Killer is Dead: Recensione


Piattaforma: Ps3/PC(giocata) Data di uscita: Agosto 2013 (console)/Maggio 2014 (PC)
La cosa che c’è da chiedersi è la seguente: può una cosa schifosa piacere lo stesso?
Perché mi sto facendo questa domanda? Eh, leggete un po’ qua sotto.

Suda 51 è uno dei game designer più eccentrici sulla piazza giapponese.
Da un punto di vista narrativo e di stile, i suoi lavori sono sempre al top, presentandoci personaggi eccentrici e con un design unico e ricercato. Questi ovviamente si prestano ad essere amati ed odiati in base ai gusti personali. Il problema oggettivo dei suoi giochi è il gameplay e l’aspetto tecnico, mai sempre riuscito e spesso sottotono. Io sono uno di quelli che bellamente ignora i problemi legati a questi ultimi due elementi del gioco perché i primi mi intrippano troppo.
Killer is Dead è un’altra opera polarizzante, che deluderà molti, ma allo stesso tempo incanterà.

Mondo Zappa
Il protagonista delle vicende si chiama Mondo Zappa e già solo il nome dovrebbe bastare ad indicare l’eccentricità del gioco. Egli lavora per un’associazione governativa che dà la caccia a killer spietati, così da creare il detto “Killer is Dead” a lavoro compiuto. La storia…… eh. Appare random, con molti elementi che rimangono non spiegati che i giocatori dovranno capire da se dove possono. Le missioni della trama appaiono a tratti legate, ad altri slegate, con il protagonista che rompe spesso la quarta parete e che si comporta in modo molto “prima sparo e poi faccio le domande” con molti spiegoni dei cattivi interrotti apposta dalla sua poca pazienza. Quasi a farlo apposta. Senza il quasi, va.
La storia, momento per momento vi prenderà, in quanto ogni livello ha un tema specifico ed il boss da affrontare è spesso carismatico, bizzarro e divertente da affrontare e vedere in azione, in stile molto simile a No More Heroes. I momenti epici abbondano ed un paio di scenari o frasi vi rimarranno impresse in base alla vostra sensibilità personale.
Purtroppo, per chi si aspetta un racconto coerente, che svela tutti i segreti nel suo finale e lineare…. Beh rimarrà largamente deluso. Chi invece è più aperto a intrufolarsi in brevi vignette random alla Sio, lo apprezzerà di più.

Hack & Slash & Ecchi



Il gioco è un Hack & Slash di quelli basati sulla reazione fulminea. Avremo un pulsante adibito agli attacchi, uno alla schivata ed uno alla parata. Questi ultimi 2 sono i più importanti, in quanto eseguire una schivata o parata all’ultimo secondo utile, fornirà un’apertura al protagonista per attaccare liberamente ed infliggere ingenti danni. Il sistema legato alla parata non è disponibile da subito, ma va sbloccato comprando gli appositi talenti.
Il protagonista dispone anche di un braccio robotico che funge da arma a distanza multifunzione.
La difficoltà generale è abbastanza alta e per saltarci fuori bisogna fare buon uso del sistema di schivata. Io l’ho giocato a difficoltà normale e sarà morto solo un paio di volte per errori miei.
Ogni missione sarà valutata con dei voti, che influenzeranno il numero di soldi ricevuti, che serviranno poi per comprare vari tipi di oggetti in uno shop.
Il combattimento in se tende ad essere abbastanza spettacolare e veloce. Le movenze del personaggio sono legate al moltiplicatore che si raggiunge in battaglia e più questo è alto e più il protagonista inizierà a piroettare come un matto ad ogni attacco. Eseguire schivate al momento giusto per continuare l’offensiva è molto galvanizzante e premia i giocatori abili. Il problema però è che il sistema non si distingue per nulla dalla massa. Ha un sistema di esecuzioni che permette di ottenere bonus da ogni nemico ucciso in tal modo a scelta del giocatore, ha degli oggetti che si recuperano sul campo di battaglia che aumentano vita, energia o sono semplicemente punti da spendere per migliorare le proprie capacità…. Ma nessun sistema è veramente profondo quanto altri giochi del genere e dopo non molto subentrerà un po’ di noia da routine nell’affrontare i soliti mob, in quanto il proprio protagonista non è in grado di migliorarsi nel prosieguo del gioco per dare al giocatore qualcosa di nuovo da provare.
Quel qualcosa però arriva dal level design e dai boss. Ogni livello ha un twist particolare, un uso strano di qualche abilità, un certo personaggio che fa qualcosa o un elemento di gameplay unico, che verrà presentato in quell’istanza e poi dimenticato per sempre dal resto del gioco. Anche i boss sono molto fantasiosi e, malgrado rispondano tutti al solito schiva-attacca, hanno tutti un qualche twist nel loro pattern in modo da tenere il giocatore sulle spine per la durata dell’incontro.
Questo aspetto ha il vantaggio di andare a sorprendere sempre il giocatore con qualcosa di nuovo, ma amplifica la componente random e fa sembrare il gioco non uniforme, in modo un po’ negativo, come se non avesse mai le idee chiare su quello che vuole fare.
Soprattutto se si prendono in considerazione le missioni Gigolo. Dove il protagonista dovrà guardare, usando occhiali ai raggi X, tette e corpo di donne mozzafiato senza che queste se ne accorgano, per poi presentargli regali e bombarsele. No sul serio, ci sono delle missioni del genere nel gioco. Sono opzionali, ma completandole più volte riceverete vari potenziamenti per il vostro braccio cybernetico. Sono di uno strano come solo i giapponesi sanno fare. Offensive per i soliti noti, semplicemente WTF per me.

Noir. Ma tipo TANTO noir

L’aspetto grafico è particolarissimo. Da un punto di vista tecnico, è grezzissimo, quasi da GameCube, da quello artistico… è quasi peggio per certi versi, in quanto il gioco è eccessivamente scuro e pieno di ombre. Sulla versione PS3 mi dicono dalla regia che c’era un tearing pauroso, ma sulla versione PC il gioco rimane inchiodato graniticamente a 30fps… ci ha il blocco e può essere levato con i soliti smacchinamenti dell’ini, ma onestamente chissene, 30fps granitici vanno benissimo, non è mica un Devil May Cry.
Anche l’aspetto sonoro del gioco funge, con motivi riusciti un po’ ovunque che accompagnano le nostre avventure e soprattutto con la presenza di un certo brano della musica classico riarrangiato per l’occasione. Il combattimento contro il boss finale è una cacofonia straordinaria di design visivo fuori da ogni ragione e di musica pompante, onestamente uno dei migliori combattimenti finali del gioco.
Quindi, alla fine del giro, a me Killer is Dead è piaciuto molto. Ho apprezzato la sua stranezza, le sue battute, il design dei boss, il fantasmagorico combattimento finale ed i tanti momenti random sparsi qui e lì. E me ne sono sbattuto la ciolla del sistema di combattimento mediocre.
Quindi? Volete sostanza? Statene lontani e consideratelo un 5 o 6/10.

Volete stile a frotte e essere midfuckati un po’? Prendetelo in saldo senza rimorsi. Di sicuro non il gioco più riuscito di Suda 51, che per me rimane Killer 7 per stile, ma di sicuro nella parte alta del podio.


Stay Classy, Internet

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