementi simil RPG e di una mappa complessa in 2D da navigare. Poi si è un po’ perso per strada sulle console una volta che le 3 dimensioni sono diventate la norma, producendo capitoli mediocri in tutto e per tutto non riuscendo più a trovare una sua anima. Con Lords of Shadows il gioco si piazza definitivamente nel filone dei giochi d’azione alla God of War, quindi “lento”, metodico, violento, con QTE e con puzzle accidentali per proseguire. Gabriel combatte non con la classica frusta dei Belmont dei vecchi capitoli, ma con una catena, che riposa all’interno di un’elsa a forma di croce e che ha un effetto su schermo simile a quello di una frusta, ma molto più spettacolare.
I comandi sono classici: attacchi leggeri e pesanti si alternano e si combinano per formare attacchi speciali, c’è un tasto per la parata, uno per la schivata ed andando avanti nel gioco ci saranno due poteri magici governati da due metri di enegia che donano ancora altre mosse al personaggio e gli danno la possibilità di recuperare energia vitale ad ogni colpo o di infliggere ancora più danni. Saper amministrare queste due fonti magiche è il segreto per vincere a difficoltà più elevate. Uccidendo i nemici si ottiene esperienza da spendere per sbloccare nuove mosse. Collezionabili sparsi per i livelli aumenteranno la propria energia vitale e magica o potenzieranno le armi secondarie. Il tutto molto classico. Il combattimento ha una buona fisicità ed è reattivo a sufficienza ed alcuni nemici forzano un approccio diverso dal solito. Purtroppo la varietà dei nemici non è delle migliori con i soliti 3-4 tipi che si ripresenteranno per la maggior parte del gioco.
Il gioco fa di tutto però per farvi fare cose nuove. Alternerà combattimenti a puzzle di ogni tipo, dai semplici “muovi gli oggetti per avanzare” a platforming vario con anche l’oramai classica scalata dei muri alla “uncharted” a puzzle bosses. Nulla che impegni sul serio la mente, ma il fattore novità ed imprevisto aiuta ad evitare la noia. Questo anche perché i livelli non sono mappe da esplorare in lungo ed in largo, ma sono livelli lineari, che hanno si segreti nascosti nei loro angoli più bui, ma principalmente si attraversano da capo a coda senza pensarci troppo su. I Boss sono particolarmente belli e spettacolari e vanno da duelli uno contro uno contro mostri comparabili a Gabriel a colossi di proporzioni ciclopiche da abbattere arrampicandosi su di essi. Nei DLC le cose si fanno ancora più inventive, con pi sezioni di puzzle e di combattimento singolari.
Le uniche note negative sono due: La prima è la presenza dei QTE, i Quick Time Events. Io li odio ed il gioco ce la mette tutta a metterli proprio quando non li vorrei tra i piedi. Non siamo assolutamente ai livelli di Ninja Blade, ma per i miei gusti sono un po’ tanti. Almeno sono ben fatti e poco punitivi. La seconda nota negativa è che il gioco puzza un po’ di derivativo, non è unico ed originale abbastanza e molte delle sue parti sembrano dei “lavori” per arrivare alla parte più bella, portandomi ad una sensazione di fatica, di star lavorando e non giocando.
Musica Maestro
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Il gioco è pieno di scorci simili
Gli scorci, i paesaggi e le ambientazioni sono tutti bellissimi e soprattutto vari. Si passa da paludi a bellissimi castelli sia tra i giacchi che in territori più felici, con derive steampunk a tratti, fino a posti più magici e vivi, ed altri ancora più abbandonati dove risiedevano antiche civiltà. Ma la vera star a mio parere è la musica. Oscar Araujo e la sua orchestra danno davvero un grande tocco a tutta l’opera. Non c’è un pezzo iconico che vi rimarrà impresso, ma le soluzioni musicali sapranno accentuare ogni singolo momento, rendendo il tutto sempre più epico.
Quindi, insomma, Castlevania nel 2010 è rinato con un buon gameplay di gioco d’azione mescolato con puzzle games che sa intrattenere e che offre boss fight spettacolari, ma che soffre un pelo di effetto fatica, accompagnato da una buona presentazione audiovisiva ma da una storia e personaggi davvero mediocri. Tutto sommato, poteva andare molto peggio ed alla fine del giro il gioco mi ha divertito e posso dire che porta bene il nome di Castlevania.
Stay Classy, Internet

Top 9 Giochi Nintendo Wii


Il Wii è un'altra console che ho macinato. Superando i 50 giochi agevolmente, una top 9 rappresenta meno del 20% del mio giocato.

The Banner Saga - Recensione

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Piattaforma:Android, iOS, PC (giocata), PS4, Xbox One Data di Uscita: 24 gennaio 2014 (PC e mobile), 12 gennaio 2016 (console)
Gioco prodotto da ex Bioware, il primo di una pianificata trilogia, che arriva da Kickstarter. Con il seguito in arrivo il 19 aprile 2016, mi sembrava doveroso recuperare il precedente.
Il tempo è finito.
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I Varl sono un misto di giganti e vichinghi
Il mondo è arrivato alla fine. Il sole si è fermato nel cielo donando al mondo uno stato di giorno eterno. I distruttori, possenti guerrieri rocciosi avanzano ed attaccano ogni cosa. Il gioco vi metterà nei panni di diversi personaggi, intenti a sopravvivere in questo contesto. Il gioco si divide in fasi all’interno della città, dove potrete semplicemente fare acquisti, gestire le vostre truppe ed allenarvi nel combattere e fasi di viaggio, che vi vedranno a capo di una carovana. Mentre ammirerete i vostri uomini che camminano in meravigliosi paesaggi, verrete tempestati da eventi casuali, che porteranno con se imprevisti non da poco. Potreste trovare dei briganti sulla strada che vogliono unirsi a voi. Che fare? combatterli e cacciarli via o accettarli, con il rischio che possano fuggire con le vettovaglie? Questo è solo un esempio delle tante miniquest che il gioco vi lancerà addosso durante i vostri viaggi. La narrativa principale invece accade perlopiù nelle città, che diventano importanti punti di avanzamento della storia. I personaggi sono abbastanza bidimensionali e raramente il gioco va a caratterizzarli a fondo ed il vostro attaccamento ad essi deriverà dalla loro performance in battaglia più che dalla loro presenza narrativa o da elementi del loro design grafico. Il gioco essendo inoltre il primo capitolo di una trilogia, perde molto tempo a non fare nulla e la storia diventa interessante proprio mentre finisce, dopo a malapena 10 ore di gioco. La narrazione rimane un po’ fumosa e poco sviluppata ed è forse l’aspetto più debole del pacchetto, ma potrebbe migliorare nei seguiti.
Scacchi v2.0
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Prima della battaglia potrete posizionare i vostri combattenti
Come ho detto prima, ci saranno fasi dove voi ed i vostri uomini vi muoverete in una carovana ed il vostro compito sarà quello di proteggerla. Le meccaniche in questa fase sono simpatiche ma le ho sempre trovate poco sfruttate all’interno della storia. C’è il morale della carovana, il problema delle vettovaglie che devono garantire giorni sufficienti di viaggio altrimenti la gente morirà di fame ed il gioco spinge a cercare di mantenere in vita più gente possibile, ma le ramificazioni meccaniche sono ad ora nulle e quindi sembra un po’ tutto sprecato. I combattimenti invece sono estremamente coinvolgenti ed interessanti. Ci troviamo di fronte ad un gioco a turni che non ha alcun elemento aleatorio, basandosi invece sul concetto dei giochi astratti: ogni variabile è sempre visibile dal giocatore in ogni momento. Niente scelte azzardate e niente preghiere al dio RNG: ogni fallimento ed ogni vittoria saranno sempre merito della vostra perizia tattica.
Per evitare il fattore noia degli scontri i ragazzi della Stoic hanno pensato di utilizzare un concetto che raramente si vede applicato nei videogiochi di questo stampo: hanno legato la propria capacità offensiva alla propria salute. Ogni unità ha due valori principali: Armatura e Forza. L’armatura agisce come una semplice riduzione del danno. La Forza è contemporaneamente il danno dei propri attacchi ed i propri punti vita. Quando si attacca si può decidere se colpire l’armatura o la vita del nemico. A volte può essere comodo indebolire i nemici così da renderli innocui mentre ci si concentra sui bersagli più grandi, oppure può capitare di ritrovarsi con i membri del proprio gruppo così indeboliti che non possono più uccidere nulla se non collaborando insieme ed indebolendo l’armatura dei nemici. Abilità speciali e capacità di sforzarsi per aumentare il danno o il movimento vengono in aiuto al giocatore per ribaltare scenari difficili. Il combattimento è molto coinvolgente e risulta essere ben equilibrato. Nella storia i personaggi saliranno di livello e miglioreranno le proprie statistiche ed è possibile anche equipaggiarli con monili o artefatti che aggiungono bonus passivi di varia natura. Il sistema è semplice ma è davvero, davvero ottimo e risolve anche uno dei problemi principali del gaming riuscendo a dare senso al concetto di debuff in uno strategico, grazie anche a come vengono gestiti i turni. Ci sarà sempre un’alternanza di un’unità vostra ed una nemica e mano a mano che ucciderete nemici, questa alternanza non verrà mai violata, quindi le poche unità nemiche agiranno più spesso. Da qui, indebolirle tutte risulta una tattica consigliabile. Se vi piace molto questo aspetto del gioco, potete controllare Banner Saga Factions, un free-to-play multiplayer incentrato proprio sulle battaglie.
Un meraviglioso dipinto
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è possibile zoommare nelle schermate cittadine per ammirane il dettaglio
L’altro grandissimo punto di forza del titolo dopo il suo sistema di combattimento è la presentazione audiovisiva. Tutto disegnato ed animato a mano in un bellissimo 2D con un livello di dettaglio elevatissimo. Se nelle sequenze narrative durante i viaggi avrete delle semplici e spoglie finestre con del testo e durante i momenti più importanti osserverete i modelli dei personaggi semi statici che si scambiano occhiate, in battaglia il motore di gioco da il meglio di se, mostrando la grande perizia degli artisti. Tutte le movenze, gli attacchi, le animazioni di morte e delle abilità sono fluidissime, dettagliate e naturali. Una goduria per gli occhi e non credo di aver visto un gioco 2D raggiungere questi livelli. Anche la colonna sonora è di grande impatto anche se tendenzialmente malinconica e sa sottolineare al meglio i momenti della storia e delle battaglie.
C’è del buono in Kickstarter e in Banner saga: un sistema di gioco tattico semplice, nuovo e che funziona benissimo, unito ad una presentazione audiovisiva fantastica, con solo il lato narrativo che presta un po’ il fianco, ma è una di quelle Saghe che ha qualcosa da dire ed una sua identità. Giocateci se vi piace il genere.
Stay Classy, Internet
01 09 10